Italia
In attesa del pronunciamento dell’Agcom, previsto per il prossimo 3 febbraio, si riaccendono le schermaglie tra gli operatori alternativi e Telecom Italia sull’offerta Internet 100 Mega dell’ex monopolista, di cui l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è chiamata a valutare la replicabilità da parte degli operatori concorrenti sulla base dei cosiddetti ‘test di prezzo’.
Gli OLO – Vodafone, Wind, Fastweb, Tiscali – e l’Associazione AIIP, contestano l’offerta che, a loro dire, sarebbe penalizzante sotto diversi aspetti. Le società concorrenti di Telecom Italia hanno messo nero su bianco le loro osservazioni e, in una lettera all’Agcom, hanno sottolineato non solo il rischio di ritorno al monopolio se l’offerta fosse approvata così come impostata, ma anche le conseguenze negative per lo sviluppo di un settore, quello dell’ultrabroadband, che potrebbe restringersi solo a un’elite di utenti disposti a pagare una settantina di euro al mese per beneficiare del servizio di connessione ultra veloce.
Telecom Italia propone infatti un canone mensile wholesale di 47 euro e un costo di attivazione di 90 euro. Cifre che andrebbero inevitabilmente a influire sul prezzo degli abbonamenti proposti dagli operatori alternativi.
Vodafone, Wind, Fastweb, Tiscali e AIIP contestano poi la previsione dell’assegnazione al cliente dell’OLO di un indirizzo IP di Telecom Italia, fattore che manterrebbe in capo all’ex monopolista il pieno controllo dei livelli di servizio (QoS) del traffico IP e limiterebbe i servizi – dal VoIP all’IPTV – che possono essere offerti dall’operatore alternativo.
Lungi dal pretendere il pollice verso sull’offerta di Telecom Italia, per non condizionare il processo di innovazione a beneficio dei consumatori gli OLO chiedono di essere messi nelle condizioni di replicare l’offerta di Telecom, attraverso l’imposizione all’operatore dominante di “fornire un’offerta wholesale bitstream disaggregata su fibra ottica, con caratteristiche tecniche e di performance almeno equivalenti a quelle delle offerte retail di TI”, così da poter essere autonomi sia in termini di servizi offerti, che di qualità e di quantità di banda garantita, che secondo l’offerta presentata all’Agcom il 29 ottobre, si limiterebbe a 200Kbit e sarebbe dunque “assolutamente inadeguata ad un’offerta su rete di nuova generazione con 100Mbit/s di larghezza di banda offerta al cliente”.
Ad oggi, sostengono infatti gli OLO, nonostante gli obblighi previsti dall’ Agcom “è del tutto assente sul mercato un’offerta wholesale in grado di consentire il dispiegarsi tempestivo delle dinamiche competitive sul mercato della fibra ottica con il rischio di agevolare, nelle more della definizione delle regole NGN, azioni di pre-emption e conseguente rimonopolizzazione del mercato da parte dell’operatore Telecom Italia”.
Gli operatori hanno pertanto chiesto all’Autorità di non approvare l’offerta Telecom Italia prima che la società renda effettivamente disponibile “un’offerta bitstream pienamente disaggregata, orientata al costo che ne consenta la replicabilità tecnica ed economica”.