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Net neutrality: dal 1° marzo meno P2P sull’Adsl Telecom Italia. Lo stato dell’arte negli Usa e nella Ue

Italia


“Allo scopo di garantire l’integrità della rete e il diritto da parte della generalità degli utenti di accedere ai servizi di connettività ad internet anche nelle fasce orarie in cui il traffico dati è particolarmente elevato, Telecom Italia, nel rispetto del principio di parità di trattamento e ove necessario, si riserva la facoltà di introdurre per tutte le offerte e/o i profili commerciali che prevedono traffico dati su tecnologia ADSL, meccanismi temporanei e non discriminatori di limitazione all’uso delle risorse di rete disponibili”.

Un annuncio, quello contenuto nelle nuove Condizioni Generali di Contratto dell’offerta ADSL di Telecom Italia, che non ha mancato di suscitare clamore tra i sostenitori della cosiddetta Net neutrality, già parecchio scossi dalle azioni poste in essere in questo senso dagli operatori mobili: Vodafone ha introdotto nel 2009 la tariffa Mobile Internet Plus (che include fino a 2GB di traffico a settimana, e servizi quali il VOIP al costo di 8 euro a settimana) mentre gli altri operatori (Tim, Wind e Tre) non prevedono offerte internet mobile che consentano di usare il VoIP dal cellulare. Chi, insomma, dispone di un normale contratto internet mobile non può usare servizi come Skype dal cellulare. Una discriminazione, che molti hanno ritenuto in contraddizione, appunto, col concetto di neutralità in base al quale i consumatori hanno diritto di accedere a qualsiasi contenuto internet da qualsiasi dispositivo, senza discriminazioni od ostacoli di sorta.

 

Dal 1° marzo, dunque, Telecom Italia si riserva il diritto di intervenire sulle applicazioni che consumano molta banda (come, appunto, il P2P e il file sharing), limitando la banda destinata a tali applicazioni “ad un valore massimo proporzionale alla banda complessiva disponibile sul singolo DSLAM” con l’obiettivo di garantire a tutti gli utenti un utilizzo ottimale delle applicazioni ‘real time’, come lo streaming video, la posta elettronica, la normale navigazione.
L’accesso ai sistemi peer to peer, sottolinea comunque Telecom Italia, non sarà pregiudicato dall’introduzione di queste limitazioni. Sicuramente, però, il loro utilizzo diverrà molto più difficoltoso.

 

La questione della tutela della Net neutrality è molto dibattuta in Europa e oltreoceano. Negli Usa, la Commissione federale per le comunicazioni (FCC) è però intervenuta con un nuovo pacchetto di norme volte a impedire i fornitori di servizi internet di bloccare contenuti legali ma con la possibilità di gestire ‘ragionevolmente’ il traffico sulle loro reti, mentre in Europa, gli ex monopoli statali – Telecom Italia, Deutsche Telekom, France Telecom o Telefonica – hanno ancora il sopravvento e la maggior parte di loro utilizza già attivamente i sistemi di gestione del traffico. La tentazione di utilizzare queste tecnologie per salvaguardare i propri interessi e quelli dei partner, dunque, è molto forte.

La Commissione europea, dunque, si è astenuta dal legiferare, onde evitare un incombente conflitto tra gli ISP – generalmente telcos – e società come Skype, Google o Facebook, che offrono servizi di comunicazione gratuiti che colpiscono al cuore il business degli operatori telefonici.

In gioco c’è la possibilità, per i service provider, di razionalizzare l’accesso alle reti in modo da consentire loro di gestire la congestione dovuta al sensibile aumento del traffico, ma con il rischio che gli operatori abusino dei sistemi di traffic management per privilegiare i propri servizi o quelli di società che intendono pagare di più l’accesso, restringendo così la scelta e la libertà dei consumatori.
 

La necessità di nuove leggi non si pone, ha sottolineato il Commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, perché il mercato internet europeo è competitivo e questo consente di eliminare molti problemi alla radice evitando la creazione di monopoli che potrebbero tentare di nuocere alla neutralità della rete. “E questo – ha detto la Kroes – è uno dei motivi per cui la situazione europea è molto diversa da quella negli Usa” e per cui la Commissione vuole evitare l’imposizione di nuove leggi che potrebbero andare a discapito degli investimenti nel settore e di un uso efficiente delle risorse disponibili.
Ma, ha ammesso la stessa Kroes, la concorrenza da sola non è sufficiente ad evitare potenziali problemi: per questo è necessario “investire per evitare colli di bottiglia e per permettere lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni ma anche di nuovi modelli di business in grado di portare a un uso efficiente delle reti e di generare nuove opportunità di business a tutti i livelli della catena di valore”.
“Quasi tutti – ha aggiunto la Kroes – sono d’accordo sul fatto che la gestione del traffico è essenziale, non solo per ottimizzare l’offerta di servizi su un internet aperto, ma anche per permettere lo sviluppo di servizi quali l’eLearning o l’eHealth”.
E’ chiaro tuttavia, che le tecnologie di traffic management devono essere usate correttamente, “per aumentare la qualità dei servizi, preservare l’integrità della rete e aprire la strada a nuovi investimenti in reti efficienti”, ha aggiunto.
L’importante, però, è che i consumatori siano adeguatamente informati sui limiti posti dai loro fornitori del servizio, così da decidere eventualmente di cambiare operatore.

“Gli operatori mobili – ha spiegato Bengt Nordstrom della società di consulenza Northstream – sono fortemente tentati dalla possibilità di fare tutto quello che possono per bloccare la competizione e fermare la cannibalizzazione dei loro flussi di reddito”.

Secondo Nordstrom, dopo l’atteggiamento ‘attendista’ tenuto finora per evitare ‘guerre intestine’, i regolatori europei inizieranno a legiferare in materia nel 2012, dal momento che gli operatori – come nel caso delle tariffe di roaming, che la Ue ha tagliato per legge dopo il fallimento della moral suasion – tendono a sfruttare le condizioni favorevoli il più a lungo possibile.

Anche se, insomma, le telcos europee hanno evitato finora un’intrusione della Commissione sulla net neutrality, è molto probabile che non passi molto tempo prima che l’esecutivo Ue si decida a intervenire.

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