Italia
facciamo l’agenda digitale: ognuno dei firmatari dà il 2% del fatturato 2010 della propria azienda (o di quella amministrata) in un fondo vc per l’innovazione gestito da persone *non* collegate da alcun rapporto (di lavoro o parentela) con le aziende stesse. vediamo se le firme rimangono le stesse?
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Max te lo dico amorevolmente: che palle che fai
Sarà che sto diventando allergico al politicume che c’è dietro a queste iniziative. Il 90% dei firmatari ha il potere *oggi* (e ce l’ha avuto in passato) per fare innovazione.
Un esempio? Telecom ha la responsabilità oggettiva di aver frenato la diffusione di internet fissa in italia… e Bernabè firma? siamo seri dai…
Vedo già l’erba che rotola…
– Signor Frank da FFHound(roid)!
se fosse per bertoluzzo e la sua vodafone, avremmo ancora il gsm a 2mila lire il minuto… e firma?
questo non vuol dire essere contro la diffusione del web, tutti siamo d’accordo che è importante. però pochi hanno il potere di agire davvero concretamente e tra i firmatari un buon numero ha da anni la possibilità di fare qualcosa. non l’ha fatto, ma firma…
Però adesso mettono online un sito fichissimo.
– Signor Frank da FFHound(roid)!
Telecom vuole fare innovazione? Scorpori la rete.
Cavazzini, i 35 mld di debito li ha fatti Bernabè? E il compito di una impresa, qualunque, non è quello di fare utili? E la promozione dello sviluppo non è forse compito di quella cosa che si chiama stato?
Alfonso, certo continuiamo ad assolvere tutti, la colpa non è mai di nessuno anzi è solo dello Stato cattivo. Ad ogni modo, quando avrò letto i dettagli dell’iniziativa potrò esprimere un giudizio, ad oggi posso solo dire che l’80% dei firmatari ha da tempo il potere di infilare il web in agenda politica, se lo volesse. allora poche parole e più fatti…
Chi ha assolto chi?
Kava, non per fare lo gnorri, ma sei allergico al politicume e lavori in FIAT? 😉
(uno qualsiasi di [operatori mobili+raiway] avrebbe potuto coprire l’intero paese con una rete wimax in 6 mesi. perché non è stato ancora fatto?)
di cosa state parlando?
@peppe, perchè non serve e non conviene?
wi-max? l’unica iniziativa seria è Aria (del buon Mario Citelli) castrata ed affossata dal costo delle interconnessioni con la rete di Telecom. Ha ragione Felter su questo: se Telecom vuol fare innovazione, che scorpori la rete e che la finisca di far pagare costi FOLLI per le interconnessioni.
non conviene, certamente. non serve, ne dubito: forse soltanto perché è una tecnologia già vecchia?
Vado a dormire, ma un ultimo commento. Wimax può risolvere alcuni problemi di digital divide del paese. Ma al momento non è un rimpiazzo del wireless mobile e non può certo colmare i problemi sul fisso.
@alfonso: il compito dello stato è (anche) di fare sviluppo. Però questo sviluppo va aiutato (anche) dai privati e tra i 100 firmatari ci sono decine di aziende che hanno *frenato* lo sviluppo… non dico favorito, finanziato, ecc ma proprio frenato. e allora di che stiamo parlando?
@max: sarà l’ora tarda ma non l’ho capita :O
@gluca: dell’agenda digitale
tra i firmatari ci sono solo persone, non aziende, ciascuno con il proprio portafogli. non abbiamo voluto aziende. dalle aziende solo servizi (c’e’ elencato nei credits)
Kava, era una battuta. 😉 Quoto il Quinta: persone, non aziende, e che oltre al proprio portafogli ci mettono la faccia oltre ai servizi.
Quinta, io attendo di leggere i dettagli ma le persone non possono essere separate dalle aziende… se ci sono 10 amministratori delegati, ci sono 10 aziende anche se formalmente firmano persone. Ecco, io da alcuni dei firmatari non mi sentirò *mai* rappresentato per la parte di innovazione digitale in italia… senza offesa eh 🙂
ah, ok, max, avevo intravisto odore di pr e non avevo approfondito, notte.
rifuggi le pierre? 🙂
sì, non sono in target
lo sei ma non lo sai (non ancora)
@maxkava, per aziende > 1 persona le persone non coincidono con le aziende. non fare polemiche…
nessuna poemica, Quinta. Io non mi sento rappresentato da una serie di persone che hanno firmato, per cui sorry ma non posso accettare che vengano accreditati come stakeholder ‘miei ‘ rappresentanti. come ho scritto qui, http://www.maxkava.com/2011…, se sei tu a rappresentarmi firmo anche tra 1 secondo, se al tavolo delle trattative si siederanno certe persone… beh almeno not in my name.
ecco, letto un po’. mi sento di sostenere la tesi di max. quinta sì, certe aziende, (…).
