Giappone
Trema nuovamente la terra in Giappone. Una scossa di 7,1 di magnitudo s’è registrata a un mese esatto dalla disgrazia dell’11 marzo. La zona colpita è sempre quella del nord-est del Paese – con epicentro le zone di Iwaki e Honsu – ma l’allarme tsunami è rientrato e non si sono riscontrati danni significativi.
Ma restano le conseguenze per l’economia nazionale e mondiale. La paralisi dell’industria giapponese dei semiconduttori costerà 470 miliardi di dollari. Lo ha dichiarato il governo, presentando alcune stime sull’economia del paese. La situazione resta grave per il blocco o la riduzione della produzione per via dei danni diretti o dei problemi di approvvigionamento a causa del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo.
Il noto quotidiano finanziario Nikkei scrive che l’impatto economico sarà terribile e potrebbe arrivare a 40 miliardi di yen (470 miliardi di dollari).
Una delle più importanti industrie di semiconduttori, Renesas Electronics, ha subito gravi danneggiamenti dal più violento sisma che la storia giapponese ricordi.
Per quanto riguarda le case automobilistiche mondiali, potrebbero subire un impatto di 6.500 miliardi di yen se la fabbricazione dei pezzi essenziali per la produzione non dovesse riprendere entro la fine di aprile.
Se l’industria di Shin-Etsu Chemical, uno dei principali produttori mondiali di placche di silicio, non riaprirà, i danni per la produzione globale potrebbero arrivare a 1.500 miliardi di yen.
Per quanto riguarda il mercato dei televisori a schermo piatto, si stimano conseguenze economiche per 400 miliardi di yen. Per l’industria legata ai semiconduttori, come l’elettronica, le tlc, internet e la trasmissione dati, potrebbe aggirarsi intorno ai 32.000 miliardi di yen.