Europa
Il consorzio Green Touch, creato lo scorso anno da Alcatel-Lucent, traccia un primo bilancio dell’iniziativa, che riunisce laboratori industriali, centri di ricerca, istituti universitari, operatori di Tlc di tutto il mondo per migliorare l’efficienza energetica di internet e delle reti.
Una delle prime tecnologie sviluppate da Green Touch – che intanto ha raddoppiato il numero di membri, giunto a quota 35 – è stata presentata a Londra: si tratta di un’antenna ‘intelligente’ per le reti mobili – in assoluto le più voraci di energia – che promette di funzionare con il 3% dell’energia necessaria per alimentare le antenne esistenti. Il sistema permette di convogliare il segnale dell’antenna verso l’utente finale, evitando dispersioni e spreco di risorse energetiche. Quando gli utenti si spostano, il flusso di emissione-ricezione li segue.
Grazie a questa tecnologia, che è ancora in fase di test, si potrà diminuire del 30% il consumo delle reti mobili, ma c’è bisogno ancora di qualche aggiustamento prima di arrivare all’obiettivo prefissato dal consorzio, ossia di migliorare di 1000 volte l’efficienza energetica di internet e delle reti.
Le prossime tappe, ha spiegato il vice president della ricerca ai Bell Labs e guida del consorzio Gee Rittenhouse, “consisteranno nell’applicare il metodo sperimentato sulle antenne mobili anche all’accesso fisso, ai router e ai commutatori e infine alle connessioni ottiche”. Attualmente, ha aggiunto, sono stati avviati 25 programmi di ricerca in ognuno di questi campi.
Iniziative simili, ha sottolineato, esistono già ma sono rivolte solo a massimizzare la capacità delle antenne non ad aumentare la loro efficienza energetica.
Per questo, Green Touch ha iniziato a rivolgersi anche ai costruttori di terminali e agli sviluppatori di applicazioni, che svolgono un ruolo molto importante nell’ecologia di internet, collegandosi ad iniziative parallele, per giungere a risultati ancora più sinergici.
A un anno dal lancio dell’iniziativa, il consorzio ha accolto fra i suoi membri molti nuovi player, tra cui la cinese Huawei, entrata direttamente nel comitato esecutivo.
Tra i soci fondatori si contano laboratori industriali (i Bell Labs di Alcatel-Lucent, il Samsung Advanced Institute of Technology, Freescale Semiconductor) operatori Tlc (China Mobile, Portugal Telecom, Swisscom, Telefonica), laboratori universitari di ricerca (Massachusetts Institute of Technology, Research Laboratory for Electronics, Wireless Systems Lab della Stanford University, l’Institute for a Broadband Enabled Society dell’Università di Melbourne) e Istituti pubblici e organizzazioni di ricerca no-profit (il CEA-LETI Applied Research Insti-tute for Microelectronics, Imec, l’Istituto Nazionale francese per la Ricerca Informatica e Automazione).
“Nel decennio davanti a noi – ha concluso Rittenhouse – altri miliardi di persone saranno impegnate a condividere e aggiungere propri video, immagini e informazioni su reti pubbliche e private, mentre comunicheremo in modalità nuove e più elaborate. L’incremento conseguente di energia consumata per fronteggiare questa domanda minaccia pertanto di essere esponenziale e richiede azioni immediate per ridurre le emissioni”.