Calcio. Fifa e Uefa perdono la battaglia Ue: lo Stato può vietare l’esclusiva pay-Tv

di Raffaella Natale |

Respinto il ricorso contro la Commissione Ue, che aveva dato ragione a Belgio e Gran Bretagna sul divieto di trasmettere le partite degli Europei e dei Mondiali di calcio solo sulle Tv a pagamento.

Unione Europea


FIFA

“Uno Stato membro può, a talune condizioni, vietare la trasmissione in esclusiva dell’insieme degli incontri del campionato del mondo e d’Europa di calcio su una televisione a pagamento, al fine di assicurare la possibilità per il proprio pubblico di seguire questi eventi su una televisione ad accesso libero”. E’ quanto ha deciso la Corte di Giustizia Ue, spiegando che se queste competizioni sono, nella loro integralità, di particolare rilevanza per la società, questa restrizione della libertà di prestazione dei servizi e di stabilimento è giustificata dal diritto all’informazione e dalla necessità di assicurare un ampio accesso del pubblico alle trasmissioni televisive di questi eventi.

 

La direttiva 89/552/CEE consente, infatti, agli Stati membri di vietare la trasmissione in esclusiva degli eventi che essi ritengono di particolare rilevanza per la loro società, allorché tale trasmissione priverebbe una parte considerevole del pubblico della possibilità di seguire tali eventi su una televisione ad accesso libero.

 

E’ stato dunque respinto il ricorso della Fifa e dell’Uefa contro la Commissione europea, che aveva dato ragione a Belgio e Gran Bretagna sul divieto di trasmettere le partite degli Europei e dei Mondiali di calcio solo sulle Tv a pagamento.

Per la Corte di Giustizia Ue, “il riferimento alla Coppa del mondo e all’EURO contenuto nel considerando 18 della direttiva 97/36 comporta che, allorché uno Stato membro inserisce incontri di queste competizioni nell’elenco che ha deciso di redigere, non è tenuto ad indicare nella sua comunicazione alla Commissione una specifica motivazione inerente al loro carattere di eventi di particolare rilevanza per la società“.

 

Tuttavia, l’eventuale conclusione della Commissione, nel senso che l’inserimento della Coppa del mondo e dell’EURO nella loro integralità in un elenco di eventi di particolare rilevanza per la società di uno Stato membro è compatibile con il diritto dell’Unione, può essere rimessa in discussione in base a elementi specifici che dimostrino che gli incontri ‘non prime’ della Coppa del mondo o ‘non gala’ dell’EURO non rivestono una tale importanza per la società di tale Stato.

 

Per quanto riguarda gli altri incontri della Coppa del mondo e dell’EURO il Tribunale europeo ha rilevato che queste competizioni possono essere considerate come eventi unici. E che inoltre  non si può determinare in anticipo – al momento della compilazione degli elenchi nazionali o dell’acquisizione dei diritti di trasmissione – quali incontri saranno veramente decisivi per le fasi successive di queste competizioni o avranno un’incidenza sulla sorte di una determinata squadra nazionale

La Corte Ue ha inoltre sottolineato che i dati di ascolto relativi a queste categorie di incontri negli ultimi campionati del mondo e d’Europa dimostrano che questi hanno attirato un numero rilevante di telespettatori, di cui una parte considerevole non è interessata normalmente al calcio.

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