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Cellulari e Web: l’ITU dà i numeri di un decennio ‘storico’. Utenti mobili a quota 5 mld

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Nel corso del primo decennio del 21esimo secolo, le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono diventate accessibili alla maggior parte degli abitanti del pianeta per la prima volta nella storia. L’ITU, l’agenzia ONU che si occupa di telecomunicazioni, ha pubblicato un resoconto in numeri di questo successo, facilitato dalla crescita costante della competizione e dalla creazione di autorità di regolazione indipendenti.

 

Nel 2010, è risultato concorrenziale il 90% dei mercati dei servizi mobili e internet e le autorità di regolazione sono passate da 106 all’inizio del decennio a 157.

Il numero di utenti mobili è passato da 1 miliardo a oltre 5 miliardi, mentre gli utenti internet hanno superato i 2 miliardi, da 400 milioni del 2000.

Tra i servizi che hanno maggiormente visto crescere il livello di concorrenza, ITU cita i gateways internazionali – competitivi nel 78% dei paesi, rispetto al 38% nel 2000 – e i servizi voce di base, concorrenziali in due terzi dei paesi del mondo contro il 40% di inizio decennio. La concorrenza nel segmento delle linee in affitto interessa tre quarti dei paesi, mentre l’82% dei paesi è competitivo nel wireless local loop, rispetto al 62% del 2000.

Sul versante della privatizzazione, ITU sottolinea che appena 20 anni fa, solo in 37 paesi il principale operatore di rete fissa era in mano a privati. A oggi, gli incumbent privatizzati sono 126. In Europa è ormai completamente o parzialmente privatizzato l’86% degli ex monopoli statali, dato che scende al 50% nei paesi CIS (gli Stati dell’ex Unione Sovietica).

“L’attività di privatizzazione è rallentata negli ultimi anni, specialmente in seguito alla crisi economica quando gli investitori interessati a simili operazioni sono nettamente calati”, ha spiegato il direttore generale ITU Hamadoun Toure.
 

Nel 2010, circa 82 paesi nel mondo – dall’Afghanistan agli Stati Uniti, dall’Australia al Malawi, al Cile e alla Slovenia – hanno adottato o pianificato un piano nazionale per la banda larga, concentrandosi sulle strategie per massimizzare i benefici di un’infrastruttura nazionale in grado di offrire a tutta la popolazione servizi di interesse pubblico come l’eHealth, l’eGovernment e l’eLearning.

Circa 40 Paesi, conclude l’ITU, includono la banda larga nelle definizioni di servizio universale e in alcuni, come la Finlandia – l’accesso broadband è diventato un diritto.

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