Ž un prodotto di comunicazione. Se ci sono “certe aziende” e “certe persone” se ne parla… l’obiettivo è quello… farne parlare abbastanza da entrare a forza nell’agenda del paese… Se l’opinione pubblica e la stampa si muove, allora diventa priorità della politica. Questa è la realtà… Il resto è utopia.
marco, perfetto. al netto che per finire sui giornali servono quelle persone… posso dire che se poi quelle stesse persone si siedono al tavolo a rappresentare i miei interessi io mi preoccupo? se tu mi firmi che spariscono una volta finita la campagna di comunicazione, firmo subito eh 🙂
sono perplesso: siamo nel bel mezzo di una crisi politica e questi propongono progetti di lungo respiro, la mancanza di tempismo è notevole.
– Dylan
marco, aggiungo, dal mero pdv della comunicazione: l’effetto compagno-di-classe dei giorni scorsi è stato fastidiosissimo. cricca 2.0 all’ennesima potenza in un momento in cui se ne hanno pieni i maroni di caste. secondo: promotori e sottoscrittori, dà l’idea di seria A e serie B, ovvero chi sarà seduto al tavolo (la serie a) se ci sarà un sostegno (serie b).
ma compagno de classe de che ? FYI, la cosa è iniziata il 2 novembre. Pensata e congegnata successivamente. Non c’entra Working Capital. Tutto autofinanziato. Tutto in stealth fino a quando ha iniziato a leakare. Mercoledì sera abbiamo messo online il sito, poi ieri abbiamo avuto qualche problemino con i dns (qualcuno ha visto uno dei server del cluster), per cui abbiamo messo una splash page. O dicevamo “da lunedì” o scrivevamo “-1”. tutto qui.
la pagina la abbiamo comprata e fissata prima degli scandali che sono usciti. adesso cosa ci mettevamo, paperino ?
E’ ovvio che Fiorello sarà meno attivo di quanto lo sia Quintarelli… Ma fa parte del meccanismo… Per i compagni di classe, io credo che si stia formando un prevedibile “chi non è nei primi 100 e invece voleva esserci diventerà un detrattore”. Ma lo trovo poco costruttivo alla luce dello spirito con cui è stata fatta tutta l’operazione… E poi, scusate, ma il fatto che sia Quintarelli a metterci la faccia non vi basta? Ne abbiamo viste tante di operazioni “simili”, ma promosse da nomi molto meno credibili…
Quinta, io sto esprimendo opinioni. Sintetizzo: alcuni nomi della lista non mi rappresentano per cui non farò parte della serie B che farà sedere la serie A a certi tavoli. Credo che possiate sopravvivere 🙂 sulla comunicazione, imvho è stata impostata male e ho scritto quali sono due pecche: anche qui, opinione personale ma ovviamente se chi l’ha ideata ne è soddisfatto, è un bene.
@mcc: ma infatti se fosse Quintarelli promotore firmo subito. Il fatto che tra i promotori ci siano certi nomi… sorry, no way che una decina di quelli abbiano il mio sostegno per rappresentarmi. nulla di personale eh, ma visto che posso ancora scegliere da chi farmi rappresentare…
hai letto ? nessuno si siede da nessuna parte. hai letto ? nessuno chied di rappresentare nessuno. e sì che e’ scritto semplice… chiediamo che i politici (nota bene, non c’e’ ne e’ nemmeno uno in lista) i politici si occupino di digitale (non i firmatari, che già lo fanno). Speriamo che siano tanti a sottoscrivere perché i politici, ahimè, capiscono solo che un certo tema può attrarre consenso aka voti.
noi ci abbiamo messo i nostri soldi, il nostro tempo. 0 sponsor, zero richieste e si, i promotori siamo sacco, zamperini , io ecc. ecc. (hai letto i credits ?) leggi.. leggi…
abbiamo comprato la pagina a dicembre. la buttavamo ? ce li davi tu i soldi ? si, forse se fosse stata una azienda con un piano di comunicazione si potrebbe dire che bisognava rinviare, pagare il doppio e aspettare, ma invece siamo dei privati con il proprio portafogli.
Quinta, io ho letto. “Chiediamo, entro 100 giorni, la redazione di proposte organiche per un’Agenda Digitale per l’Italia coinvolgendo le rappresentanze economiche e sociali, i consumatori, le università e coloro che, in questo Paese, operano in prima linea su questo tema.” a me pare che si dica che per scrivere l’agenda devono parlare con qualcuno. e anche “Naturalmente, l’organizzazione dei lavori non può prescindere dal coinvolgimento sistematico e strutturato degli stakeholder per garantire l’apporto delle intelligenze operative multidisciplinari necessarie.” mi pare abbastanza chiara. ad ogni modo, ripeto, non vedo quale sia il problema: ho solo e semplicemente scritto che una serie di firme non le vedo granchŽ allineate con il tema.
