Vodafone: si complicano le trattative con Vivendi su cessione SFR, mentre negli Usa si punta al ritorno ai dividendi

di Alessandra Talarico |

Viivendi non sembra disposta a spendere oltre 6,9 mld di euro per il 44% di Vodafone in SFR. Negli Usa si allontana l'ipotesi cessione per la quota in Verizon Wireless e Colao starebbe trattando per ottenere un ritorno ai dividendi.

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Vittorio Colao

Mentre sul mercato americano Vodafone è in trattative con Verizon Communications in vita dell’attuazione di una strategia volta ad ottenere risparmi per circa 1 miliardo di euro e un ritorno alla distribuzione dei dividendi, in Francia si complicano i negoziati con Vivendi per la cessione della quota di minoranza che il gruppo britannico detiene nell’operatore SFR.

Secondo il Financial Times, infatti, Vivendi non sarebbe disposta a pagare più di 6,9 miliardi di euro (6 miliardi di sterline) per rilevare il 44% di Vodafone in SFR a fronte di un valore che Vodafone invece stima in 7-9 miliardi di euro.

 

Se il gruppo media francese sborsasse 6 miliardi, l’enterprise value di SFR arriverebbe a 20,9 miliardi di euro, un valore di 5,5 volte superiore all’Ebitda dell’operatore francese nel 2011 (secondo le stime degli analisti di Citygroup). Un multiplo sostanzialmente in linea con i valori del mercato e la maggiore cessione di asset da parte di Vodafone.

L’accordo, tuttavia, potrebbe scontentare gli azionisti del gruppo britannico, che puntano su una cifra corrispondente ad almeno sei volte l’Ebitda, quindi sul pagamento di almeno 7,7 miliardi di euro.

 

Vivendi ambisce da diverso tempo al controllo di SFR e le trattative sono partite non appena la società guidata da Jean-Bernard Lévy ha ceduto il 12,34% della propria partecipazione nella società americana di media NBC Universal a General Electric per 3,8 miliardi di dollari (2,77 miliardi di euro), arrivando così a totalizzare 5,8 miliardi di dollari (4,24 miliardi di euro) dalla cessione dell’intera quota del 20% che aveva in NBC.

L’acquisto della quota SFR non ancora in suo possesso, lascerebbe infatti a Vivendi il pieno controllo della sua maggiore divisione: l’operatore mobile, secondo in Francia solo a Orange (France Telecom) ha generato nel 2009 più della metà dell’Ebitda di Vivendi, circa 4 miliardi di euro.
Levy ha però più volte affermato di non essere disposto a pagare qualsiasi prezzo per ottenere il suo obiettivo.

 

Il gruppo di Vittorio Colao ha annunciato la vendita di SFR nell’ambito del processo di dismissione delle quote di minoranza acquisite nel corso degli ultimi 10 anni, che ha portato alla creazione di una divisione ad hoc, che fa capo allo stesso Ceo, e che si occupa di “massimizzare” il valore delle partecipazioni, oltre che in SFR, anche in Verizon Wireless (Usa). Nell’ambito di questa strategia è stata ceduta, ad esempio, il 3,2% di China Mobile, da cui la società ha incassato 5,1 miliardi euro, il doppio di quanto aveva speso.
Colao, rispondendo a Levy, ha affermato che la società non è costretta a cedere i suoi asset “a tutti i costi”, mentre sul fronte americano l’Ad sta cercando di ottenere il ritorno ai dividendi, che non vengono distribuiti per ripianare i debiti.

La quota di Vodafone in Verizon Wireless è stata valutata dagli analisti circa 39 miliardi di euro e le nuove trattative sui dividendi sono un ulteriore conferma che Verizon Communications non sembra disposta a mettere mano al portafogli per aggiudicarsi il controllo del gruppo.

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