Pubblicità: per WPP utile in crescita del 34% nonostante il ‘frenemy’ Apple

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Nel 2011 la società spera di mettere a segno una crescita dei ricavi organici del 5%, grazie al rimbalzo del settore pubblicitario, guidato dagli Usa e dai mercati emergenti. Il margine operativo dovrebbe raggiungere il 13,7%.

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Martin Sorrell

Nel 2010 WPP, società leader nella pubblicità e nei servizi marketing, ha registrato un incremento dell’utile netto del 34% a 586 milioni di sterline, a fronte dei 437,7 milioni dell’anno precedente.

L’Ebit è pari a 1,23 miliardi di sterline, il 21% in più rispetto agli 1,21 miliardi dello scorso anno. I ricavi sono aumentati a 9,33 miliardi dagli 8,68 del 2009.

I ricavi organici sono progrediti dell’8,5%, grazie principalmente alla forza delle attività negli Stati Uniti, in Asia e America Latina. Il margine operativo è pari al 13,2%.

Wpp ha proposto un dividendo di 17,79 pence.

 

Nel 2011 la società spera di mettere a segno una crescita dei ricavi organici del 5%, grazie alla rimbalzo del settore pubblicitario, guidato dagli Usa e dai mercati emergenti. Il margine operativo dovrebbe raggiungere il 13,7%.

 

Nei giorni scorsi il Ceo di WPP, Martin Sorrell, ha rilasciato un’intervista al Financial Times nella quale approfondiva i rapporti tra il mercato della pubblicità e le web company.

Sorrel s’è soffermato sul nuovo sistema di gestione degli abbonamenti introdotto dall’App Store e sulle conseguenze, “svantaggiose”, per gli inserzionisti.

Il manager ha definito Apple un ‘frenemy’ per gli operatori della pubblicità: I proprietari di giornali e riviste avevano inizialmente visto nell’iPad ‘la salvezza’. L’atteggiamento sta lentamente cambiando nel corso degli ultimi mesi e il dispositivo di Apple non è più visto come il mezzo che consentirà di convertirsi al digitale senza grossi traumi”.

 

Inizialmente anche Google era un “frenemy” delle compagnie di media, ma successivamente è diventato un “friendlier frenemy” di WPP.

Oggi la società di marketing è diventata il maggior cliente del gruppo di Mountain View dal quale compra spazi pubblicitari per oltre 1 miliardo di dollari.

Per avere il quadro complete della situazione, bisogna considerare anche l’accresciuto interesse per i social networking, come Facebook e Twitter, ormai diventati consapevoli della potenza delle loro piattaforme come mass media.

Sorrel ha parlato di “eccessi in termini di stima” e citato alcuni casi come l’attuale valutazione di Facebook a 50 miliardi di dollari e l’acquisto dell’Huffington Post da parte di Aol per 315 milioni di dollari.

 

I tassi di crescita del business digitale sono “fenomenali”, così come le iscrizioni alle reti sociali, ed è impossibile “fare un paragone con esperienze precedenti” ma, ha aggiunto il Ceo di WPP, “in tutto questo non vedo un senso economico“.

I competitors del gruppo, ha detto ancora Sorrel, hanno pagato “prezzi molto alti” per comprare asset digitali. WPP non ha all’orizzonte grandi acquisizioni, ma prevede di rafforzarsi in Paesi come Brasile, Cina, India e Russia.

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