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Google ‘Mi piace’: Larry Page copia la strategia di Facebook. Massicci investimenti anche sul social gaming

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L’era di Larry Page è iniziata e già lo attendono due grandi sfide per il rilancio di Google: le reti sociali e l’entertainment.

Sebbene la società abbia detto che non intende lanciare un servizio concorrente a Facebook, la battaglia tra i due è sempre più aperta. In ballo la riorganizzazione dei servizi di contenuti e il controllo dell’ecosistema.

Le attività di Facebook e Google non sono certo comparabili ma il gruppo di Mark Zuckerberg comincia a inquietare Page a tal punto che la virata ‘sociale’ è stata definita una priorità assoluta. Al vaglio dei manager di Mountain View la strategia del social network.

 

Facebook è riuscito ad affermarsi sul mercato del web 2.0 grazie a una politica fatta di ‘Mi piace’ e ‘Condividi’. Più di 2,5 milioni di siti usano oggi questo sistema, che consente di ‘schedare’ le preferenze degli utenti per costruire identità digitali con le quali gli advertiser possono generare lauti profitti.  

Ed è proprio qui che si sono concentrati gli sforzi di Google. La propria risposta è “+1” (Leggi Articolo). Per contrastare l’alleanza tra il motore di ricerca di Microsoft, Bing, e Facebook, ha presentato questo bottone equivalente al ‘Mi piace’.

Al momento il servizio è in fase di sperimentazione e infine sarà integrato ai risultati di tutte le query  in modo che gli utenti di gMail o YouTube possano segnalare i contenuti che apprezzano.

 

Ma Page non ha veramente accantonato l’idea di creare una rete sociale. Negli ultimi giorni s’è tornato nuovamente a parlare di ‘Circles‘, ma il gruppo continua a negare. Tuttavia il social gaming resta ancora nei piani aziendali.

Conosciuta finora col nome in codice ‘Google Me‘, il servizio potrebbe essere lanciato entro la fine dell’anno per Pc e cellulare e si baserebbe sulle app disponibili nello store di software Android Market.

 

La scorsa estate, Google ha acquistato per 182 milioni di dollari la start-up Slide, attiva sul mercato dei giochi, e avviato trattative con tutti i più grossi brand di questo comparto tra cui Zynga.

La società non ha intenzione di trascurare neanche il grosso business della musica online, ma questa volta il servizio sarebbe multipiattaforma e impostato sul cloud.

Gli abbonati disporrebbero di un accesso illimitato al catalogo, attraverso un abbonamento mensile e potrebbero accedere da pc, smartphone che montano Android, o tablet.

Al momento sono in corso le trattative con le principali major discografiche. Un servizio ben costruito che potrebbe adombrare il successo di Ping, la rete sociale di musica lanciata da Apple. L’azienda starebbe anche per investire 25 milioni di dollari nella start-up canadese Pushlife, che ha messo ha punto un programma che consente di trasferire le library di iTunes verso telefonini che non siano l’iPhone.

 

E per scongiurare il rischio della fuga dei manager verso Facebook e Twitter, ha adottato una nuova politica: l’aumento degli stipendi. Lo ha già fatto alla fine dello scorso anno, con un rialzo del 10% e qualche giorno fa, secondo indiscrezioni, avrebbe sborsato 150 milioni di dollari per evitare che due dirigenti, Sundar Pichai e Neal Mohan, volassero nel ‘nido’ di Twitter.

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