Unione Europea
Il cloud computing, termine col quale si indica la possibilità per gli utenti internet – siano essi privati cittadini, aziende o enti pubblici – di accedere a dati e programmi memorizzati non sul proprio Pc ma su un server remoto di un fornitore di servizi, è al centro dell’edizione 2011 del CeBit, la Fiera sull’ICT in corso di svolgimento ad Hanover, e anche una delle tecnologie più promettenti in termini di sostegno alla produttività delle aziende e di riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni.
La promozione del cloud computing è anche uno dei pilastri dell’Agenda Digitale europea poiché uno dei principali vantaggi della tecnologia risiede nel fatto di consentire ad aziende e PA di liberarsi della necessità di installare software e infrastrutture informatiche e di gestire impianti in-house per lo stoccaggio dei dati.
La Commissione europea ha finanziato diversi progetti nel campo del cloud computing, tra cui Reservoir, Optimis e Contrail.
Il primo riguarda la realizzazione di un’infrastruttura cloud europea e si concentra sullo sviluppo di software che renderebbero disponibili le risorse informatiche sottoutilizzate da diversi fornitori. Risorse che potrebbero essere quindi offerte sotto forma di servizio ad aziende ed enti pubblici, così da permettere all compagnie che dispongono di queste risorse di rendere disponibili le proprie infrastrutture per servizi cloud on-demand a costi competitivi e senza affrontare grossi investimenti.
Per raggiungere questo obiettivo, nell’ambito del progetto Reservoir è stato realizzato un software open source battezzato OpenNebula che può essere scaricato gratuitamente ed è già utilizzato da telefonica e dal CERN.
Il progetto, finanziato con fondi Ue per 10,5 milioni di euro (su un costo totale di 17,22 milioni) e partito nel 2008, è condotto da università, industrie ed enti di ricerca di Belgio, Francia, Germania, Italia, Israele, Spagna, Svizzera e Regno Unito. Dovrebbe essere portato a termine entro questo mese.
Il progetto Optimis si concentra invece sullo sviluppo di componenti software per aiutare alle PMI a distribuire, eseguire, monitorare e gestire applicazioni cloud. Secondo recenti studi, il valore di questo mercato passerà da 92 milioni di euro nel 2010 a più del doppio nel 2013. Il toolkit Optimis mira a fornire un insieme di componenti indipendenti che possono essere adottati dai fornitori, offrendo la capacità richiesta dai servizi. Questi componenti abbracciano l’intero ciclo di vita del prodotto, dal concepimento fino alla manutenzione.
La Ue ha destinato fondi per 7,1 milioni di euro (su un totale di 10,3 milioni) al progetto Optimis, che è condotto da università e centri di ricerca di Germjania, Grecia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Partito al giugno 2010, dovrebbe essere completato entro marzo 2013.
Il progetto Contrail sta invece studiando nuovi metodi per aiutare le aziende a sfruttare al massimo le proprie capacità informatiche e a diventare fornitori di servizi cloud, rendendo le risorse non sfruttate disponibili per altri usi.
Ad esempio, Contrail sta cercando di definire in che modo il cloud potrebbe aiutare a ridurre i costi e ad aumentare l’impatto delle ricerche sulle droghe: la massiccia esplosione dei dati generati dalla ricerca genomica, dalle fonti farmacologiche o dai test clinici potrebbe potenzialmente offrire un’opportunità per aumentare la conoscenza delle sostanze stupefacenti. Tuttavia, proprio questa enorme quantità di dati rende molto difficoltosa l’identificazione di farmaci salva-vita. Ostacolo che potrebbe essere superato proprio grazie alla potenza di calcolo e archiviazione rese possibili dal cloud.
Il progetto è condotto da università, centri di ricerca e PMI in Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Slovenia. La Ue ha contribuito con fondi per 8,3 milioni di euro su un costo totale di 11,3 milioni. Partito a ottobre 2010, Contrail dovrebbe giungere a conclusione a settembre 2013.