Mondo
La notizia del prossimo sbarco di Amazon sull’Android Market con un proprio App Store circola già da un paio di settimane, ma nelle ultime ore stanno emergendo nuovi particolari su come la società americana intenda differenziare la propria offerta da quella di Google puntando sul rafforzamento del legame tra gli utenti e i servizi cloud.
Amazon, in particolare, promette un ‘digital locker‘ che rifletterebbe la struttura della piattaforma eBook Kindle. Particolare che portato molti osservatori a speculare sul fatto che Amazon andrà anche oltre e lancerà un dispositivo apposito per il nuovo servizio, probabilmente un tablet Android.
Con o senza hardware, lo store Amazon supporterà la filosofia del Kindle ‘compra una volta, leggi dovunque’: gli utenti potranno usare le app acquistate su qualsiasi dispositivo Android registrato al servizio, mantenendo i diritti di accesso ai contenuti.
“Questo garantisce ai clienti che le app acquistate siano disponibili per l’uso su qualsiasi dispositivo supportato, anche se l’utente le ha disinstallate o rimosse in precedenza”, ha affermato Zahur Peracha, che si occupa dello sviluppo delle tecnologie Android per Amazon.
Il digital locker basato sul cloud lavorerà in tandem col sistema DRM di Amazon: ogni app coperta da DRM richiederà agli utenti di aver installato e di essere registrati al client per accedere all’App Store Amazon, così da proteggere i diritti degli editori. Il diritto a usare l’applicazione può essere acquisito solo acquistando da Amazon, a un prezzo stabilito dalla società, non dagli sviluppatori, così come avviene per tutti gli altri prodotti in vendita sul suo store.
Agli sviluppatori, come è ormai prassi, andrà il 70% dei profitti. Per loro, il vantaggio di utilizzare lo store di Amazon risiede proprio nel maggiore controllo sui contenuti rispetto all’Android Market e anche la possibilità di usare una serie di funzioni di marketing automatizzate, inclusa la sezione dedicata ai contenuti più rilevanti e la sezione Bestseller.
Il digital locker di Amazon ricalca la tecnologia License Verification Library (LVL) di Google, che allo stesso modo lega gli utenti ai suoi servizi cloud, rendendo le app e i contenuti inutilizzabili se l’utente non scarica il client su ogni dispositivo che usa.