Nokia: sindacati e azionisti sul piede di guerra contro il piano di rilancio

di Alessandra Talarico |

Secondo indiscrezioni, il primo device frutto dell'unione - uno smartphone con Twitter integrato - potrebbe arrivare già nei prossimi mesi.

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Stephen Elop

I guai di Nokia non sembrano essere finiti dopo l’accordo con Microsoft. La società finlandese deve infatti difendersi ora da un doppio assalto: quello dei piccoli azionisti – che hanno chiesto le dimissioni del Ceo Stephen Elop e l’annullamento del suo piano di rilancio – e quello dei sindacati, che chiedono un aumento delle liquidazioni per i dipendenti finlandesi licenziati.

Un gruppo di nove azionisti ha pubblicato un manifesto (Nokia Plan B) in cui si chiede, appunto, il licenziamento di Elop, Tero Ojanperä, Niklas Savander e Mary McDowell, la limitazione del patto con Microsoft al solo mercato nordamericano,  il ritorno al controllo sui prodotti di punta della società (Symbian e MeeGo) e sull’assunzione di giovani talenti dalle università più importanti.

Il Piano B sarà presentato al meeting annuale con gli azionisti, il prossimo 3 maggio a Helsinki.

 

Nokia, che non sarebbe stata contattata direttamente dagli autori del manifesto, ha comunque fatto sapere che la “nuova strategia ha ricevuto il pieno sostegno del consiglio di amministrazione e del leadership team” e che l’obiettivo della società è ora quello di “realizzare il piano di rilancio”.

 

Non tutti gli investitori, tuttavia, hanno rigettato il nuovo corso di Elop: secondo Alan B. Lancz della società di management Alan B. Lancz & Associates di Toledo (che possiede circa 25 mila azioni Nokia) il mercato ha reagito negativamente perchè il nuovo Ceo “agisce da una posizione di debolezza”, ma sul lungo periodo, ha aggiunto, la prospettiva cambia e la strategia messa a punto da Elop “rappresenta una delle migliori opportunità per trarre ancora vantaggio della enorme dimensione” di Nokia. “Penso solo – ha aggiunto – che forse bisognava agire prima. Queste misure, per quanto drastiche, dovevano essere intraprese dalla precedente gestione”.

Lancz ha anche difeso la scelta di Microsoft invece che Google, dopo che ieri pure Elop aveva sottolineato che l’accordo col gruppo di Redmond evita il rischio di un duopolio che si sarebbe creato, invece, firmando un accordo con Google per l’utilizzo di Android (che avrebbe però permesso di riguadagnare terreno negli Usa, dove Symbian controlla appena il 4% del mercato smartphone).

I contatti con la società di Mountain View non sono mancati: “siamo stati corteggiati – ha detto Elop – da due delle società più in vista al mondo”, ma “abbiamo saputo negoziare abilmente”, ha aggiunto, sottolineando di aver ottenuto, ad esempio, un notevole sconto sulle royalties (Windows Phone, a differenza di Android non è un sistema gratuito), che in genere si aggirano sui 15 euro a telefono.

“Siamo il maggiore produttore mondiale di cellulari – ha affermato Elop – possiamo sperare di aver concordato un ottimo affare” con Microsoft, che andrà a versare nelle casse del gruppo finlandese “miliardi di dollari”.

 

Una critica, è però inevitabile sul fronte della comunicazione del nuovo piano, che prevede, appunto, un ingente esborso di denaro da parte di Microsoft. Elop, spiega Lancz, avrebbe dovuto presentare meglio i termini dell’accordo a dipendenti e investitori, invece che rivelare a posteriori che Microsoft avrebbe pagato milioni di dollari per portare a casa l’alleanza.

Ora, la questione si sposta sulla tempistica di lancio dei nuovi prodotti, dopo che molti analisti avevano commentato con perplessità la notizia che potrebbero volerci almeno due anni prima dell’uscita del primo smartphone Nokia con sistema operativo Windows Phone 7.

Ieri, Elop ha spiegato che il prossimo biennio non sarà di ‘transizione’ e, secondo i bene informati, il primo frutto dell’alleanza – un telefonino con Twitter integrato – potrebbe arrivare già quest’anno.

 

L’altro fronte caldo è quello dei sindacati: il finlandese Pro denuncia il taglio alle spese per la ricerca e lo sviluppo di Symbain e chiede un ‘risarcimento’ aggiuntivo di 100 mila euro per ogni dipendente finlandese licenziato, così da consentire a queste persone di darsi una nuova formazione.

La società ha comunque fatto sapere che “sosterrà i dipendenti coinvolti dal cambio di strategia”: circa 5 mila in Finlandia, dove Nokia conta 19.840 dipendenti, dei quali circa 6.500 impiegati nel settore R&S.

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