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Il Wall Street Journal lo dava per certo già l’anno scorso: Nokia Siemens Networks sarebbe vicina al capolinea (leggi articolo), con i due partner pronti a valutare le opzioni per uscire dalla joint venture. Nei giorni scorsi sono tornati insistenti nuovi rumors secondo cui Nokia sarebbe pronta a cedere la sua quota, valutata circa 2 miliardi di dollari.
Quando venne creata, 4 anni fa, da due delle maggiori realtà industriali europee, NSN puntava a diventare leader del mercato nordamericano delle infrastrutture per le tlc, ma il gruppo non ha mai raggiunto una scala tale da poter competere per contratti importanti e il Nord America è arrivato a generare il 6% dei profitti totali, contro il 36% del rivale Alcatel-Lucent. Il maggior cliente di NSN negli Usa è T-Mobile, cui fornisce le tecnologie HSPA+, ma il contratto con la società potrebbe essere a rischio dopo l’acquisizione del gruppo da parte di AT&T, così come a rischio sarebbe anche il contratto da 7 miliardi di dollari con la start-up LightSquared per lo sviluppo e il mantenimento della rete a banda larga mobile. LightSquared potrebbe infatti decidere di acquistare capacità di rete da un operatore.
Già diverse volte le due società europee che hanno dato vita alla JV hanno smentito l’intenzione di abbandonare la nave e puntualizzato che continueranno a essere i principali azionisti di NSN “in qualsiasi scenario”, ma secondo fonti ben informate Siemens avrebbe voluto liberarsi delle proprie quote già all’inizio del 2009 e l’avrebbe fatto se avesse trovato un partner credibile per l’acquisizione. Secondo Siemens, la soluzione sarebbe la quotazione in Borsa, ma l’IPO non sarebbe che una delle opzioni sul tavolo, poiché non potrebbe realizzarsi che nel 2012, a causa dei tempi necessari per integrare gli asset appena acquistati da Motorola e della necessità di chiudere un buon trimestre prima di poter convincere gli investitori ad acquistare le azioni.
Ad agosto dello scorso anno, quindi, le due società hanno avviato ad agosto le prime negoziazioni in vista del possibile ingresso di nuovi soci: in lizza ci sarebbe “una manciata” di società di private equity tra cui Blackstone, TPG, KKR, Silver Lake Partners e Bain Capital. All’acquisizione potrebbero essere anche interessate società concorrenti come Alcatel-Lucent e Samsung, sebbene resti un’opzione improbabile secondo gli analisti.
Il portavoce di NSN ha bollato come ‘speculazioni’ i rumors sulla vendita, lasciando aperta la porta all’ingresso di nuovi soci, che tuttavia si troverebbero di fronte a una situazione molto complessa, quale è di solito la strutturazione di una quota di minoranza in una joint venture.
Timo Ihamuotila, CFO di Nokia, ha quindi dichiarato che “qualsiasi ipotesi relativa a una vendita di NSN ad altri vendor di infrastrutture concorrenti è semplicemente falsa”.
NSN, attiva in 150 paesi e con 66 mila dipendenti, è leader del mercato nella banda mobile, in particolare nei segmenti GSM, WCDMA e LTE. Tra i suoi clienti figurano Vodafone, France Telecom, Deutsche Telekom e Telefonica.
La JV, nata nel 2007 è stata subito sopraffatta da un lato dalla concorrenza della svedese Ericsson, attuale leader del mercato delle infrastrutture per tlc, e, dall’altro, dall’escalation delle cinesi ZTE e Huawei che ha contribuito – su un mercato già in declino – a dimezzare il prezzo delle stazioni radio base. Ad aggiungere pressione sui fornitori di infrastrutture, la congiuntura economica negativa, che ha spinto molti operatori a tagliare le spese.