@quinta: non comprendo questa foga. ho letto tutto, sì. tu hai letto invece quello che sto scrivendo? ho espresso un’opinione molto semplice, ovvero che tra i firmatari ci sono persone che hanno *rallentato* il digitale in Italia. Hanno remato contro, ogni santo giorno di calendario. Si sono convertiti? Buon per loro, ma non mi rappresentano proprio per nulla.
Kava, è fisiologico che in una qualsiasi iniziativa ci siano persone dalle quali non ti senti rappresentato, ma se ti rappresenta l’idea, e dentro ci sono persone – che ci mettono la faccia – che godono della tua fiducia, mi sembra che tu stia tirando in piedi una questione di lana caprina.
ti svelo una cosetta. in italia ci sono le associazioni di consumatori, di aziende, i centri di ricerca, le università, le fondazioni… Ad un certo punto qualcuno ha detto “perché non facciamo una associazione ?” risposta: “chiunque voglia può fare una associazione, come ‘agenda digitale’ non la facciamo, chè non ci sia qualcuno che possa dire ‘ecco, vedi vogliono avere un ruolo'”. Qualcuno ha detto “chiediamo che facciano un ministro come in giappone o corea” – “meglio di no, che nessuno pensi che qualcuno ha ambizioni politiche”, e via cantando.
@max: è anche fisiologico che se si lancia un’i9niziativa, qualcuno può dire ‘non mi interessa’ però. Il punto di partenza è banale: ci sono firmatari che sono *contro* lo sviluppo del digitale. Posso essere libero di dire che non mi rappresentano?
@quinta: secondo me se vogliamo fare davvero una discussione seria, però, dobbiamo prescindere dalla ‘facciata’ (come quella che un bernabè o un bertoluzzo che firmano rappresentano sè stessi e non sono collegabili alle azienda). io la sintetizzo così: tu e una serie di altre validissime persone hanno speso tempo e soldi per forzare la mano alla politica e cercare di creare un movimento che porti l’agenda digitale al centro dell’attenzione. La mia personalissima opinione è che, per quanto lodevole, tra i firmatari ci sono davvero tante persone che hanno avuto in passato e hanno oggi la forza di farlo. non l’hanno fatto.
se lo dici tu.
io lo dico perchè è la mia opinione. non vale nulla? pazienza, sopravvivo anche se ho opinioni di poco valore 🙂 ps: tieni le briglie dei promotori, che un paio di aziende si sono già ‘impossessate’ dell’iniziativa su altri sn e parlano con il ‘noi’…
aziende che dicono “noi” ? chi ?
(l’ultima volta che ho espresso un’opinione che non valeva nulla il diretur ha dovuto fare la telefonatina blocca-tutto al mio capo… chissà come mai eh?)
Dai Max, quella che abbiamo vissuto con le telefonate del diretr è una cosa diversa.
Sottoscrivo su tutta la linea MaxKava. Confido nella buona fede di Quintarelli, ma per il resto è evidente che molti son saltati sul carro per avere pura visibilità/possibilità di ottenere rappresentanza politica………………..
mah io non mi fascerei la testa prima del tempo, vediamo cosa succede no? In ogni caso accanto al nome dei firmatari non compare l’azienda, quindi si può anche prendere per buona la partecipazione a titolo personale
– MatteC
Chiara, personalmente conosco la quasi totalità delle persone presenti in quella lista (amicizia e/o rapporti professionali), e ti dico che vedere nomi come Quinta, Melica e Zampa di fianco a Berbabè, Bertoluzzo e Piol mi fa stare parecchio tranquillo. 😉 E comunque, come si diceva prima, è necessario operare un forte distinguo: io leggo persone che – fino a prova contraria – ci stanno mettendo la faccia, e non di nomi di aziende.
@max: no, è esattamente identico il concetto (se vuoi ne parliamo in privato, vista la delicatezza dell’altra cosa). @quinta: è colpa mia, e nel post l’ho detto subito. sto diventando intollerante alle pastette italiche, alle operazioni cricca2.0, a tutte quelle cose melmose che scimmiottano la politica. se un ottimo frontman sceglie per percorrere un pezzo di strada compagni di viaggio sbagliati, mi spiace ma io come capo-spedizione non lo scelgo pi. questo non vuol dire non avere a cuore l’iniziativa o il tema, semplicemente si decide di non volersi far rappresentare da quella ‘spedizione’ di persone. il che non mi sembra un dramma
certo Max Uggeri, ma è evidente che qualcuno è lì xkŽ vuole accreditarsi con le istituzioni politiche come interlocutore credibile……………
E sì, Bernabè ha bisogno di questa cosa per accreditassi. Ma su …
In effetti c’è anche wc per quello…
– Massimo MaxKava Cavazzini da iPhone
Quoto e sottoscrivo maxkava e chiara su tutta la linea. Tra l’altro, ho raccolto simili perplessità a Milano giovedì scorso da persone ben note nel mondo della comunicazione. Mancano firme pesanti, c’e’ solo una parte della cricca 2.0, e 100 giorni non sono niente… Un manifesto sulla comunicazione, un libro bianco (prima di ogni agenda) mancano del tutto e non sono presenti tutti gli stati generali della comunicazione ma solo i soliti noti che non hanno alcun peso effettivo o non lo hanno fino ad ora utilizzato per l’innovazione.
ecco.
