Video on demand: Warner Bros allarga l’offerta su Facebook

di Raffaella Natale |

Cinque nuove film arricchiranno l’offerta streaming disponibile per gli utenti del social network.

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Si fa sempre più agguerrita la competizione sul mercato internet del video on demand. Warner Bros ha così ampliato, aggiungendo altri cinque film, la propria offerta per gli utenti di Facebook che, in base all’accordo, potranno noleggiare film on demand o in streaming al costo di 30 crediti (equivalenti a 3 dollari) e guardarli entro 48 ore.

In base ai nuovi impegni gli studios americani, controllati da Time Warner, metteranno a disposizione del primo social network del mondo “Harry Potter and the sorcerer’s stone”, “Harry Potter and the chamber of secrets”, “Inception”, “Life as we know it” e “Yogi Bear”.

 

All’inizio del mese, le due società hanno stretto un accordo spiegando che si tratta di un primo test che partirà dagli Stati Uniti e dovrebbe essere poi esteso ad altri mercati. La piattaforma sociale di Mark Zuckerberg è già la sesta al mondo per diffusione dei video, grazie ai contenuti postati dagli utenti, con 42 milioni di spettatori e una media di 15,4 minuti per spettatore.

Finora, Facebook non aveva avviato alcuna iniziativa per il lancio di un servizio video a pagamento e la partnership con Warner Bros dimostra che al momento non ha intenzione di farlo, permettendo piuttosto ad altre compagnie di usare la sua piattaforma per la distribuzione di film e dividerne i guadagni.

A Facebook andrà, infatti, il 30% come per tutte le transazioni effettuate con la  sua valuta virtuale. I film, tra l’altro, non saranno corredati da alcun tipo di pubblicità, a parte i display ads che compaiono a destra della pagina.

 

Il mese scorso, Warner Bros aveva lanciato ‘app editions’ di “The Dark Knight” e “Inception”, per guardare i film sull’iPhone e sull’iPad o scaricarli dall’iTunes o dal Vudu Store di Wal-Mart al costo di 10 dollari.

 

L’aggiunta di nuovi canali di distribuzione per i film online mira a diluire il potere contrattuale di Apple e Netflix nei confronti delle major che, dal canto loro, sono consapevoli che l’intrattenimento ormai viaggia soprattutto sul web e che le offerte devono essere attuali e convenienti, così da scoraggiare il ricorso alla pirateria.

 

Gli studios, infatti, non possono più contare soltanto sulle vendite di DVD, che lo scorso anno hanno generato profitti per 7,8 miliardi di dollari, in calo del 43% rispetto al picco registrato nel 2006 di 13,7 miliardi. Un business messo già in crisi dall’arrivo di servizi come Netflix e YouTube, che hanno portato sull’orlo del fallimento le catene di noleggio tradizionali come Blockbuster.

Google ha tra l’altro appena acquistato il servizio Next New Networks (leggi articolo), che conta su 6 milioni di abbonati, i quali vanno ad aggiungersi ai circa 500 milioni di visitatori unici di YouTube.

 

A gennaio, tra l’altro, Netflix aveva deciso di interrompere i suoi legami con Facebook, che permetteva ai suoi utenti di condividere i ratings sui film sulla piattaforma sociale, mentre a febbraio, confermando le attese degli analisti che hanno previsto un’escalation della concorrenza nel settore, anche Amazon ha lanciato un servizio di streaming (leggi articolo).

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