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Anche l’operatore scandinavo TeliaSonera ha lanciato l’allarme sui possibili pericoli legati alla nascita nuovo duopolio ‘Apple-Google’ sul mercato smartphone: i due gruppi statunitensi sono ormai le ‘bestie nere’ delle telco europee, che hanno già deciso di creare un panel per monitorare lo sviluppo dei sistemi operativi mobili ed eventualmente bloccare sul nascere possibili comportamenti anticompetitivi da parte di operatori ‘over the top’.
Lars Nyberg, Ceo del gruppo, pur dimostrando il proprio apprezzamento per l’aumento dei profitti generato dall’utilizzo sempre più massiccio di internet in mobilità, il cui decollo è stato innescato proprio dall‘iPhone e poi dai dispositivi che utilizzano il sistema operativo Android di Google, ha affermato di essere preoccupato per la scarsa competizione in questo importante segmento: “Come loro cliente, sarei interessato a vedere un mercato competitivo, non dominato da soli due attori”.
I rappresentanti dei maggiori operatori tlc europei – Vodafone, Telefonica, Telecom Italia, France Telecom e Deutsche Telekom – hanno già espresso il loro disappunto e la loro preoccupazione per questa situazione in una lettera inviata alla Commissione europea (leggi articolo). Al coro di proteste si aggiunge quindi anche quello proveniente dal nord Europa.
I sistemi operativi mobili di Apple e Google sono presenti nella metà degli smartphone venduti nel mondo nel 2010, dal 25% dell’anno prima (dati Canalys). Il gruppo di Mountain View, dominatore assoluto della ricerca web, non produce smartphone, ma il suo Android è stato scelto da diversi costruttori – da Samsung a Motorola – e ha superato anche la popolarità del Symbian di Nokia.
La Svezia, dal canto suo, è molto sensibile all’argomento, rappresentando uno dei mercati mobili più avanzati al mondo: nel 2010, il 70% dei cellulari venduti appartiene alla categoria smartphone, con un picco del 90% durante il periodo natalizio. Nel 2009, è stata lanciata proprio in Svezia la prima rete commerciale di quarta generazione basata sulla tecnologia LTE, che però – ha ammesso lo stesso Nyberg – non ha ancora ottenuto il consenso sperato, avendo attratto solo poche migliaia di utenti. Per il Ceo di TeliaSonera, però, non si tratta di un flop: come per tutte le rivoluzioni, ha spiegato, “sono convinto che avrà successo, ma ci vorrà ancora del tempo”.
Grazie al boom dei dati mobili, unito alla forte crescita registrata sui mercati emergenti come il Nepal e l’Uzbekistan, TeliaSonera ha registrato nell’ultimo trimestre 2010 una crescita dell’utile netto dell’8% a circa 600 milioni di euro, in linea con le attese degli analisti.