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Google avrebbe avviato trattative con MasterCard e Citigroup per integrare negli smartphone Android la tecnologia NFC, in grado di abilitare i piccoli pagamenti. Il gruppo di Mountain View cerca così di dare nuovo impulso al business della pubblicità: il sistema permetterebbe infatti di offrire ai negozianti un maggior numero di dati sui loro clienti, aiutandoli ad attrarli con sconti e offerte promozionali quando si trovano nelle vicinanze.
Il progetto, secondo il Wall Street Journal, permetterebbe ai possessori di carte di credito Citigroup di pagare i loro acquisti attivando un’applicazione disponibile attualmente per un solo modello Android, ma che dovrebbe sbarcare sui molti nuovi dispositivi di prossima uscita. Google non tratterrebbe alcuna percentuale sulle transazioni.
Gli utenti riceverebbero sul loro smartphone pubblicità mirate o sconti e potranno gestire account e spese effettuate sempre dal dispositivo.
I terminali in grado di abilitare i pagamenti con questo sistema saranno forniti da VeriFone.
La tecnologia alla base del sistema di pagamento mobile è la NFC (Near Field Communications) – già ampiamente sperimentata in Giappone – che permette uno scambio di dati tra dispositivi elettronici in maniera touch-based, cioè non appena li si sfiora.
La tecnologia è considerata abbastanza sicura: come le tradizionali carte di credito, le compagnie coprirebbero i costi di eventuali acquisti non autorizzati.
Secondo l’analista Nick Holland di Yankee Group, la tecnologia NFC “è più sofisticata di quella usata nelle carte di credito e rende molto difficile l’eventuale furto delle informazioni dei consumatori” stipate nei dispositivi.
Anche Apple e RIM, per avvantaggiarsi delle opportunità di questo nascente mercato, stanno considerando di inserire la tecnologia nei loro prossimi smartphone.
Le società di carte di credito, come MasterCard e Visa hanno avviato diverse sperimentazioni sui programmi di pagamento contactless e mobile: Visa, ad esempio, ha avviato in partnership con diverse banche dei test su programmi di mPayment che permettono agli utenti di effettuare piccoli pagamenti col loro cellulare equipaggiato con uno speciale chip e un’antenna.
Google, intanto, è alle prese col prossimo avvicendamento ai vertici, in vista del quale Larry Page – che dal 4 aprile prenderà il posto di Eric Schmidt alla carica di amministrazione delegato – ha avviato una serie di mosse per tagliare la burocrazia a capire in che modo l’azienda possa tornare a pensare e agire come una start up più che come un incumbent.
Ingegneri, dirigenti e manager sarebbero stati ascoltati in questi giorni da Page per esporre i loro progetti e le loro difficoltà: l’obiettivo è di riportare la società alla ‘snellezza’ dei suoi primi anni, quando l’attività era circoscritta alla ricerca online e i dipendenti erano circa 200 (attualmente sono 24 mila).
Le attività di ricerca online sono ancora il cuore del business, da cui la società ha generato lo scorso anno introiti per 30 miliardi di dollari, ma Google nel frattempo si è mossa su moltissimi altri fronti: dall’advertising alla telefonia mobile, passando per la digitalizzazione dei libri. Oltre alla concorrenza di altri gruppi come Facebook e Apple, il gruppo è sempre più spesso nel mirino delle Autorità: i casi più recenti, la multa da 100 mila euro comminata dal Garante privacy francese per i dati illecitamente raccolti dal servizio Street View e lo stop imposto dalla Corte di New York al progetto di biblioteca digitale.