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C’è ancora un futuro per MeeGo? Intel, in polemica con Nokia, scommette di sì ma cerca nuovi partner

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MeeGo non è stato archiviato: il sistema operativo nato dalla collaborazione tra Intel e Nokia ha ancora un futuro, nonostante la recente alleanza sui sistemi operativi siglata con Microsoft. A ribadirlo è lo stesso gruppo di Santa Clara, che non ci sta a essere considerato il grande sconfitto dopo che il gruppo finlandese ha deciso di affidarsi all’Os Windows Phone 7.

MeeGo – un sistema basato su Linux, adatto a un’ampia gamma di dispositivi mobili, inclusi computer mobili tascabili, netbook, tablet, mediaphone, televisori e sistemi di infotainment per le automobili – è stato presentato esattamente un anno fa e nasce dalla fusione tra le piattaforme Moblin e Maemo.

Secondo il sito specializzato ComputerWorld i primi tablet e notebook sotto architettura x86 che adotteranno MeeGo arriveranno sul mercato nel corso del secondo trimestre.
Attualmente, MeeGo è disponibile in versione 1.1 sui dispositivi N900 di Nokia. La versione 1.2 è attesa per aprile e potrebbe segnare il debutto definitivo del sistema operativo

Il Ceo di Intel Paul Otellini ha insistito che MeeGo ha ancora davanti un ‘forte futuro’ e che Atom – il processore Intel che ha dominato il segmento netbook – motorizzerà anche una vasta gamma di tablet basati sui sistemi operativi Windows e Android (Google).

“Non credo – ha detto – che il cambiamento di strategia di Nokia possa in alcun modo cambiare le strategie dell’industria”. Gli operatori mobili, ha aggiunto, “stanno ancora cercando un sistema operativo aperto e ‘carrier friendly'”, oltre che in grado di contrastare il peso di Google e Apple. Per questo è prevista anche una forte adesione degli operatori mobili all’asse Nokia/Microsoft e ad iniziative come il consorzio WAC (Leggi articolo).

Secondo il CTO Nokia Rich Green, MeeGo sarà inoltre qualcosa in più da un sistema ‘da cui imparare’ nel corso del periodo di transizione prima dell’arrivo dei primi device basati su WP7, come ha sottolineato il Ceo Stephen Elop. Green sostiene invece che MeeGo sarà uno strumento “strategico”: una piattaforma  tablet ‘dirompente’, che aiuterà Nokia a riprendersi dal ritardo accumulato nel segmento degli smartphone. Green ha inoltre affermato di aver dato un’occhiata ai primi device MeeGo e di averli trovati “Belli ed eleganti, con un design interessante e un software potente”.

Nelle sue parole e nelle affermazioni fatte da Otellini durante un incontro con gli analisti, tuttavia, molti hanno percepito il segnale della forte tensione in seno al gruppo dopo l’accordo con Microsoft, che riporta Nokia alla dimensione di ‘produttore di cellulari’, lasciando al gruppo americano pieni poteri sui software. Nokia, tuttavia, non poteva rischiare oltre: troppo forte la concorrenza degli iPhone e degli Android per poter pensare di proseguire la sua corsa in solitaria e per questo in molti avrebbero preferito un’alleanza con Google più che con Microsoft.

Secondo Otellini, la scelta di Nokia è stata dettata da una ragione puramente economica: “Io – ha affermato – se fossi stato Elop avrei scelto Android, che si sarebbe rivelato l’ideale per MeeGo, ma è evidente che questa scelta non era sostenibile finanziariamente”.

Per questo, ha aggiunto, “cercheremo altri partner. Gli operatori vogliono un terzo ecosistema e che sia aperto, e questo ci dà una forte motivazione ad andare avanti”.

Anche il Ceo di RIM, pure lui alla ricerca di nuove soluzioni per rilanciare il BlackBerry di fronte all’avanzata dei nuovi tablet e smartphone, si è detto d’accordo sulla necessità di utilizzare standard aperti e piattaforme ‘carrier-friendly’.

“Tra gli attori del mercato dell’elettronica di consumo e gli operatori ci deve essere un ‘allineamento costruttivo’ volto a realizzare un’esperienza nuova per gli utenti e un business sostenibile per l’operatore”, ha affermato Jim Basille, sottolineando che anche al Mobile World Congress i gestori mobili hanno insistito sulla necessità che i costruttori di device “portino la mobilità agli standard web” attraverso l’allineamento delle rispettive strategie.

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