Europa
In occasione della “Giornata europea del 112“, indetta per l’11 febbraio, la Commissione europea ha esortato gli Stati membri ad adoperarsi per sensibilizzare il pubblico all’esistenza del 112, il numero che si può digitare in qualunque Stato membro dell’Unione europea per chiamare i servizi di emergenza.
Da un’indagine svolta in tutta la Ue risulta, infatti, che tre cittadini europei su quattro non conoscono ancora questo numero salvavita: solo il 26% dei cittadini interpellati è in grado di citare spontaneamente il 112 come il numero per chiamare polizia, vigili del fuoco o ambulanza in qualunque paese dell’Unione, mentre solo in cinque paesi (Repubblica ceca, Finlandia, Lussemburgo, Polonia e Slovacchia) la maggioranza della popolazione sa che il 112 è il numero unico di emergenza valido in tutta l’UE. In Grecia, Italia e Regno Unito meno del 10% della popolazione ne è informato.
Eppure, la normativa europea – che dovrà essere recepita negli ordinamenti nazionali entro il 25 maggio 2011 – impone agli Stati membri di informare i cittadini dell’esistenza del 112 e di migliorare la precisione e l’affidabilità delle informazioni sulla localizzazione del chiamante. La ricezione di informazioni precise sulla localizzazione della persona che chiama il 112 consente infatti di accelerare l’arrivo dei servizi di emergenza, di evitare l’aggravarsi delle condizioni delle vittime e di salvare vite. La localizzazione del chiamante, secondo la direttiva Ue, deve essere resa nota gratuitamente non appena la chiamata raggiunge i servizi di emergenza e deve essere in grado di trasmettere informazioni più precise e affidabili sulla posizione esatta da cui proviene la chiamata.
In questo contesto, l’Italia rischia una pesante multa, poiché a dispetto di diversi richiami della Ue e di una sentenza della Corte di giustizia del 15 gennaio scorso, non si è ancora adeguata agli obblighi della direttiva Ue, come hanno fatto gli altri 13 Stati nei confronti dei quali la Ue aveva avviato procedimenti legali.
Per questo motivo, la Commissione ha deciso di chiedere alla Corte di giustizia dell’Unione europea di comminare all’Italia un’ammenda forfettaria calcolata in base al tempo trascorso dalla prima sentenza della Corte e una penale giornaliera fino a quando il nostro Paese non si adeguerà alle norme Ue.
Per il Commissario per l’agenda digitale, Neelie Kroes, “…il numero di emergenza europeo 112 salva le vite, ma per questo occorre che la gente ne sia informata. Gli Stati membri devono fare in modo che ognuno sappia che può chiamare il 112 in qualunque situazione di emergenza.”.
Riguardo la decisione di imporre una sanzione all’Italia, la Kroes ha sottolineato che non si può lasciar correre quando l’inadempienza di uno Stato membro può mettere a repentaglio la vita dei cittadini. “È indispensabile – ha detto – che i servizi di emergenza italiani possano localizzare le chiamate di emergenza. Spesso è una questione di vita o di morte”.
Mentre l’Italia viaggia in ritardo, invece, alcuni Paesi come Danimarca, Finlandia, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia hanno deciso di adottare il 112 anche come numero di chiamata di emergenza nazionale.