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Accordo fatto tra Deutsche Telecom e AT&T per l’acquisizione, da parte di quest’ultima, della divisione americana T-Mobile Usa, nell’ambito di una transazione valutata 39 miliardi di dollari.
Nello specifico, l’operazione, annunciata da un comunicato congiunto dei due gruppi, sarà realizzata con un pagamento in contanti di 25 miliardi di dollari e il resto in azioni. L’operatore tedesco dovrebbe ritrovarsi azionista con un capitale di circa l’8% e in ogni caso non al di sotto del 5%.
Deutsche Telekom ha fatto il suo ingresso nel mercato mobile americano nel pieno della bolla telecom, nel 2001, quando acquistò per 30 miliardi di dollari in contanti e azioni il gruppo VoiceStream Wireless, successivamente ribattezzato T-Mobile Usa.
Alla luce della crescente competizione e della necessità di investire pesantemente nelle infrastrutture di nuova generazione, il Ceo di Deutsche Telecom, Renè Obermann, ha lavorato con Morgan Stanley su varie opzioni per valorizzare l’asset, incluso lo spin-off, la quotazione in Borsa e la vendita.
Grazie a questa operazione, AT&T spera di riprendere la prima posizione sul mercato mobile americano, soffiatagli da Verizon nel 2009. L’offerta valuta T-Mobile Usa sette volte l’Ebitda 2010, contro l’enterprise value 2010 di AT&T che si attestava a 5,2 volte l’Ebitda.
T-Mobile Usa è il quarto operatore mobile sul mercato Usa ed è considerato il ‘figliolo problematico’ di Deutsche Telekom, di cui rappresenta un quarto del fatturato, ma con utili in calo e una quota di mercato che ha sofferto della mancanza dell’iPhone nel portafoglio prodotti. AT&T, dal canto suo, sta per perdere l’esclusiva sul dispositivo Apple.
All’inizio del mese, si erano intensificati i rumors su un possibile avvicinamento tra Deutsche Telekom e Sprint, numero tre della telefonia mobile statunitense.
La transazione, già approvata dai consigli di amministrazione dei due gruppi, dovrà ricevere il via libera delle autorità antitrust e dovrebbe quindi essere effettiva entro i prossimo 12 mesi, per mostrare i suoi effetti positivi sugli utili di AT&T entro il terzo anno dalla sua messa in atto.
In particolare, AT&T conta sull’integrazione dei rispettivi network – che utilizzano la stessa tecnologia – per accelerare lo sviluppo delle offerte 4G basate su LTE, segmento in cui AT&T è stata spesso criticata per le sue deboli performance. In totale, AT&T aggiungerà ulteriori 33,7 milioni di utenti alla sua base di 96 milioni di utenti – per una quota di mercato complessiva del 43% dal 32% attuale e contro il 34% di Verizon – e porterà il fatturato realizzato nel mobile da 58,5 a 80 miliardi di dollari.
Non è mancata la reazione degli altri operatori attivi sul mercato: secondo Sprint, ad esempio, l’accordo altererà significativamente gli equilibri dell’industria wireless americana, che finirà per essere dominata da due compagnie che controlleranno l’80% del mercato.
AT&T si è detta comunque fiduciosa circa l’approvazione dell’accordo da parte delle autorità Antitrust, che potrebbero tuttavia richiedere alla società la cessione di alcuni asset.
“Si tratta – ha affermato il Ceo di AT&T Randall Stephenson – di un’opportunità unica, in cui le sinergie supereranno il prezzo pagato”.
Tale è la fiducia di AT&T nell’esito positivo della transazione che il gruppo ha accettato di pagare a DT una penale di 3 miliardi di dollari oltre alla fornitura di spettro radio addizionale, se l’accordo dovesse saltare per qualche motivo.
Deutsche Telekom non utilizzerà il denaro ottenuto per fare nuovi acquisti, ma utilizzerà 13 miliardi di euro per ridurre il debito e 5 miliardi di euro per riacquistare azioni proprie. Secondo l’analista Bernstein, Robin Bienenstock, l’accordo è comunque positivo per il gruppo europeo: se andasse a buon fine la società si sarebbe liberata di un asset problematico, ma se così non fosse incasserebbe comunque 3 miliardi di dollari, porzioni aggiuntive di spettro e un accordo di roaming.