Unione Europea
La Commissione Ue sta valutando la possibilità di ridurre l’Iva per i media online portandola allo stesso livello della carta stampata, in modo da alleggerire la pressione fiscale su un settore già in difficoltà.
“Crediamo – ha dichiarato Jan Truszczynski, Direttore generale del Dipartimento Ue per Educazione e Cultura – che i contenuti debbano essere tassati allo stesso modo” a prescindere se vengano letti su carta o dispositivi digitali.
Stando ai dati della European Newspaper Publishers’ Association (ENPA), attualmente in quasi tutti i Paesi Ue i media online sono assoggettati a un tasso d’Iva più alto rispetto a quello dei competitor della carta stampata: mentre i quotidiani cartacei beneficiano di tassi ridotti, alle pubblicazioni web-based vengono applicati tassi standard del 15-20%.
In altre parole, il tax-gap tra pubblicazioni online e stampate è di quasi il 25%, come in Danimarca dove i giornali tradizionali godono di un’Iva dello 0% mentre le versioni per web pagano il 25%.
Solo Bulgaria, Finlandia, Polonia e Slovacchia applicano lo stesso tasso per entrambi, ottenuto però alzando quello della carta stampata a livello di quello applicato ai media online. Francine Cunningham, direttore esecutivo di ENPA, propone invece un tasso dello 0% da applicare a tutti i media indistintamente.
Truszczynski ha fatto sapere che la Commissione Ue sta considerando l’ipotesi di fissare un più alto tasso d’Iva per renderlo però uguale per tutti i media.
Questa decisione si inserisce nell’ambito di un dibattito più ampio che considera anche la possibilità di introdurre nuove forme di sostegno pubblico a favore dell’industria dei media, per fronteggiare la caduta vertiginosa delle entrate.
A sostegno di questa proposta anche Giles Merritt, segretario generale del think-tank Friends of Europe che ha commentato: “La stampa europea non è meno importante degli agricoltori europei”.
In altre parole si armonizza l’Iva a un livello più alto ma contemporaneamente si prevedono forme di finanziamento pubblico in soccorso del settore.
Ma resta ancora da chiarire quali saranno i criteri utilizzati per selezionare chi potrà avere accesso alle sovvenzioni.
Tuttavia questo apre un altro fronte di scontro. Alcuni Paesi del nordeuropea sono apertamente schierati contro le sovvenzioni pubbliche alla stampa perché si correrebbe il rischio di ingerenze politiche in un settore che dovrebbe invece restare obbiettivo e imparziale.
Lorenzo Consoli dell’IPA (The international press association) propone di vagliare altre possibilità per aiutare il settore come introdurre tagli alle tasse o forme di sostegno ai costi, per esempio le bollette telefoniche.
E mentre a Bruxelles si discute questo, la Commissione Ue sta vagliando nuove modalità per garantire la libertà dei media.
“Il Commissario Ue Neelie Kroes sta considerando l’istituzione di un Osservatorio che dovrà accertare le eventuali violazioni della libertà di stampa in tutti i Paesi Ue“, ha dichiarato l’europarlamentare tedesco Jorgo Chatzimarkakis.
La proposta ha preso piede dopo che lo scorso anno il Parlamento Ue è stato sede di un acceso dibattito sulla libertà di stampa in Italia, oggi ovviamente alimentato dalla recente legge sui media dell’Ungheria che ha sottolineato ancora di più l’urgenza di intervenire sul settore.