Contenuti mobili: opportunità e incognite di un mercato per molti, ma non per tutti. Studio ABI

di Alessandra Talarico |

Il crescente successo degli smartphone e la disponibilità di reti sempre più veloci rappresentano un'importante opportunità per i fornitori di contenuti, ma le dinamiche non sono uguali per tutti.

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Mobile content

Reti più veloci, dispositivi sempre più intelligenti e una valanga di app, giochi e intrattenimento vogliono dire una sola cosa: i contenuti mobili sono in ascesa e con essi anche i guadagni che questo mercato è in grado di generare. Un mercato, però, fatto di tanti mercati che variano per caratteristiche e maturità, proprio come le società in esso impegnato differiscono per obbiettivi e disponibilità.

Il mercato dei contenuti mobili, spiega ABI Research, ha subito una radicale trasformazione nel giro di pochi anni: non si tratta più di loghi, suonerie e wallpapaer: il focus si è infatti spostato sui giochi, la musica, le applicazioni, con società come Apple, Zynga e Rovio che si sono prontamente mosse in questo contesto nella speranza di veicolare i loro contenuti ai consumatori attraverso il loro strumento preferito, il cellulare. Allo stesso tempo, il valore del telefonino come strumento di marketing comincia a essere compreso anche dai grandi gruppi commerciali, che si sono fiondati sul segmento offrendo contenuti di intrattenimento e in grado di attrarre gli utenti verso i loro prodotti.

 

Ma, avvertono gli analisti di ABI, le dinamiche del mercato non sono uguali per tutti e per questo alcune compagnie dovrebbero spingere verso la monetizzazione dei contenuti mobili al più presto possibile, mentre altre dovrebbero aspettare un altro po’ prima di lanciarsi nel settore.

 

“Gli editori di giochi digitali, le case discografiche, i produttori di contenuti video, le agenzie di stampa e gli sviluppatori di applicazioni devono muoversi, se non lo hanno già fatto: a loro disposizione hanno infatti l’esperienza e i contenuti per entrare in un settore verso il quale i consumatori hanno dimostrato un grande entusiasmo “, ha spiegato l’analista  Neil Strother, sottolineando che, di contro, “…le società che non operano nel mercato dei media – soprattutto quelle che non dispongono di contenuti propri – dovrebbero aspettare un altro po’”.

A queste ultime, Strother consiglia di studiare le strategie e le performance delle media company quest’anno, e quindi di prepararsi a entrare nel mercato l’anno prossimo o ancora più in là.

Anche alcuni attori del mercato media – come gli editori di libri – dovrebbero aspettare il lancio dei primi smartphone dotati di display E Ink, consiglia sempre Strother.

Le società che avranno fatto il loro ingresso sul mercato entro il 2013 possono aspettarsi di partecipare a ricavi che supereranno per quella data 6 miliardi di dollari e dovrebbero raggiungere quota 10 miliardi nel 2016.

La crescita del mercato sarà trainata in larga parte dalla crescita significativa del numero di utenti smartphone insieme al miglioramento delle performance dovuto alla maggiore disponibilità di reti 4G.

Con la crescita della penetrazione degli smartphone, i fornitori di contenuti devono avere già un piano strategico, o perderanno un’importante opportunità di crescita.

 

I guadagni, insomma, si preannunciano ricchi e per tutti, ma – conclude il rapporto ABI – tutte le compagnie che entreranno nel mercato dei contenuti mobili dovranno affrontare problemi persistenti quali i costi degli smartphone e del traffico dati, in molti casi ancora elevati, la necessità di offrire contenuti di qualità e dispositivi dedicati, la frammentazione delle piattaforme.

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