Certo: siamo in una situazione in cui ce ne avanza proprio per essere schizzinosi, avete ragione! :D.D:D –
però il “meno rappresentativa del Moige” mi ha fatto molto ridere. 🙂
Che spaccato di bell’Italia….
@marco: io ho fatto un passetto in pi, almeno mi pare. siccome a cliccare ‘sì ci sto’ sono capaci quasi tutti, e siccome a saltare sul carro sono capaci in molti (e tra i firmatari ci sono dei professionisti), pare davvero così folle chiedere qualcosa di concreto per entrare nel ‘gioco’ ed essere della partita? Ripeto: io Quinta lo voto in parlamento anche subito.
io dico solo una cosa, non avendo ovviamente le idee chiare sull’iniziativa: a Riva ho chiesto io a Bernabè se, questa volta fosse libero di portare le sue convinzioni personali nelle scelte di Telecom, dato che nel 98, quando era a capo di Telecom, sapevo che quello che lui avrebbe voluto fare gli è stato impedito dai “reali proprietari”, e lui mi ha risposto di sì. Per cui, per quanto mi riguarda, le idee di Bernabè e di Telecom sono allineate.
Infatti Massimo, non ho detto nulla sulla tua posizione, anche se la richiesta che fai è obiettivamente improponibile. 😀 Per come la vedo io siamo talmente indietro a livello di paese sul comparto digitale che (anche ammesso che tu abbia ragione su alcuni firmatari, non voglio entrare nel merito) trovo comunque pi importante l’obiettivo finale, cioè far partire un tavolo politico sul tema. Sottoscrivere l’appello per un’agenda, infine, non legittima o dà mandato di rappresentatività alcuno ai 100 sottoscrittori iniziali. La prenderei pi alla leggera da un lato e darei pi peso all’obiettivo dall’altro. Ma son punti di vista personali of course… 🙂
Alla fine tutto si riduce al rapporto di impegno che c’è tra il fare e il criticare. Criticare serve, basta che a un certo punto diventi anche fare qualcos’altro: altrimenti è un alibi e una pigrizia che demolisce tutto quello che qualcun altro cerca di fare. Mentre cercare di fare qualcosa può essere fragile, povero, sterile, prevedibile: ma se esce qualcosa, esce da lì. Non da FF.
@lucaS: sicuro sicuro che esce da lì? così come è uscito il MOU di novembre? così come sono usciti gli 800 milioni per la banda larga? così come è uscito il rapporto Caio?
– Luca
@marco: l’obbiettivo è importantissimo. ok, sottoscriviamo l’agenda ma possiamo parallelamente ragionare su metodi pi concreti? Io ne ho messo uno (improponibile fino ad un certo punto… ma qui non voglio riaprire vecchie polemiche), ne ho messo un altro (un candidato unico supportato da n-mila persone), ne esisteranno altri 10mila sicuramente e allora tiriamoli fuori. Solo lo scorso anno, di ‘petizioni-on-line’ internet-related e con ottima copertura mediatica ce ne sono state tre o quattro. sono servite? a qualcuno sicuro, a internet un po’ meno. proviamo a ragionare sul come andare oltre?
in Italia siamo bravissimi a fare iniziative per spingere altri a fare qualcosa. Possibile che, con tutti questi personaggi, non si possa riuscire a concordare di fare qualcosa, senza per forza coinvolgere la politica o qualcun altro che non arriverà mai? attorno allo stesso tavolo c’è l’AD di Telecom, AD, di Vodafone, alcune delle menti pi illuminate del panorama tecnologico italiano. Possibile che non ci sia niente che possono fare direttamente loro per l’innovazione di questo paese? @sofri non è anche questo criticare (la politica) invece di fare?
@roberto: hanno comprato pagina 8 del corriere, aho 😀
– Luca
@sofri: ma il punto è proprio questo, ragionare (qui, là, dove vuoi) sull’andare oltre la ‘petizione’. i 100 che hanno firmato per il free wifi, i millemila per il nobel a internet… ok, andiamo oltre? Due proposte le ho messe sul tavolo, ne aggiungo una terza. La banca dell’innovazione. Vogliamo provare a fare in modo che accada? Ok, ci sto. però partiamo dalle parole di Phelps: “most financial firms lack the expertise to invest in business ventures on a sufficient scale, now that a generation of financial professionals has been trained to focus elsewhere. Unless something changes, the gap in funds for business innovation will keep widening.” Ok, prima di andare avanti ditemi chi sono i ‘financial professionals’ italiani che potrebbero guidarla. Gente che ha già fatto cose concrete nel settore, altrimenti torniamo alla pastetta politica e al cadreghino e io, sinceramente, sono un po’ stufo
Il candidato unico me lo sono perso… 🙁 Dove lo trovo? Massimo credo che il voler definire una agenda sia proprio questo che dici tu: troviamoci e proponiamo i punti fondamentali. Ci sarà da far compromessi, di sicuro! Ma si avanza sempre per tappe e approssimazioni… Perché non entri e proponi alcune tappe di una road map digitale? Sono sicuro porteresti molto beneficio!
