Hi-tech: piccole start up crescono. Le nuove star della Borsa in attesa dell’IPO di Facebook

di Alessandra Talarico |

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L’indice Nasdaq torna ai livelli del 2007, ma da allora molte cose sono cambiate e le giovani start up di allora si trovano ora ai primi posti in termini di capitalizzazione di Borsa. Apple è prima ma sul titolo pesano le condizioni di salute di Steve Jobs, di nuovo in congedo per malattia.

 

In attesa dell’ingresso in Borsa delle giovani (sopravvalutate?) stelle del web come Facebook, il cui valore si attesterebbe già intorno a 50 miliardi di dollari, gli analisti fanno il punto sullo stato di salute dei valori tecnologici che, stando alle performance di queste prime settimane del 2011, si apprestano a un 2011 di ritorno ai vecchi fasti.

L’indice americano Nasdaq, ad esempio, è tornato quasi ai livelli del 2007, al picco raggiunto prima della cosiddetta crisi dei subprime e del conseguente crollo delle Borse mondiali. Molto, però, è cambiato da allora e, lo scorso anno, si è assistito a un vero rovesciamento delle sorti nelle gerarchie dei valori di Borsa.

 

Le stelle del 2011, insomma, non sono le stesse che brillavano nel biennio 2005-2007, scalzate da quelle che allora non erano che start up, come Google, o società che sembravano non dover impensierire i colossi delle prime posizioni, come Apple. Quest’ultima, trascinata dal successo dirompente dell’iPod prima e dell’iPhone e dell’iPad dopo, lo scorso anno si è però imposta come prima società tecnologica al mondo per capitalizzazione e seconda al mondo dietro il colosso petrolifero Exxon Mobil con un valore di circa 310 miliardi di dollari. Le azioni Apple nel corso del 2010 hanno aumentato il loro valore di oltre 30 volte rispetto a sette anni fa, cosa che ha permesso al gruppo di Steve Jobs di superare Microsoft che a gennaio 2005 era il primo gruppo tecnologico mondiale in termini di capitalizzazione con un valore di 289,3 miliardi di dollari ed è attualmente al secondo posto con 244,7 miliardi.

A Wall Street, venerdì le azioni della casa di Cupertino avevano registrato un nuovo massimo storico, a 348,48 dollari, con un guadagno nell’anno del 69,2%. Su quest’ascesa, tuttavia, proprio oggi ha pesato la notizia che Steve Jobs è di nuovo in congedo per malattia: appena circolata la notizia, a Francoforte le azioni sono immediatamente calate del 6,8 per cento a 242,48 euro.

E stato lo stesso Jobs – che nel 2009 ha subito un trapianto di fegato dopo aver sconfitto un cancro al pancreas diagnosticato nel 2004 – a dare la notizia in una mail ai dipendenti in cui ha annunciato che il Cda ha accolto la richiesta di un congedo per malattia e che il direttore operativo Tim Cook sarà nel frattempo responsabile di tutte le operazioni di Apple.

 

Al secondo posto, sei anni fa, si trovava IBM con un valore di 161 miliardi di dollari. La società, oggi, è al quarto posto e vale circa 183 miliardi di dollari ed è stata scavalcata da Google, che sei anni era all’ottavo posto. Il valore del re dei motori di ricerca è cresciuto in sei anni da 55,2 miliardi di dollari ai 197 miliardi di oggi.

 

Intel, che nel gennaio del 2005 era in terza posizione (148 miliardi di dollari di capitalizzazione) è scivolata in ottava e vale oggi 115 miliardi, mentre Dell, che 5 anni fa era in quarta posizione con una capitalizzazione di 103 miliardi, non compare più nella top ten. Mantiene la quinta posizione rispetto a 6 anni fa Oracle, il cui valore è nel frattempo più che raddoppiato, da 68 a 156 miliardi di dollari. Più che dimezzato, invece, il valore di Yahoo! che pure perde una sola posizione – dalla nona alla decima – rispetto al 2005: la capitalizzazione, però, scende da 48 a 22 miliardi di dollari.

L’elemento che più colpisce, tuttavia, è l’ingresso nella top ten di gruppi dei Paesi emergenti come la coreana Samsung Electronics, al sesto posto, con una capitalizzazione di 120 miliardi di dollari, e l’indiana Tata Consultancy Services che si colloca in nona posizione con un valore di 48,6 miliardi.

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