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Come anticipato qualche settimana fa (leggi articolo) sono in molti a credere che Google sia orientato a diminuire il livello di apertura e ad aumentare le restrizioni in capo ai produttori di hardware basati su Android, in quella che sembra un’inversione di tendenza rispetto alla filosofia ‘open source’ che ha sempre caratterizzato il gruppo. La società, finora, aveva preferito non commentare tali rumors, ma ieri il responsabile dello sviluppo dell’Os mobile, Andy Rubin, ha preso posizione, denunciando via blog quella che ha definito la “disinformazione a mezzo stampa del ruolo di Google nel supporto all’ecosistema Android”.
Rubin ha voluto mettere le cose in chiaro e spiegare perchè il codice sorgente della nuove versione di Android, Honeycomb, non è stato ancora rilasciato anche se il sistema operativo circola sul tablet Xoom di Motorola da circa un mese.
Google, ha scritto Rubin, resta ferma nel suo impegno di promuovere lo sviluppo di una piattaforma aperta per l’industria mobile, e non solo, ma è anche convinta che ‘una sola misura per tutti’ non sia la soluzione per continuare a favorire, come la piattaforma ha fatto fin dalla sua comparsa, “lo sviluppo di centinaia di dispositivi differenti, molti dei quali non erano previsti quando la piattaforma venne creata”.
“Nonostante questa enorme crescita in termini di quantità e di gamma, è evidente che la qualità e la coerenza continuano a essere prioritarie”, ha affermato Rubin, evidenziando tra l’altro l’emergere, in questo frattempo, di novi casi d’uso, caratteristiche e fattori in nuove categorie e regioni che pure non hanno pregiudicato la compatibilità con applicazioni prodotte da terze parti.
Grazie proprio alla possibilità per i produttori di modificare il sistema in base alle loro esigenze, è stato possibile per ognuno lanciare un prodotto con caratteristiche e funzionalità diverse, ma sempre conformemente ad alcuni chiari requisiti di compatibilità.
“Il nostro programma di anti-frammentazione è in essere da Android 1.0 e resta una priorità per offrire un’esperienza di qualità agli utenti e una piattaforma coerente agli sviluppatori”. Posizione, questa, abbracciata da tutti i membri della Open Handest Alliance.
“Il nostro approccio – ha affermato – resta invariato: nessuna chiusura o restrizione contro la personalizzazione delle UI. Non c’è e non c’è mai stata l’intenzione di standardizzare la piattaforma su una singola architettura chipset”.
Android, dunque, continuerà ad essere una piattaforma open source, ma “il codice sorgente sarà rilasciato quando sarà pronto”, ha aggiunto, sottolineando che anche mentre lui scrive il post, il team Android lavora duramente per portare tutte le nuove caratteristiche di Honeycomb sui dispositivi mobili.
“Non appena questo processo sarà compiuto pubblicheremo il codice. Questo temporaneo rinvio non rappresenta un cambiamento di strategia”, ha puntualizzato di nuovo, sottolineando che la società resta fermamente impegnata a offrire Android come una piattaforma open source su molti tipi di dispositivi differenti.
Dal lancio del primo dispositivo, nel 2008, Android è cresciuto esponenzialmente e secondo le previsioni di Gartner l’Os sarà presente in quasi la metà dei 630 milioni di smartphone in circolazione nel 2012 (leggi articolo).