@marco: l’agenda sappiamo già pi o meno tutti come farla, cosa metterci dentro, ecc ecc – mi pare manchi la volontà (anche politica) di smettere di guardarsi l’ombelico…
– Luca
Eh Luca, non so cosa intendi con volontà politica, ma diciamo che l’agenda va “messa” sui tavoli della politica. A me sembra questo il passaggio mancante. 🙂
Le critiche sono sempre bene accette, sarei felice che dai vari “Falcone” della rete nascano iniziative migliori e pi incisive, attendo con ansia di vederle e poterle supportare.
– wolly
Massimo, se sei stufo, comincia con lo smettere di occuparti di esibire i tuoi fastidi: perché sennò è un circolo vizioso. Gira la petizione online inutile, segue l’inutile sbuffo contro la petizione online, parte la polemica, e poi tutti sono convinti di avere impegnato se stessi. Te la semplifico: rispetto alle tue ambizioni e ai tuoi desideri, che male ti fa la petizione online? Se non ti piace, ignorala. Ma far prevalere sempre le guerricciole per antipatie sulle chance di combinare qualcosa assieme con simili intenzioni è la ragione prima per cui stiamo messi come stiamo messi.
@marco: sui tavoli c’è da 1 anno e mezzo il rapporto Caio, da novembre un MOU diventato carta straccia 2 giorni dopo essere stato firmato… 😉
– Luca
@sofri: scusa ma fortunatamente non sei ancora tu a dover decidere di cosa devo occuparmi nel tempo libero 🙂 Ripeto: proviamo a mettere sul tavolo idee *concrete* per raggiungere l’obiettivo (che mi pare di capire sia l’unica cosa che tutti condividono?).
@Luca, appunto, era ora di metterci qualcosa di fresco… 😀
io solo una cosa non capisco… come si può sostenere che i “firmatari” siano solo “persone che ci stanno mettendo la faccia” e non aziende… e che benefici porterebbe all’iniziata la partecipazione di Barnabè (ad esempio) se non fosse AD Telecom?
Ma io dico.. tutta questa propensione per migliorare l’Italia.. c’è da rabbrividire!! Scusate ma ci sono tematiche molto pi serie che vanno affrontate in questo Paese prima di fare le agendespot. Quindi il fatto di utilizzare queste cause per promuovere prodotti, perchè a mio parere di questo si tratta, sarebbe opportuno fare mooooooolto altro. Che poi questa iniziativa sia stata promossa via facebook da “soggetti aziendali” fanno capira benissimo a chi è riconducibile. Su su.. per cortesia, non fatemi credere davvero che si tratta di un’idea neutra e non del solito spot.
E vedere Luca Sofri partecipare a queste cose direi che fa un certo effetto..
Giorgio, dei tuoi effetti non so, fatti tuoi: ma facci sapere appena avrai fatto “moooolto altro”. Ne sarei sinceramente felice. Massimo, fai quello che ti pare. Augh.
@alfonso no son gli altri che hanno bisogno di bernabè, wired e company per accreditarsi 🙂 E tra l’altro mi piacerebbe sapere come si può fare un’agenda intestando il dominio dell’iniziativa (un .org, quindi organization) a “Brodo Party” (che ci sta bene, visto che tutto fa brodo!)
@marco: cmq io i “100 di interweb” l’ho già sentita…
– Luca
(la cosa meno divertente è vedere che quando si prova a ragionare, magari manifestando dissenso costruttivo, la risposta delle menti illuminate è ‘vaffanculo’).
Caro luca, io non vado in giro a proporre agende.. e per la tua estrazione culturale dovresti sapere benissimo che in questo Paese ci sono problemi che dovrebbero avere la priorità rispetto a questi SPOT! E caro amico mio, il fare mooooooolto altro appartiene innanzitutto ad intellettuali come te, visto che qualche tempo fa avevi argomenti pi convincenti rispetto al sostegno degli spot. In secondo luogo appartiene ai politici e non certo a me. Una volta era lotta politica, ora è pubblicità, con tanto di testimonial e cause.. in tutto ciò Sofri, relax eh, se il lunedi butta male fuma una sigaretta..
