Italia
Continuano ad aggiornarsi i dati provenienti dalle regioni sulla trasmissione dei certificati medici online all’INPS. A poco meno di un anno dal suo avvio, la nuova procedura di invio online dei certificati dei lavoratori pubblici e privati è stata giudicata più che soddisfacente dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta. Un giudizio positivo legato al costruttivo confronto con le organizzazioni rappresentative dei medici in ordine all’elaborazione della circolare sull’applicazione delle norme dei certificati medici online. Il ministero, informa una nota, ritiene che“la circolare in questione ha tenuto conto degli esiti dei tavoli tecnici fatti con le Regioni e dei suggerimenti dei sindacati dei medici ed è stata inviata alle Regioni per una rapida condivisione”. Entro venerdì, annuncia il ministro, sarà definitivamente emanato il documento quadro sugli aspetti normativi e sanzionatori. Intanto, secondo i dati resi noti ieri dall’INPS, durante l’ultima settimana sono stati trasmessi online 101.189 certificati di malattia di dipendenti pubblici e privati. Dalla data di attivazione della nuova procedura, il totale dei certificati trasmessi raggiunge così la cifra di 5.118.214 unità.
In merito al positivo confronto con i sindacati e alla spinosa questione delle sanzioni a carico dei medici inadempienti, il ministro ha spiegato: “E’ importante che con la circolare si siano chiariti i dubbi sull’aspetto sanzionatorio della norma, che va ricondotto al più consono istituto dei procedimenti disciplinari. In ogni caso l’avvio del procedimento scatta dopo una verifica istruttoria, posta in capo al datore di lavoro, del funzionamento del sistema e solo in caso di dolo o colpa”.
Già nella giornata di lunedì si era tenuto a Palazzo Vidoni un incontro tra i rappresentanti dei sindacati dei medici e i capi Dipartimento della Funzione pubblica e dell’Innovazione tecnologica, per individuare le problematiche legate alla nuova procedura di trasmissione online dei certificati di malattia di tutti i lavoratori dipendenti e le relative soluzioni condivise in grado di favorire il migliore utilizzo del sistema da parte dei medici. Un incontro che è stato considerato dal ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione ‘propedeutico’ alla stesura di una terza circolare sulle sanzioni a carico dei medici inadempienti e che, come stabilito ieri, verrà emanata entro la fine di questa settimana.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’INPS e ripartiti per singole regioni, ad aver inviato più certificati online sono state la Lombardia con 1.465.451, seguita dal Lazio con 693.999, quindi il Veneto con 456.089, l’Emilia Romagna con 360.498, la Sicilia con 351.281, la Campania con 324.588 e via via tutte le altre (231.484 in Piemonte, 192.061 in Toscana, 191.105 in Puglia, 154.220 in Marche, 143.424 in Calabria, 99.907 in Abruzzo, 74.543 in Liguria, 74.351 in Provincia di Bolzano, 67.904 in Sardegna, 62.551 in Friuli Venezia Giulia, 53.593 in Umbria, 52.630 in Provincia di Trento, 34.343 in Basilicata, 17.935 in Molise e 16.257 in Valle d’Aosta).
Come previsto inoltre dalla riforma Brunetta del settore, i medici dispongono anche di un nuovo servizio per l’invio telematico che consente di risolvere eventuali situazioni cosiddete di digital divide, come l’indisponibilità di banda larga in alcune aree territoriali e l’impossibilità temporanea di usare un computer. L’INPS ha infatti messo a disposizione dei medici il numero verde 800180919, tramite il quale, previa identificazione, è possibile trasmettere con una semplice telefonata il certificato medico.
Sempre nella giornata di ieri Brunetta ha risposto alla richiesta, rivoltagli dai presidenti di ANCI e UPI, di un incontro urgente per discutere questioni riguardanti l’applicazione del decreto legislativo n. 150/2009. Dopo aver espresso soddisfazione per gli esiti delle collaborazioni fin qui svolte tra gli organi regionali e il ministero in ordine al percorso di adeguamento all’attuazione complessiva della riforma, il ministro ha sottolineato che: “L’accordo fatto con i sindacati il 4 febbraio scorso non pregiudica in alcun modo il quadro normativo esistente, ma proprio in base agli elementi che voi stessi avete segnalato si è reso necessario prevedere una intesa con le organizzazioni sindacali per limitare gli effetti sulla retribuzione derivanti dal blocco della contrattazione”. Specificando quindi che “non c’è alcun blocco della riforma e che tutti gli istituti e principi ivi previsti devono essere applicati”, si segnala nella nota ministeriale “l’urgenza affinché il vostro comparto firmi con le organizzazioni sindacali il nuovo modello contrattuale“, onde evitare disallineamenti amministrativi e ulteriori ritardi.