Mondo
Telefonini e Internet contribuiscono alla difesa della democrazia nel mondo più della televisione. E’ questa la conclusione cui è giunto Indra de Soysa, docente di scienze politiche alla Norwegian University of Science and Technology di Trondheim, in Norvegia, dopo aver studiato il panorama media di 137 Paesi ed analizzato il legame fra diversi strumenti di comunicazione – dai cellulari alla televisione e a Internet – e il rispetto dei diritti umani.
Lo studio, intitolato ‘Blog Vs Big Brother‘ e pubblicato sull’International Journal of Human Rights, sottolinea che la possibilità di usare i nuovi strumenti di comunicazione elettronica in un paese oppresso da una dittatura avrebbe più effetto in termini di promozione della democrazia di ripetuti incontri diplomatici.
Non lo stesso per la Tv che, anzi, “è particolarmente negativa per i diritti umani, dal momento che i governi repressivi spesso la usano a fini propagandistici”, come dimostrato dai recenti avvenimenti che hanno sconvolto la scena politica del Nord Africa.
Internet, telefonini e, ancora di più i social media, insomma, garantiscono un accesso libero ai canali di comunicazione esenti dal monitoraggio delle autorità, contribuendo a rendere la società più trasparente e i cittadini protagonisti attivi della realtà che stanno vivendo come mai avrebbe potuto fare la televisione che ormai infatti dipende in parte anche dal contributo dei nuovi media, come testimoniano le centinaia di migliaia di immagini riprese con i cellulari dai teatri delle recenti sommosse popolare e inviate ai broadcaster internazionali come la BBC o la CNN.
In Africa, sottolinea ancora de Soysa, i telefonini si stanno diffondendo come un virus, permettendo alle popolazioni di paesi altrimenti tagliati fuori perchè privi di altri strumenti di comunicazione, di entrare in contatto col mondo in una maniera completamente nuova: “Il mondo – ha sottolineato – sta diventando più piatto perchè la gente comunica ormai in maniera orizzontale”.
L’effetto più importante dell’avvento dell’information technology è che “i giovani si sentono ora cittadini del mondo e non credono più che debbano essere gli anziani a dettare le regole”.