Intendevo Luca Sofri con “caro luca”
sarebbe fare gli schizzinosi stigmatizzare le prevedibili strumentalizzazioni bipartisan? Sarebbe remare contro? Chi rema contro? Chi? Chi vorrebbe crederci e non riesce? http://www.iltempo.it/2011… In Italia manca un’intelligenza collettiva, un’azione collettiva, una forza decisionale collettiva. Ancora crediamo che l’intelligenza singola e del singolo (furbo) sia adatta alla risoluzione dei problemi complessi che abbiamo. Bè no, IMHO. La “conversazione” è uno strumento pre-decisinale, ma non ci rende pi intelligenti e non aiuta una decisione collettiva se ci si salta addosso
Ah beh, se il problema è il dominio org allora c’è poco da discutere.
Alfonso, ci sono altri temi sul tavolo in questa discussione…
Ma scusate sbaglio se dico che questo è il primo spot di un piano di comunicazione chiuso a dicembre 2010? In pi quoto Scano.. Brodo Party.. dai su.. siamo seri..
Va bene, siamo tutti venduti. Ciao e buona continuazione.
Alfonso, e siamo a tre. Dove vogliamo andare con il web e l’innovazione se non si è nemmeno capaci di affrontare critiche costruttive?
io vorrei comprendere quanto segue (e il prof Fuggetta e Stefano Quintarelli sanno che non ho preconcetti): vogliamo davvero puntare a sensibilizzare sul tema ICT una classe politica che fino a oggi ha saputo offrire come risposta alle nostre istanze un “meh?!?”? 😉 se mi dite: facciamo uno di noi ministro di internet e da domani collaboriamo tutti a spingere ogni iniziativa, ci sto; se mi dite: dai forza ce la facciamo, vedrete che riusciamo a convincerli che siamo i buoni… io ho qualche dubbio: che se l’AD di Telecom vuole vedere il ministro per lanciare l’agenda digitale, credo proprio che il ministro lo riceva anche senza tutto questo 😉
– Luca
@cavazzini, Non capito bene dove sia il costruttivo. Stefano questa notte non ha dormito. Ci sono decine di persone che ci lavorano. E devo stare qua a sentire che facciamo spot? Scusami, ma di fegato ne ho uno e vorrei conservarmelo ancora un po’.
@alfonso, ti chiedo solo una cosa: se ti trovassi attorno ad un tavolo con Bernabè ecc. davvero non salterebbe fuori niente che loro potrebbero fare subito, senza bisogno di coinvolgere il “resto d’Italia” per l’innovazione? Come potresti far finta di niente?
io ho aderito ma farò opportune riflessioni (pi tardi)
Pi che altro togliendo chi sta attorno al mondo telecom, wired, VC, referenti tecnico-politici che adorano i citati in precedenza,incubatori vari con lo stesso amore… chi resta dell’elenco?
Dai su che sono sempre gli stessi a fare proclami.. stupiscono i commenti degli “ex intellettuali” però.. che non si farebbe per apparire.
Provo a riprendere il discorso: se lanci un’iniziativa, devi essere aperto alle critiche. Dal canto mio, ho detto da subito quale sia il punto focale: tra le firme c’è gente che non vorrei mi rappresentasse nemmeno per ordinare un caffè al bar, figuriamoci come mio rappresentante in certe sedi. C’è gente che ha remato contro il web per anni. C’è gente che ha già accesso ai politici per proporre l’agenda, ma l’ha sempre fatto per perseguire interessi economici e non vedo perché oggi dovrebbe cambiare comportamento. Quindi il problema non è l’adesione formale o meno (il click è gratis, puoi anche arrivare a 1 milione di ‘sottoscrittori’) ma la rappresentanza.
Pensa che ho sottoscritto solo per vedere che DEM hanno messo in piedi.. pfff..
Secondo tema, il passaggio concreto: se mi dite che Quinta mi rappresenta e si candida, lo voto. Siccome pare non sia così, allora chiedo alle menti illuminate che hanno firmato di ragionare con passi pi concreti. Quali? Quanti? Quando? La ‘petizione on line’ è qualcosa di già visto, in cosa dovrebbe essere diversa questa? Per renderla diversa, possiamo ragionare su qualcosa di concreto? Se non tocchi il portafoglio, cosa tocchi? Il cuore? Ma il cuore di certi firmatari è embedded nel conto economico delle aziende che dirigono, o vogliamo fare finta di no?
Come mai la Layla Pavone ha messo lo screenshot del Corriere nell’album ISOBAR con didascalia: “Strategia on-offline Diamo all’Italia ciò che si merita: Agendadigitale.org” già inserita nel portfolio aziendale, come volevasi dimostrare.. Chi paga? (retorico al massimo).
no ma, l’avete letto l’articolo sul Il Tempo? Quindi #agendadigitale avrebbe colto il momento giusto per essere lanciata, altro che errore di comunicazione! Diventerà il colpo di coda del governo…
@giorgio: anche telecom italia è in scia, se per questo (non solo il post di mante su eraclito, ma l’arrivo di phelps, i post via wc). va beh ma questo è prevedibile, nessuna azienda fa qualcosa gratis, è giusto che ci sia un roi.
