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Il “cord-cutting” avrà un limitato impatto sul mercato delle pay Tv. E’ questa l’opinione controcorrente di Informa Telecoms & Media che, dati alla mano, rassicura i broadcaster intimoriti da questo grande esodo verso i servizi web-based.
L’analisi, la prima a livello mondiale per questo tipo di settore, rileva che ci sono stati 1,2 milioni di persone ( 0,18%) che hanno disdetto gli abbonamenti Tv preferendo le offerte degli over-the-top (OTT).
La seconda metà del 2010 è stata dominata dal dibattito sull’impatto dei servizi OTT. Gli osservatori si sono divisi sugli effetti che questo passaggio sta avendo sulla pay Tv. Le conseguenze saranno così gravi per i broadcaster delle Tv a pagamento o in realtà non saranno così determinanti?
Per Adam Thomas, senior analyst di Informa Telecoms & Media, al momento l’impatto del “cord-cutting” è molto limitato, ma le cose cambieranno nel prossimo futuro man mano che i servizi OTT diverranno più attraenti.
Le Tv connesse, sempre più numerose, consentiranno di accedere facilmente a questi servizi e, secondo Informa, nel 2015 saranno 16,1 milioni le persone che avranno abbandonato la pay Tv. Vale a dire quasi il 2% del pacchetto totale degli abbonati.
La questione ha delle implicazioni mondiali, sebbene per adesso il dibattito riguardi soprattutto il mercato statunitense.
Stando ai dati raccolti da Informa, nel 2010 negli Stati Uniti s’è registrato il 36% del “cord-cutting” (426.000 abbonati).
Per quanto riguarda il futuro, la società ritiene che i Paesi meno sviluppati potrebbero essere maggiormente affascinati dagli OTT, perché in queste aree la pay Tv è meno diffusa rispetto alla banda larga.
In Cina già un significativo numero di persone ha rescisso il proprio abbonamento, preferendo servizi OTT via cavo o IPTV come Tudou o Youku, nonostante si tratti di piattaforme che insieme a offerte legali distribuiscono anche contenuti pirata.
Si corre tuttavia il rischio che interventi legislativi cambino radicalmente il mercato ma, per ora, quella degli OTT sta diventando una valida alternativa ai servizi tradizionali.
Sebbene Informa confermi per i prossimi cinque anni l’esodo globale degli abbonati pay Tv ai servizi OTT non prevede quel collasso della Tv a pagamento e degli attuali modelli di business di cui invece parlano i sostenitori degli over-the-top.