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Media: l’Ungheria si accorda con la Ue, la ‘Legge bavaglio’ verrà modificata

Unione Europea


La Commissione Ue ha informato stamani d’aver raggiunto un accordo con l’Ungheria in merito alla contestata legge sui media, meglio nota come ‘legge bavaglio’.

Neelie Kroes, il Commissario Ue responsabile del dossier, ha espresso la propria soddisfazione davanti alla scelta delle autorità ungheresi di riformare la propria legge per garantire il rispetto delle disposizioni Ue e della Carta dei diritti fondamentali. Tuttavia, ha aggiunto la Kroes, “continueremo a vigilare” in modo da assicurare che i cambiamenti promessi vengano attuati e che “la legge modificata venga realizzata concretamente”.

Il portavoce della Kroes, Jonathan Todd, ha informato che il governo di Budapest ha fatto sapere che le modifiche legislative verranno votate entro “due settimane”.

L’Ungheria intende chiudere velocemente questa spinosa situazione che ha offuscato l’avvio dei sei mesi di presidenza ungherese della Ue.

 

Il governo del premier Viktor Orban, che gode di una maggioranza molto forte, aveva fatto adottare a fine 2010 questa nuova legge sui media, considerata come liberticida dai suoi detrattori.

La sua entrata in vigore il 1° gennaio è coincisa con l’inizio della presidenza ungherese della Ue e con una spirale di polemica provenienti da tutta Europa.

Davanti al rischio di vedere questa presidenza duramente colpita, Orban ha preferito accordarsi con Bruxelles.

Diversamente avrebbe rischiato una procedura di infrazione per violazione della Direttiva Ue sull’audiovisivo ma anche dei Trattati europei che riguardano la libertà dei media e soprattutto la Carta Ue dei diritti fondamentali.

 

Più precisamente, Bruxelles contestava il fatto che la legge obbligasse tutti i media a una “copertura equilibrata”, pena una sanzione.

L’Ungheria sostituirà questa formula con l’obbligo di rispettare il “principio di proporzionalità”, escludendo dall’applicazione della norma i blog e i servizi televisivi on demand che invece precedentemente erano compresi. Il dispositivo non verrà inoltre applicato ai broadcaster di altri Paesi Ue.

La Commissione europea ha inoltre ottenuto di limitare l’obbligo di registrazione imposto a tutti i player presso un’Autorità ungherese creata a inizio d’anno.

Ma soprattutto l’Ungheria ha accettato di riformulare un articolo della legge che, secondo il parere della Ue, avrebbe potuto aprire la via a una forma di censura sulla stampa.

Prevedeva infatti delle sanzioni a carino dei media in caso di “offesa”, anche in modo indiretto, verso individui in generale.

L’Ungheria ha accettato di sostituire il termine di offesa, ritenuto troppo vago, con quello “di incitazione all’odio e alla discriminazione“, che si ritrova nella legislazione della maggior parte dei Paesi europei.

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