(+1 luca, ho postato il link dell’articolo del tempo sopra…sono della tua stessa opinione)
@Max, si ma dopo un pò stufa ed altera certe realtà addirittura, guarda Sofri come si scalda.. è agghiacciante!!
@giorgio: io non mi spavento per chi si scalda (non è il caso di sofri, ma di sicuro per chi ci ha speso tempo e notti e magari soldi ricevere critiche capisco possa far scattare la reazione ‘violenta’), mi spaventa molto di pi vedere che da menti illuminate non ci sia la voglia di accettare la critica e ragionarci insieme. Insomma, passata l’incazzatura per la critica in sè, dovrebbe scattare la scintilla del ‘beh forse è il caso di discuterne’. Invece è sempre un un ‘o con noi o contro di noi’, il che è deprimente.
@Massimo è il lato oscuro della rete, l’impero colpisce ancora 🙂
Vittorio Bertola http://www.facebook.com/notes…
nicola mattina http://blog.nicolamattina.it/2011…
@Max.. alla faccia del crowdsourced.. 🙂
… giusto a completamento del quadro …http://www.pierferdinandocasini.it/2011……
@cipriana questo segnale mi pare uno degli obiettivi… stimolare una reazione dei politici.
“non uso Internet per pietire attenzione, ma per mandarli via.” a me questa di Vittorio Bertola piace purchŽ non sconfini nel grillismo. amen.
@Marco, a me personalmente la POLITICA non mi ha mai aiutato! Anzi, ti dirò, mi ha sempre ostacolato creando un tappo plurigenerazionale sulla mia testa del tutto insormontabile che mi ha reso e mi rende impossibile socialmente qualsiasi cosa….(e questa mia non è antipolitica alla Grillo, ma semplice constatazione del veleno paralizzante che succhiamo dalla attuale classe politica ogni momento)…Però se dite che così funziona e funzionerà…Però se dite che l’obiettivo è parlare alla politica…Io mi accodo, firmo e vesto il banner
mi immagino la scena: “cosa mettiamo nell’agenda digitale? infrastrutture disponibili a tutti. OK! Chi dobbiamo spingere perché lo faccia? ehm Telecom. Ah!, non si potrebbe chiedere il wimax?” 🙂
@Felter Basta che non applichino le stesse tariffe applicate per questo progetto 🙂 http://www.tiragraffi.it/design…
io sono convinto che iniziative per obiettivi generici e ovviamente condivisi sono tanto apprezzate quanto inutili. Se facciamo una agenda per la pace nel mondo chi non la sottoscrive? perché non scegliere una cosa da fare, importante ed essenziale e impegnarsi per fare quella?
Per far succedere una cosa simile a questa anche in Italia: http://ec.europa.eu/informa…
@marco: senza una neelie kroes o una viviane reding, la vedo difficile (e nessuna delle due è partita da un appello dell’intellighenzia, senza nulla togliere a chi ha voluto questa iniziativa)
– Luca
Ma se dopo 100 giorni quelli (i politici) non vi hanno cagato neanche di striscio, che succede?
Io credo che tutti siano d’accordo sul fatto che serva un’agenda digitale. Quello su cui probabilmente dobbiamo discutere è se l’appello è il modo migliore o se esistono altri metodi (non necessariamente alternativi, magari complementari).
max, straquoto, ci fossero altre 100 iniziative “complementari” aderirei volentieri anche a quelle, e se non mi chiedessero di aderire le appoggerei comunque… (per restare al tema del post: il mio 2% del fatturato per un VC come proponi tu io ce lo metterei. Certo partire dai miei soli 40/50k servirebbe a poco…;)
@Andrea io invece (non che il mio conti di pi 😉 ) NON ce lo metterei. Non credo sia compito della nostra società fare VC o promuovere l’innovazione nel paese. Mentre credo sia nostro interesse e dei nostri collaboratori promuovere una agenda digitale che favorisca il comparto in cui siamo. Le aziende devono pensare a fare profitto, se fanno profitto, anche pochissimo, vuol dire che sono in utile e pagano stipendi, non fanno profitto chiudono… é compito della politica, poi, creare le macrocondizioni perché le aziende possano lavorare meglio. Come quelle auspicate da agenda digitale. Credo questo ragionamento valga per il 90% dei sottoscrittori,ma lo diranno loro…
@marco: e non son d’accordo 😀 nel senso che questa mi pare una iniziativa di moral suasion tra i soliti (ig)noti 😉
– Luca
@Luca io ho espresso un pensiero molto simile qui http://ff.im/x8qqK 🙂
@marco: è evidentemente una provocazione, quella del 2%. ma nasce dalla convinzione che molti dei 100 firmatari abbiano accesso da anni alla classe politica e che quindi la fase dell’appello sia per loro già ‘vecchia’. bisogna inventarsi qualcosa perchè siano azioni concrete, il 2% è una di queste (per quanto irraggiungibile, me ne rendo conto). Vogliamo provare a tradurre i concetti ‘alti’ dell’appello in concetti concreti che possono essere applicati e i cui risultati possono essere misurati? i politici fanno l’agenda da soli? no. la proponiamo noi? sì. Digital divide: cosa sono disposte a fare le aziende e cosa si aspettano dal governo. Net neutrality: cosa sono disposte a fare le aziende e cosa si aspettano dal governo. e così via.
