Francia
Il Ministro francese dell’Industria, Eric Besson, non ha dubbi: i fornitori di servizi internet devono “partecipare” alle spese per lo sviluppo delle reti.
Besson lo ha dichiarato ieri, annunciando che verrà istituito un gruppo di lavoro che riaprirà il dibattito nazionale sulla neutralità della rete.
Se nel 1995 non si contavano che 16 milioni di utenti internet nel mondo (0,4% della popolazione), nel 2010 si è arrivati alla soglia dei 2 miliardi.
Il traffico è esploso soprattutto grazie al video-sharing, che però appesantisce di molto la banda. Le reti mobili che fino ad oggi trasportavano voci e testo devono adesso gestire il flusso di immagini e video proveniente dagli smartphone.
In occasione del secondo appuntamento parlamentare sull’economia digitale, il Ministro ha precisato che “alcuni servizi ormai popolari, come quelli di Google o Facebook, occupano un posto di rilievo sulle reti, fisse e mobili, sena contribuire in alcun modo al finanziamento delle infrastrutture e alla loro creazione”.
Besson ha aggiunto che queste società hanno sede in Paesi stranieri e per questo non pagano alcun imposta in Francia sebbene operino in una situazione di quasi monopolio sul mercato francese: “Una situazione mai verificatasi nella storia della nostra economia”.
La “neutralità della rete” – l’accesso uguale per tutti ai contenuti e ai servizi disponibili sul web – “è oggi al centro dei nostri problemi“, ha commentato il Ministro, paventando il “rischio di saturazione“.
“Un assolutismo della neutralità – ha sottolineato – nuocerebbe allo sviluppo dei servizi e agli obiettivi che intendiamo raggiungere”.
Per queste ragioni, ha aggiunto, “nei prossimi mesi verrà creato un gruppo di lavoro che si occuperà delle modalità che ci consentiranno di far contribuire i fornitori di servizi internet allo sviluppo delle reti”.
In questo senso, inoltre, le disposizioni con le quali la Francia accoglie il Pacchetto telecom prevedranno nuovi poteri per l’Autorità delle tlc, Arcep, come quello di fissare un livello minimo di qualità per tutti i servizi.
Gli operatori dovranno anche fornire “un’informazione dettagliata sulle loro pratiche di gestione del traffico” ma soprattutto “garantire una qualità minima per i servizi prioritari, come il VoIP o l’IPTV”.
“Senza queste garanzie – ha precisato il Ministro – non sarebbe possibile lo sviluppo esponenziale di questi nuovi servizi”.
“La molteplicità d’uso di una rete unica non pone problemi finché non c’è la congestione” ma, ha ricordato Besson, “il traffico internet cresce globalmente del 50% ogni anno, specie sulle reti mobili. Si può ben capire che la pressione è molto forte davanti a una crescita annua del volume dei dati scambiati pari al 250%”.