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Dtt. Paolo Romani assicura: ‘Le frequenze della Difesa verranno messe all’asta’. Tra qualche settimana partirà invece il beauty contest

Italia


Le frequenze del Ministero della Difesa non sono sparite dall’asta per il digitale. Lo assicura il Ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani a margine del convegno sull’Ict in Italia.

Le frequenze del Ministero della Difesa, che dovranno essere messe all’asta insieme a quelle del dividendo digitale esterno, “non sono mai sparite, il ministero aveva una riserva sul canale 69 che dovrà essere messo a disposizione come tutti i canali della banda 800″, ha riferito Romani.

 

E proprio sul dividendo digitale estero si sta giocando la partita più dura. Da questa asta, cui concorreranno gli operatori tlc, il governo spera di ottenere 2,4 miliardi. Ma si tratta solo di una previsione. Le tv locali sono sul piede di guerra perché l’articolo 1 della Legge di Stabilità (la ex Finanziaria) indica all’Agcom di avviare le procedure di assegnazione delle frequenze da 790 a 862 MHz (canali UHF 61-69) alla banda larga, cosi come raccomandato dall’Unione Europea. Il tutto dovrebbe avvenire entro dicembre 2012 e il ministero potrà cambiare le assegnazioni o addirittura espropriarle.

Per il rilascio di dette frequenze è prevista la corresponsione di un indennizzo ritenuto insufficiente dalle emittenti locali le quali, oltre a essere state pesantemente danneggiate dal digitale terrestre in termini di perdita di ascolti e, conseguentemente, di ricavi, temono di non recuperare nemmeno le somme investite negli impianti.

A parte l’indennizzo, ritenuto ‘ridicolo’, con la riduzione del numero di frequenze disponibili le emittenti locali temono anche di non avere le risorse necessarie per poter effettuare lo switch-off.

 

Romani ha anche informato che tra “qualche settimana” sarà lanciato il beauty contest per l’assegnazione dei 6 multiplex della tv digitale terrestre: “Dipenderà anche dall’Europa, ma si concluderà nel giro di qualche settimana”.

“Il beauty contest – ha ricordato Romani – è letteralmente un concorso di bellezza ed è gratuito: ce lo ha detto l’Unione europea. Noi avremmo ben volentieri voluto vendere le frequenze, ma ci è stato imposto di procedere in questo modo per consentire ai new comers di entrare nel mercato”.

 

Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che autorizza la partecipazione di Sky Italia, ha proseguito Romani, “il disciplinare è pronto e verrà mandato all’Unione europea: ormai siamo alle tecnicalità dell’ultimo chilometro e vedremo chi si aggiudicherà i sei multiplex”.

 

La vicenda dovrebbe dunque concludersi a breve, evitando all’Italia di pagare una multa di centinaia di milioni di euro.

Nel luglio 2006 Bruxelles aveva infatti inviato al governo italiano una lettera di messa in mora, primo passo della procedura d’infrazione, in seguito a un esposto depositato da Altroconsumo. La Commissione europea contestava la modalità con cui il nostro Paese aveva gestito l’avvio della televisione digitale terrestre, in pratica mantenendo nel nuovo mercato televisivo il potere di mercato degli operatori già presenti su quello della tv analogica.

In pratica la Ue chiedeva spiegazione sulla legge Gasparri in relazione alle modificazioni del sistema radio-tv, alcune delle quali poi giudicate dalla stessa Commissione incompatibili con il diritto comunitario.

Nel luglio 2007 venivano accordati all’Italia due mesi di tempo per correggere i rilievi di problematicità evidenziati dalla Commissione nei confronti della legge Gasparri nella parte relativa al digitale terrestre. Successivamente la procedura d’infrazione è stata sospesa in attesa dell’adozione da parte del Governo Italiano di misure atte a garantire il rispetto del diritto comunitario.

 

Nei giorni scorsi, il Comitato nazionale Italia digitale (CNID) ha presentato una nuova bozza di calendario per lo switch-off delle regioni mancanti.

Nel 2°semestre 2011, toccherà Liguria, Toscana. Umbria, Marche, Abruzzo e Molise. Nel 1°semestre 2012 concluderanno il passaggio Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia.

Romani ha inoltre predisposto una serie di approfondimenti tecnici da svolgersi in breve tempo per accogliere le esigenze poste dalle associazioni delle Tv locali e di alcune Regioni. Il CNID si riunirà, quindi, prossimamente per concordare definitivamente la proposta di calendario.

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