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Dividendo digitale: maggiori garanzie per le telco, mentre la CdP conferma impegno in newco NGN

Italia


Le Commissioni riunite Bilancio e Istruzione hanno concluso oggi l’esame del ddl n. 2665 di conversione del decreto-legge n. 34, recante “disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti”, che individua, tra le altre cose,  un nuovo termine per il decreto definitivo relativo al passaggio al digitale e nuovi criteri per procedere all’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze.

 

In considerazione della scadenza per l’effettuazione della gara sulle frequenze imposta dalla legge di stabilità per il mese di settembre 2011, il testo sostiene la necessità di individuare in tempi brevi efficaci criteri selettivi dei destinatari dei diritti d’uso televisivi e dall’altro di prevedere l’obbligo per gli assegnatari di riservare parte della propria capacità trasmissiva in favore dei soggetti esclusi dall’assegnazione. Una previsione normativa redatta in tali termini consentirebbe infatti “di liberare la banda di frequenza messa a gara facendo sì che nessuna attività commerciale televisiva sia costretta alla chiusura, potendo diventare un fornitore di servizi media audiovisivi”.

Una norma che, aggiunta alle misure economiche compensative già disposte nella legge di stabilità, renderebbe raggiungibile l’obiettivo prefissato di inserire nel bilancio dello Stato le entrate conseguenti alla gara – è previsto un incasso pari a 2,4 miliardi di euro – che sarebbero ovviamente commisurate alla certezza giuridica da parte degli operatori telefonici di avere l’effettiva disponibilità delle frequenze.

Certezza, sottolinea la relazione, “assicurabile tramite una norma di rango primario…che, in aggiunta, preveda che la conversione dei provvedimenti da provvisori in definitivi dei diritti d’uso avrà luogo entro il 30 giugno 2012 piuttosto che entro il 31 dicembre 2012, anticipando il momento della liberazione della banda oggetto di gara”.

 

Il Ministero dello sviluppo economico assegnerà i diritti d’uso delle frequenze radiotelevisive sulla base di quanto previsto dalla legge di stabilità per il 2011, predisponendo inoltre una graduatoria riguardante tali frequenze in ambito locale. I criteri sono costituiti da: a) entità del patrimonio al netto delle perdite; b) numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato; c) ampiezza della copertura della popolazione; d) priorità cronologica di svolgimento dell’attività nell’area.
Le modalità e le condizioni economiche secondo cui i soggetti assegnatari dei diritti d’uso dovranno cedere una quota della capacità trasmissiva ad essi assegnata, saranno fissate dall’Agcom.

Viene inoltre espresso l’avviso che la certezza giuridica da parte degli operatori telefonici con riferimento all’effettiva disponibilità delle frequenze in oggetto alla data indicata e l’anticipo della liberazione della banda oggetto di gara al 30 giugno 2012 possano anche avere effetti positivi sull’entità delle entrate derivanti dall’asta.
 

Riguardo, quindi, le richieste delle Tv locali, di un maggiore risarcimento per l’esproprio delle frequenze in uso, i senatori del Partito democratico Vincenzo Vita, Giovanni Legnini e Roberta Pinotti hanno presentato un emendamento per portare dal 10% al 30% la percentuale degli introiti da destinare alle emittenti locali, per una cifra minima di 720 milioni di euro.

 

E’ arrivata ieri, intanto, la conferma della partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti nella realizzazione della rete NGN: si legge infatti nel documento allegato al Programma nazionale di riforma presentato ieri dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che “…per il piano nazionale per le reti di nuova generazione sono previste operazioni di partenariato pubblico-privato in cui sarà coinvolta la Cassa Depositi e Prestiti, senza impatto per la finanza pubblica”.

Il punto 68 del Pnr, spiega che per “l’avvio del Piano per portare le reti di nuova generazione al 50% dei cittadini italiani, un’iniziativa in partenariato pubblico privato che vede coinvolti i 20 principali operatori di telecomunicazione in Italia, non servono risorse a fondo perduto, ma solo l’impegno finanziario della Cassa Depositi e Prestiti”.

Per il completamento del piano nazionale per la banda larga è stato invece confermato un finanziamento di 370 milioni di euro per il periodo 2011-2015. (a.t.)

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