Italia
Ma cosa è successo ieri alla Rai? Perché per oltre un’ora in alcune parti del Paese sono scomparsi i canali del servizio pubblico?
Alcuni hanno addirittura riscontrato problemi di connessione anche con i siti internet dell’azienda che s’è giustificata spiegando che il blackout sarebbe dipeso da “un’avaria alla rete di distribuzione elettrica in uno degli impianti di Roma”.
La giustificazione non ha però convinto il segretario di Usigrai, Carlo Verna, che ha parlato di spiegazione “semplicistica e gravemente minimizzante“.
“Sarebbe andata bene forse negli anni Sessanta. Nel 2011 parlare di avaria alla rete di distribuzione elettrica come fatalità senza rimedio non sembra accettabile. Riprovino a convincere sindacati ed utenti. Sono in Rai da quasi 30 anni e non ricordo una cosa del genere”.
L’Usigrai, ha informato Verna, ha già chiesto un incontro urgente all’azienda, in cui solleciterà anche indagini scrupolose sull’accaduto, che non puntino verso capri espiatori, ma che verifichino se ci siano problemi di impianti obsoleti e di investimenti non fatti: “Siamo stanchi di figuracce e balbettii, allarmati per i ritardi su tutto”.
Intanto alcune associazioni dei consumatori hanno chiesto spiegazioni sull’accaduto e, difendendo gli utenti abbonati al servizio televisivo, un piccolo risarcimento danni per i disagi provocati dal disservizio.
Negli ultimi giorni, vi erano stati problemi con il segnale del digitale in Veneto. Molti canali della regione del Nord-Ovest sono stati improvvisamente oscurati per problemi con il segnale audiovisivo. A quanto pare, però, non c’è nessuna associazione tra due casi.
E mentre si cercano di capire le vere ragioni dietro l’improvviso blackout, oltre 200 persone, invalide o con un’età superiore ai 65 anni, hanno deciso di aderire ad una class action gratuita contro il canone Rai.
Una iniziativa – spiegano gli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona – da mettere in relazione soprattutto all’ingiustificato aumento pecuniario, rispetto agli anni passati, a fronte di un servizio che non è affatto migliorato (anche in relazione al digitale terrestre che continua, in molte Regioni italiane, a dare seri problemi di funzionalità tecnica).
Tra i casi più “significativi” figurano quello di un ultra65 romano, al quale hanno pignorato la casa perché in anni passati non aveva pagato il canone.
Ma i casi “emblematici” della disfunzione del servizio della riscossione dei tributi per la televisione pubblica – assicurano i due legali – non finiscono qui. Tra gli aderenti all’iniziativa figurano infatti i familiari di una signora, morta da 15 anni, alla quale, presso l’ultimo domicilio, continua ad arrivare la richiesta di pagamento del canone ogni anno.
C’è pure un carabiniere Marco B., 37 anni, di Savona, che riceve il canone Rai addirittura in caserma (dove vive). E, persino, un detenuto, condannato a 18 anni di reclusione e ristretto presso il carcere di Nuoro, che ogni anno riceve presso la casa di sua proprietà a Varese la lettera della Rai.