Ok, Max così è tutt’altra cosa. Te l’ho detto che faresti una bella agenda tu… ;P @Luca diciamo che è grassroot lobbying? 😀
@marco, la premessa di max è chiara, investiresti in un VC il 2% del tuo fatturato assieme alle aziende dei firmatari, ecc. ecc.? l’idea potrebbe essere buona e nel tempo pure profittevole, quindi da micro imprenditore ce li metterei, come molti imprenditori della lista fanno già da tempo per altro (donadon, colomban, dettori e altri ancora) anche se con formule diverse. poi è chiaro che se i quattrini ce li mettiamo io e te e basta allora non è pi un investimento e quindi no… 😉
Donadon fa il Venture Capitalist di professione, io ho un’agenzia di PR Andrea… 🙂 Cmq se mettiamo il 2% io e te secondo me un Fondo Poenta&Osei lo apriamo e magari ci scappa anche una bottiglia di Valpolicella 🙂
@marco, se investi il 2% su di me preparo l’agenda 😛
@Max se vuoi facciamo l’agenda io e te davanti a un piatto di Poenta&Osei e a un Valpolicella… o meglio a un Brasato e Nebbiolo a Torino… 😉 Poi lascio il 2% di mancia… 😀
LOL
guarda che mangio parecchio, il 2% del conto finale può mantenere una startup per qualche mese 🙂
in tutto questo c’è un professore qui che probabilmente non è (pi) abituato ad un dibattito alla pari, quindi non solo non risponde ma lancia la pietra e scappa.
max hai provato a fare due conti sul 2% del fatturato delle firme? io ho perso il conto ad 70 miliardi di euro… forse andrebbe bene anche l’1xmille… (così marco se la cava con poco e magari li mette pure lui…eheheh)
anche se mettessimo lo 0,01 mi sa che nessuno accetterebbe 🙂 cmq la cosa pi sconvolgente, almeno per me, è che sono arrivate critiche ragionate e costruttive e molti le hanno liquidate come ca**ate… quelli che dovrebbero essere le menti illuminate di questo paese, quelli che dovrebbero rappresentarci, ecc (non tutti: quintarelli sta rispondendo… si può essere d’accordo o meno con le critiche e con le controdeduzioni ma almeno è un dibattito onesto e schietto)
segnalo (scusate se riporto i link ma serve a me stesso per tenerne traccia) http://blog.graziamagazine.it/mafe-de…
le 3 domande di Gallizio: 1) se la rivendicazione di un’agenda digitale è limitata all’appello sul corriere o se c’è un tavolo di interlocuzione (col governo? col parlamento?), una lobby insomma, in senso anglosassone – gallizio 2) a livello di comunicazione: se agendadigitale è un’accozzaglia di semplici cittadini firmatari a titolo personale (quintarelli dixit), come si può procedere concretamente? – gallizio 3) fatico a comprendere la scelta della paginata sul corriere, che fa molto 100 padelle 1990, ma forse è un problema mio – gallizio
max, alle volte ho visto dei passaggi da reduci della Vecchia Guardia che dopo tante battaglie assieme ora trovandosi in disaccordo su questa cosa ne sono talmente sconcertati da chiudersi in se stessi. se è vero che sono arrivate le critiche ragionate e costruttive sono arrivate anche le rosicate tipiche di chi non si è trovato in lista e ci ha trovato invece i compagni di merende di un tempo… e comunque il tempo è davvero sovrano in queste cose….
le rosicate me le devo essere perse… almeno nei 3ad che ho letto (e alcuni sono linkati qui). ad ogni modo io continuo a portare avanti la mia proposta: proporre un’agenda o almeno temi concreti, non abbiamo politici in grado di scrivere un’agenda digitale. almeno su questo concordiamo?
concordo, ed è lo spirito con cui io ho aderito all’appello. poi è vero che tante cose potevano essere fatte meglio ma il meglio è nemico del bene spesso e come detto prima il tempo ci dirà che spirito seguirà questa cosa. su una cosa sola voglio dare una risposta netta alle domande di gallizio: nel mio spaccato di piccolo imprenditore veneto la pagina sul corriere ha funzionato oltre ogni aspettativa: ho ricevuto tantissime telefonate da imprenditori (piccoli e grandi) e manager (pubblici e privati) capaci che pensano nel migliore dei casi che internet serva per le mail e nel peggiore che sia facebook, ma il corriere del lunedì lo leggono tutti: c’è l’inserto di economia…
Buongiorno, come ho avuto modo di anticipare ieri, ho aderito ma ho sottolineato le mie perplessità qui http://blog.armandoleotta.com/2011…