Italia
Grande notizia per la campagna Donne e Media. “Il 15 marzo al Senato – ha fatto sapere Gabriella Cims, promotrice dell’Appello – i parlamentari di ogni schieramento hanno voluto convergere su un unico testo per la mozione, il cui contenuto è il manifesto da noi proposto in questi 16 mesi, a partire dal novembre 2009″, sui quali s’è raggiunta l’intesa attraverso la liste campagna web di key4biz e i dibattiti pubblici promossi nel corso dell’anno.
Il Governo si è impegnato – ha detto la Cims – e monitoreremo che ciò accada al meglio per la convocazione del tavolo di confronto tra istituzioni e aziende, necessario per l’adozione di un Codice deontologico condiviso.
Per la Cims, questo è il presupposto base per l’insediamento di un Organismo ad hoc di monitoraggio e controllo su tutti i mezzi di comunicazione e non solo per la Rai.
L’8 marzo al Quirinale è stato anche consegnato al presidente Giorgio Napolitano il testo degli emendamenti Rai, il primo punto del piano di riforme.
Nell’Odg del 15 marzo, presentato da Vittoria Franco, s’è sottolineato che in Italia negli ultimi anni è senza dubbio compromesso il rapporto tra l’immagine delle donne offerto dai media e il ruolo delle donne nella realtà, a causa della rappresentazione distorta che ne fanno i mezzi di comunicazione ricorrendo a stereotipi riduttivi e fuorvianti.
S’è ricordato che la rappresentazione delle donne trasmessa più frequentemente dai media e dalla pubblicità incide soprattutto sulle giovani generazioni; evidenziando che il tema delle pubblicità lesive della dignità delle donne e di una più rispondente, rispettosa e attenta rappresentazione del genere femminile nei media è al centro del dibattito sociale del Paese.
Anche il Presidente Napolitano ha ammonito a non fare un uso consumistico della donna e a non considerarla come oggetto.
Oggi, si legge ancora nell’Odg, lo sviluppo esponenziale dei mezzi di comunicazione di nuova generazione come Internet e i Social Network ha un ruolo crescente nella vita delle persone con nuove opportunità e nuovi rischi, richiedendo alle tradizionali agenzie educative una maggiore e diversa responsabilità e presenza per contrastare una rappresentazione delle donne nella società italiana largamente non rispondente alla realtà e modelli effimeri e distorti proposti ai giovani.
In questo contesto è necessario ribadire la responsabilità dei media nel determinare una tendenza a un uso strumentale della figura femminile e a una sua inappropriata rappresentazione negandole dignità nella diversa identità.
Da anni questa situazione è oggetto di appelli di intellettuali, petizioni popolari, mozioni parlamentari, studi scientifici, risoluzioni e raccomandazioni dell’Unione europea e dell’ONU. La Commissione di vigilanza ha espresso un parere sul tema, che contempla, fra l’altro, la creazione di un Osservatorio autonomo per il monitoraggio qualitativo e quantitativo della rappresentazione di genere, impegna il Governo ad assumere le opportune iniziative, anche di carattere legislativo, volte ad adempiere agli obblighi comunitari sanciti dalle risoluzioni sul tema dell’Unione europea, nonché a dare seguito alle raccomandazioni del Comitato Onu per la CE-DAW, al fine di garantire un’informazione pubblicitaria che sia rispettosa della figura femminile.
Il Governo dovrà anche promuovere campagne di informazione finalizzate alla diffusione e alla valorizzazione del lavoro e delle opere delle donne in ambito imprenditoriale, artistico, culturale, scientifico, sociale e politico in particolare nelle scuole per evitare che i giovani e le giovani ricevano messaggi discriminatori e fuorvianti e si perpetuino stereotipi non veritieri che costituiscono modelli sbagliati di riferimento.
L’esecutivo dovrà promuovere e sostenere la condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia come sancita dalla Costituzione e nella società, evidenziando la necessità di una piena parità e di maggiori garanzie in ordine alla precarietà del lavoro, alla parità di retribuzione e alla conciliazione; sostenere ogni iniziativa utile a valorizzare e potenziare gli strumenti di educazione dei giovani a un utilizzo critico, consapevole e responsabile dei mezzi di comunicazione. Incoraggiare azioni che favoriscano l’accesso alle posizioni dirigenziali del sistema radiotelevisivo pubblico, con particolare attenzione alle testate giornalistiche, finalizzato a una crescente influenza sulle scelte editoriali e di palinsesto.
Il Governo dovrà tenere conto adeguatamente in sede di stipula del Contratto di servizio 2010-2012 dei principi espressi nel parere della Commissione di vigilanza Rai, affinché il sistema radiotelevisivo pubblico, che attualmente rappresenta il principale e più popolare strumento di diffusione della conoscenza e dell’informazione, svolga opera di sensibilizzazione al rispetto della diversità di genere, finalizzando la corretta rappresentazione della figura e del ruolo delle donne alla rimozione di ogni espressione di discriminazione e di stereotipi lesivi della dignità delle stesse.
Si impegnerà altresì a elaborare una proposta di “codice di autoregolamentazione” che fornisca, nel rispetto delle norme e dell’indipendenza dell’informazione, linee guida al sistema radiotelevisivo, della carta stampata e della pubblicità che perseguano, anche nelle forme di linguaggio, il massimo rispetto della rappresentazione della figura femminile.
Video dell’intervento di Gabriella Cims
La Tv delle donne, l’eccellenza della normalità (SLIDES)
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