Stati Uniti
I siti di viaggi online sono intimoriti dall’avanzata di Google nel loro settore e hanno deciso di far fronte comune per impedire che la società americana possa penetrare un segmento di mercato dal quale fino a oggi è stata fuori.
Google ha aperto le ostilità ne luglio scorso, annunciando la firma di un accordo da 700 milioni di dollari con ITA Software, le cui tecnologie sono alla base di moltissimi portali per la ricerca di voli (tra cui anche Bing e Kayak). Al momento l’operazione è al vaglio della Autorità antitrust.
Quella di Google è proprio una strategia mirata, visto che recentemente ha anche comprato il sito britannico beatthatquote.com per 61 milioni di dollari. L’acquisizione gli darà la possibilità di accedere a programmi che permettono ai consumatori di confrontare i prezzi dei prodotti in aree come finanza, assicurazioni e servizi legali.
Per gli analisti, Google sta cercando di espandere la sua presenza su Internet in quello che chiamano ‘vertical search’ markets (mercati di ricerca verticale) che si specializzano in settori particolari come la finanza o i viaggi.
ITA è stata fondata nel 1996 da alcuni programmatori della prestigiosa università del Massachusetts Institute of Technology (MIT). L’acquisizione permetterà a Google di rafforzare la web search con uno dei principali strumenti di ricerca online di viaggi. La cosa ovviamente fa tremare i professionisti del settore.
La contromossa è stata veloce: Expedia, TripAdvisor e la stessa Microsoft, in diretta concorrenza con Google con il proprio motore di ricerca Bing, hanno creato Fairsearch.org, un’associazione di categoria destinata a contrastare l’acquisto di ITA.
“Questa operazione – ha dichiarato Fairsearch.org – minaccia la concorrenza e se la transazione dovesse ottenere il via libera, si potrebbe determinare un rincaro dei prezzi e una minore possibilità di scelta nelle ricerche online”.
Un’alleanza che, ha ribadito Thomas Barnett, consulente legale di Expedia, “rischia di dar vita a un’entità in grado di esercitare un effettivo controllo sulla ricerca dei viaggi online”.
Fairsearch.org ha quindi chiesto al Dipartimento di Giustizia USA di bloccare l’acquisizione, come aveva fatto nel 2008 per l’accordo tra Google e Yahoo! nella pubblicità.
Steve Kaufer, patron di TripAdvisor (cliente di ITA), ha spiegato che attualmente “I prezzi restano bassi perché gli utenti possono scegliere tra un gran numero di compagnie aeree, su una molteplicità di siti internet”.
Se l’acquisizione dovesse passare l’esame dell’Antitrust, ha avvertito Kaufer, “ci sarà un solo posto dove acquistare i biglietti. La cosa potrebbe essere indubbiamente interessante per Google, ma non per i consumatori”.
ITA è “una risorsa unica e insostituibile“, ha evidenziato Robert Birge, responsabile Marketing per Kayak, altro partner Fairsearch.org.
Controllando ITA, Google potrebbe limitare l’uso che ne fanno altre aziende, “non rinnovando i contratti di licenza o non fornendo gli aggiornamenti”.
Per non correre rischi, Kayak ha già avviato delle trattative con Google e ITA sul rinnovo del proprio contratto, che scade nel 2013, cercando di ottenere maggiori garanzie su una serie di punti. Ma non ha cavato un ragno dal buco. La risposta è stata un secco No.
Secondo Thomas Barnett, il Dipartimento USA potrebbe accontentarsi di imporre solo alcune restrizioni all’acquisizione, ma così facendo sarebbe difficile stimare le reali conseguenze sul mercato.
“In questo affare – ha affermato Barnett – la soluzione migliore è bloccare la transazione”.
Dalla sua parte, Google sostiene che l’acquisto di ITA permetterebbe di creare dei nuovi strumenti di ricerca per i viaggi e assicura di non avere ambizioni a fissare i prezzi né a vedere biglietti aerei.
Marissa Mayer di Google ha recentemente commentato che “per molte persone è esasperante trovare il miglior volo al miglior prezzo”. Ed ecco che Google offre la soluzione.