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Vivendi-SFR: affare fatto. Vodafone cede per 7,95 mld di euro

Europa


L’accordo è stato infine raggiunto ieri: Vivendi acquisterà da Vodafone il 44% dell’operatore mobile SFR non ancora in suo possesso per 7,95 miliardi di euro (oltre a un acconto sui dividendi da 200 milioni di euro).

L’acquisto lascia a Vivendi il pieno controllo della sua maggiore divisione: l’operatore mobile, secondo in Francia solo a Orange (France Telecom) ha generato nel 2010 ricavi di 12,5 milioni di euro, in aumento dell’1,2% rispetto al 2009, e utili di 8,9 milioni di euro.

Il montante pagato da Vivendi è pari a 6,2 volte l’Ebitda 2010, che è stato di 3,97 milioni di euro.

Vivendi ambisce da diverso tempo al controllo di SFR e le trattative sono partite non appena la società guidata da Jean-Bernard Lévy ha ceduto il 12,34% della propria partecipazione nella società americana di media NBC Universal a General Electric per 3,8 miliardi di dollari (2,77 miliardi di euro), arrivando così a totalizzare 5,8 miliardi di dollari (4,24 miliardi di euro) dalla cessione dell’intera quota del 20% detenuta in NBC.

L’operazione, che dovrebbe essere finalizzata entro giugno, sarà finanziata, dunque, interamente in contanti e – sul piano finanziario – dovrebbe consentire a Vivendi di migliorare la redditività e di aumentare, il prossimo anno, i dividendi.

 

Sul piano strategico, SFR manterrà per tre anni gli accordi commerciali con Vodafone e ottiene, soprattutto, la possibilità di ampliare la propria presenza sulla scena internazionale. Vivendi ha chiarito che l’acquisizione del controllo di SFR non implica un maggiore focus sulle telecomunicazioni: presente nei mercati della musica, dei videogiochi e della televisione, il gruppo intende mantenere la propria presenza su tutti questi fronti. Non si esclude, infatti, la prossima acquisizione del 20% di Canal+ France detenuto da Lagardere, il quale ha annunciato di aver posticipato la quotazione di questa partecipazione in ragione dell’eccessiva instabilità dei mercati finanziari.

Vodafone, dal canto suo, prosegue nella sua strategia di dismissioni che porterà il gruppo a rincentrarsi sull’Europa, l’Africa e l’India: la società – che ha appena acquisito il 33% di Essar, terzo operatore mobile indiano – ha ceduto a novembre scorso la partecipazione nella società giapponese Softbank per 5 miliardi di dollari e due mesi prima aveva venduto la partecipazione in China Mobile per altri 5 miliardi di dollari.
 

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