Italia
Il Contratto di servizio RAI 2010-2012 verrà sottoscritto proprio in questi giorni, nel testo approvato lo scorso 24 marzo in Cda e concordato con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Lo assicura lo stesso dicastero, rispondendo a un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Roberto Rao (Udc) sul Contratto di servizio RAI e sul tavolo tecnico di confronto per l’adozione di un Codice sulla rappresentazione delle donne in televisione.
Il sottosegretario Stefano Saglia ha, tra l’altro, informato che vi è già stato uno scambio di corrispondenza tra il Ministro Paolo Romani e il Presidente della RAI, Paolo Garimberti, al fine di individuare le modalità operative che porteranno alla firma del Contratto.
Relativamente – citando l’atto di sindacato ispettivo in esame – all’esigenza di una “corretta rappresentazione dell’immagine delle donne e più in generale del mondo femminile da parte della televisione“, Saglia ha sottolineato che l’art. 2 comma 3, lettera b, del nuovo Contratto prevede la valorizzazione e, testualmente, la “rappresentazione reale e non stereotipata della molteplicità di ruoli del mondo femminile, anche nelle fasce di maggior ascolto, promuovendo tra l’altro seminari interni al fine di evitare una distorta rappresentazione della figura femminile, con risorse interne ed esterne, anche in base a indicazioni provenienti dalle categorie professionali interessate”.
Questo significa, si legge ancora nella nota, non solamente impostare la questione sotto il profilo della normazione e della regolamentazione, ma dare l’avvio a una nuova tendenza culturale che rappresenti il risultato di una profonda osmosi tra il mondo della comunicazione pubblica radiotelevisiva e i settori direttamente interessati.
Inoltre, ha aggiunto Saglia, si tratta, ed è bene specificarlo, di un’assoluta novità introdotta nel nuovo Contratto – l’art. 2, comma 7 stabilisce – citando testualmente – che la “RAI opera un monitoraggio, con produzione di reportistica annuale, che consenta di verificare il rispetto circa le pari opportunità, nonché la corretta rappresentazione della dignità della persona nella programmazione complessiva, con particolare riferimento alla distorta rappresentazione della figura femminile e di promuovere un’immagine reale e non stereotipata. I report – e questo è il punto di maggior rilievo che va nella direzione auspicata dall’On. Rao – devono essere trasmessi al Ministero, all’Autorità e alla Commissione Parlamentare”.
Tale monitoraggio è importante perché consentirà al Ministero di poter verificare la necessità di eventuali variazioni migliorative al Contratto stesso per gli anni a seguire, di concerto con gli altri attori interessati
Infine, si fa presente che l’art. 29 del Contratto di servizio stabilisce che entro 30 giorni dall’entrata in vigore del medesimo, con decreto del MiSE sarà “istituita presso il Ministero un’apposita commissione composta da otto membri, quattro designati dal Ministero e quattro dalla RAI, con l’obiettivo di definire – in coerenza con l’evoluzione dello scenario di riferimento – le più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nel presente contratto, nonché di valutarne il grado di compiutezza al fine di verificarne l’adempimento”.
A questo si aggiunga che questo Governo è – come del resto dimostrato anche dall’attività del Ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna – da sempre impegnato sul versante della difesa e tutela della dignità della donna.
In data 8 marzo, scorso, infatti, in sede di discussione delle Mozioni su donne e sistema dei media, il Ministro Carfagna ha affermato che, “aderendo alle linee tracciate dalla Commissione Europea in tema di parità, ha siglato lo scorso gennaio un protocollo di intesa con l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria finalizzato all’adozione di modelli di comunicazione commerciale che tutelino la dignità della donna“. Tale iniziativa prevede anche la possibilità di chiedere il ritiro immediato di pubblicità eventualmente offensive per l’immagine e la rappresentazione della donna.
Il Nuovo Contratto di servizio RAI, quindi, non fa altro che recepire le proposte formulate dal Comitato donne e media e dalla Commissione parlamentare di vigilanza, di realizzare un monitoraggio sulla corretta rappresentazione della figura femminile.
In ultimo, sulla questione relativa alla richiesta di rinvio della scadenza del Contratto al 2013, si fanno presente le seguenti considerazioni.
In primo luogo, la legge prevede una durata triennale del Contratto di servizio, consentendo l’eventuale proroga dello stesso fino all’approvazione di un nuovo testo contrattuale; inoltre, si è inteso mantenere la validità del contratto per il triennio stabilito, anche in coerenza con le Linee guida dell’AGCOM elaborate con riferimento al periodo 2010-2012.
Si evidenzia, inoltre, come alcune delle nuove disposizioni, introdotte nel Contratto 2010-2012, rispondano proprio all’esigenza di accompagnare l’azienda di servizio pubblico in questa delicata fase di transizione dal sistema analogico a quello digitale terrestre su tutto il territorio nazionale che, per legge, si concluderà proprio nel 2012.
In tale senso, ha concluso il sottosegretario Saglia, si ritiene più opportuno procedere ad una nuova verifica del contenuto degli obblighi di servizio pubblico alla luce dell’evoluzione tecnologica e di prodotto e delle mutate esigenze culturali che, eventualmente, saranno riscontrate nel 2012, a switch-off avvenuto, quando, per questo motivo, sarà possibile avere di fronte un nuovo scenario di riferimento.
Rao, replicando, si è dichiarato parzialmente soddisfatto per la risposta molto puntuale fornita dal Governo. Il parlamentare stigmatizza il ritardo temporale in merito all’approvazione del Contratto di servizio, ricordando come essa intervenga a distanza di otto mesi dal parere reso dalla Commissione di vigilanza sulla RAI sul contratto stesso. Auspica quindi che per il futuro i rapporti tra il Ministero e l’azienda possano essere semplificati, in modo da non creare un danno per gli utenti finali per cui è stato ideato il contratto di servizio, volto in particolare a tutelare i soggetti più deboli. Per ciò che riguarda la rappresentazione della figura femminile, ricorda che quotidianamente sul mezzo audiovisivo si assiste a scene ripetutamente lesive della dignità della donna, scene che propongono degli stereotipi riduttivi non corrispondenti al reale valore e al ruolo che la donna occupa nella società.
Ricorda che proprio a seguito di una proposta da lui avanzata e votata all’unanimità in Commissione di vigilanza sulla RAI è stato previsto un sistema di monitoraggio da compiersi da parte dell’azienda al fine di verificare gli eccessi e le distorsioni che vengono trasmessi in dispregio della figura femminile. Conclude auspicando un profondo cambiamento culturale e di approccio al problema, che possa consentire soprattutto alle giovani generazioni di non crescere con una idea di donna ‘oggetto’, secondo stereotipi sbagliati che i parlamentari della Repubblica e la RAI come servizio pubblico non possono avallare e debbono contrastare con azioni concrete.
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