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L’asta per le frequenze 4G si svolgerà, in Francia, entro il mese di maggio. Lo ha reso noto l’Autorità per le tlc d’oltralpe, sottolineando che il prezzo di partenza dell’asta “non dovrà essere troppo elevato per non pregiudicare la massima partecipazione dei candidati”.
Rassicurazioni che non sono bastate a placare le polemiche degli operatori minori, che hanno fatto fronte comune per chiedere al governo di garantire condizioni eque: temono che Orange, forte del suo maggiore potere d’acquisto, riesca a portare a casa metà delle frequenze.
L’attribuzione delle frequenze per i servizi mobili di quarta generazione svolgerà un ruolo determinante per stabilire i futuri equilibri concorrenziali del mercato tlc francese e molti osservatori prevedono la prossima scomparsa di alcuni operatori minori.
Ecco perchè SFR, Bouygues e Free chiedono al governo di fissate dei meccanismi di protezione come l’obbligo di condivisione delle reti e di fissare dei tetti che impediscano a un solo gruppo di prevalere su tutti gli altri.
Nelle scorse settimane, l’associazione Ecta – che rappresenta gli operatori alternativi europei – ha denunciato che le aste svolte finora in Europa – in Germania, Austria e Svezia – sarebbero state concepite non proprio con in mente gli interessi dei consumatori. Secondo il direttore di Ecta Ilsa Godlovitch, anzi, “…stanno solo riaffermando uno stagnante status quo o addirittura riducendo la concorrenza” (leggi articolo).
In una lettera inviata al ministro dell’Industria Eric Besson, il fondatore di Free, Xavier Nael ha espresso il timore “di assistere a un accaparramento dello spettro da parte degli operatori più ricchi”.
La procedura, denuncia ancora Nael, “privilegia la pianificazione del territorio e la valorizzazione dello spettro. Lo sviluppo della concorrenza, terzo obiettivo fissato, è tenuto in poca considerazione”.
E’ previsto inoltre che un operatore possa acquisire fino al 60% dello spettro: elemento che desta non poca preoccupazione per Free, che possiede 5 volte meno frequenze di Orange, SFR e Bouygues Telecom e teme di ritrovarsi senza risorse sufficienti per poter competere con i tre operatori storici.
Anche Martin Bouygues ha espresso preoccupazioni per una procedura “cinica e assurda”.
Lo Stato, ha affermato il patron di Bouygues Telecom, “vuole massimizzare il guadagno, per cui chi paga di più vince, e Orange è il più ricco di tutti”.
Visto che è da questa assegnazione che dipenderà la qualità dei servizi che saranno offerti nel prossimo futuro, è, dunque, necessario garantire accesso allo spettro ad almeno 4 operatori e di abbassare significativamente la quantità massima di frequenze che un operatore è autorizzato a controllare.
Nonostante i ritardi accumulati dal Governo francese (l’asta avrebbe dovuti tenersi l’anno scorso, secondo le previsioni), secondo Nael non c’è nessuna fretta di procedere con l’assegnazione delle frequenze. Sarebbe più opportuno risolvere prima altri problemi come le interferenze tra le bande di frequenze del dividendo digitale e quelle riservate alla diffusione televisiva terrestre. Nael chiede inoltre al governo di ridurre gli obiettivi di copertura della popolazione e di imporre obblighi di condivisione reciproca per evitare la duplicazione delle infrastrutture nelle aree rurali.