Italia
La società dell’informazione diviene la società dell’immateriale e si assiste sia a un riposizionamento dei media tradizionali all’interno di questo nuovo scenario, sia alla rinegoziazione del rapporto tra industrie e consumatori.
Consapevole di questo processo di grande trasformazione, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha da poco concluso un’indagine conoscitiva con l’approvazione del “ Libro Bianco sui contenuti” che verrà presentato il prossimo 26 gennaio nell’ambito di un workshop presso la sede romana dell’Autorità, presenti il presidente Corrado Calabrò, i relatori Nicola D’Angelo e Antonio Martusciello, studiosi del settore dei media e della comunicazione.
Il moltiplicarsi dei prodotti offerti, nonché delle modalità di fruizione e di distribuzione dei contenuti aumenta anche le possibilità dei consumatori di accedere all’informazione e alla conoscenza, amplia i mercati per l’industria e, contemporaneamente, solleva una serie di problematiche tra loro collegate, quali in primo luogo la tutela e della gestione dei diritti digitali, la disponibilità di infrastrutture di rete a banda larga, la tutela della privacy e la tutela dei minori.
Tutte questioni che assumono sempre più un significato chiave nell’improntare l’attività degli Stati e, in particolare, delle Autorità di regolamentazione nazionali.
Il Libro Bianco, sostiene nella prefazione il Presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, rappresenta “un progetto sostenuto con grande dispiego di energie, che affronta sistematicamente aspetti concernenti la struttura del mercato e la relativa catena del valore, i possibili sviluppi della domanda e dell’offerta, la competizione fra le differenti piattaforme, l’impatto in termini di concorrenza, la neutralità del mezzo di diffusione e la gestione dei diritti di esclusiva. Senza tralasciare i diritti fondamentali del cittadino, come la tutela del pluralismo e dei minori. Temi più che mai centrali nel dibattito che ruota intorno all’industria dei contenuti – prosegue Calabrò – e che non possono mancare nell’agenda ideale delle priorità di analisi di un’Autorità di regolazione e di garanzia che voglia essere – veramente – “convergente”.