Privacy: educare i genitori all’uso consapevole della rete. Ragazzi soli sui social network e ignari dei rischi

di Alessandra Talarico |

Internet sempre più pervasivo: in Italia famiglie invase da strumenti per navigare, ma secondo diversi studi molti genitori lasciano troppa libertà ai figli, ignorando pericoli come la pedofilia e il furto di dati sensibili dai social network.

Italia


Internet e minori

In occasione del Safer Internet Day, che si celebra domani 8 febbraio, Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea ha presentato una serie di dati sulla sicurezza internet da cui emerge che nei 27 Stati Ue circa un terzo degli utenti internet (31%) nel 2010 ha beccato un virus o un’altra infezione che ha causato una perdita di dati. L’Italia si colloca al di sopra della media Ue, con una percentuale del 45%, insieme a Bulgaria (58%), Malta (50%), Slovacchia (47%) e Ungheria (46%). Le percentuali minori sono quelle registrate in Austria (14%), Irlanda (15%), Finlandia (20%) and Germania (22%).

Tra coloro che hanno utilizzato internet nel 2010, una media del 4% ha indicato di aver subito un abuso delle informazioni personali o altri tipi di violazione della privacy, con le percentuali più alte registrate in Bulgaria e Spagna (7%) e in Italia e Paesi Bassi (6%). Nello stesso periodo, il 3% degli utenti dichiara di aver subito perdite finanziarie a causa di attacchi phishing o pharming o di usi fraudolenti della carta di credito, con il tasso più elevato in Lituania (8%), Regno Unito (7%), Malta e Austria (5%).

L’84% degli individui che hanno usato internet ha inoltre indicato di utilizzare software di sicurezza per la protezione del Pc e dei dati. L’Italia si colloca in questo caso al di sopra della media Ue, con una percentuale di utilizzo dei sistemi di sicurezza pari all’89%.

Riguardo invece la protezione della navigazione dei minori, risulta che il 14% degli utenti che vivono in una famiglia con bambini utilizza un software parental control o un filtro (la percentuale, in Italia, è del 4%, contro il 25% di Lussemburgo e Slovenia), mentre in media il 5% ha indicato che i bambini hanno visualizzato in rete materiale inadatto alla loro età o sono entrati in contatto con persone potenzialmente pericolose navigando in internet dal Pc di casa. La percentuale maggiore, anche in questo caso, va all’Italia, con l’11% e alla Lituania (9%).

I dati, allarmanti, sono confermati da un’indagine pubblicata dal Moige e condotta da Trend Micro, secondo cui i ragazzi italiani usano internet molto ‘liberamente’ (naviga l’82% tra i 15 e 16 anni), mentre i genitori risultano “impreparati e disorientati ad affrontare i possibili rischi”. Gli adulti, in particolare, si preoccupano per la possibilità che in rete avvengano incontri pericolosi (57%), ma 6 genitori su 10 si limitano ad affrontare il discorso in maniera generica e la maggior parte ammette di preoccuparsi solo in relazione di fatti di cronaca particolarmente rilevanti o di informazioni provenienti da fonti autorevoli. Molti, infatti, affermano di ‘fidarsi’ dei figli e pochissimi, come emerge anche dagli studi Eurostat, utilizzano forme di controllo: 4 su 10 (43%) navigano insieme a loro (la percentuale scende al 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo 3 genitori su 10 (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di Parental Control messe a disposizione dai software di sicurezza.

Dallo studio emerge un’Italia per la quale ‘del web non si può fare a meno’ e un quadro di famiglie sempre più tecnologiche, dotate di diversi strumenti per navigare: dal Pc, agli smartphone, dai tablet alle console. Tutti utilizzati dai ragazzi in maniera autonoma non solo per studiare, ma soprattutto per frequentare le reti sociali, Facebook in testa. L’uso di questi siti da parte dei ragazzi pare avvenire nella più completa autonomia e inconsapevolezza dei rischi: solo 3 adulti (30%) e 4 ragazzi su 10 (40%) sanno come impostare le regole della privacy sui social network.

I genitori, insomma, sembrano concentrati sulla possibilità che, navigando in rete, i figli possano fare brutti incontri, ma pochi si focalizzano sui rischi legati, ad esempio, alla pedofilia, ai giochi d’azzardo o agli acquisti impropri, ritenendo che sia sufficiente non dare ai ragazzi una carta di credito.

E’ necessario, quindi, educare i ragazzi, ma anche i genitori e, in questo contesto, Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige – movimento genitori – ha annunciato che da domani sarà rilanciato sui canali Sky lo spot “Ombre”, ideato dalla Aldo Biase Comunicazione e realizzato dalla casa di produzione Filmgood, con l’obiettivo di promuovere tra i genitori e i ragazzi una maggiore consapevolezza del problema pedofilia online e di informarli sui rischi legati ai social network.

Nell’ambito delle iniziative volte a trasmettere ai più giovani il concetto della sicurezza su internet, si inserisce anche la giornata di attività organizzata dal Museo Explora in collaborazione con ricercatori ed esperti del CNR Istituto d’Informatica e Telematica.

L’8 febbraio, in occasione della Social Media Week 2011 – la settimana internazionale per la divulgazione delle potenzialità offerte da Internet – ed in occasione del Safer Internet Day, Explora invita alcune scuole accompagnate dai loro insegnanti a partecipare alle attività curate dall’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, che proporrà in anteprima la visione del cartone animato “Navighiamo Sicuri con il Professor ITTI’: i Virus”, primo episodio della serie progettata e realizzata dal CNR.
Il filmato spiega in maniera molto semplice i rischi legati ai virus informatici e suggerisce alcuni comportamenti corretti da adottare di fronte a situazioni di pericolo, per imparare e riconoscerle e a evitarle, grazie anche all’aiuto di un adulto.

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