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Chi li dava per spacciati dovrà ricredersi: i messaggini continueranno a contribuire agli introiti degli operatori mobili ancora per un po’: nonostante l’arrivo di servizi dati più sofisticati, i profitti legati agli sms passeranno dai 77 miliardi di euro del 2010 a 100 miliardi nel 2015, con un traffico in crescita da 5 trilioni di messaggi nel 2010 a 8,7 trilioni fra 4 anni.
I messaggi di testo hanno generato nel 2010 l’80% dei profitti dei servizi dati e messaggistica, nonostante gli operatori vi investano la minima parte dei loro introiti, impegnati come sono nello sviluppo delle reti dati LTE. Alla base del loro successo, che continuerà negli anni a venire, ha spiegato l’analista Pamela Clark-Dickson, di Informa Telecoms & Media, “l’accesso universale, l’interoperabilità tra i diversi dispositivi, la facilità d’uso, l’affidabilità e il basso costo”.
Oltre a essere uno degli strumenti di comunicazione più apprezzati dagli utenti, gli sms sono sempre più usati anche dalle pubbliche amministrazioni, dalle banche, dai negozianti, e per scopi sempre più variegati: per distribuire informazioni di pubblica utilità, ricordare l’appuntamento dal medico, distribuire buoni sconto in base alla posizione dell’utente.
Anche nei mercati emergenti, gli sms si stanno dimostrando uno strumento in grado di migliorare le condizioni socio-economiche degli abitanti delle zone più remote del Paese, facilitando l’accesso ai servizi bancari e finanziari, permettendo alle persone di partecipare a programmi sanitari che consentono di ridurre la mortalità infantile e il diffondersi di gravi malattie come l’Aids, agli agricoltori di ricevere informazioni in tempo reale sulle condizioni meteo, sui prezzi delle sementi o sull’uso dei fertilizzanti, così da permettere loro di migliorare la qualità delle e di guadagnare di più dal raccolto.
Gli sms rimarranno un mezzo di comunicazione essenziale anche nei prossimi anni, ma – conclude Pamela Clark-Dickson, i profitti ad essi legati diminuiranno, soprattutto sui mercati maturi e gli operatori potrebbero perdere una tra le loro maggiori fonti di guadagno “se non introdurranno o non abiliteranno l’introduzione di nuovi servizi sms-based avanzati”.