Key4biz

Corecom: ruolo delicato e in crescita, troppa politica e poca autonomia?

Italia


Un’accurata indagine svolta qualche mese fa dall’Associazione Spettatori Cattolici (AIART) sul ruolo e le attività svolte dai Comitati Regionali per le Comunicazioni, aveva mostrato “un panorama desolante con alcune isole felici“.

Dalla ricerca era emerso, infatti, che quasi tutti i Corecom (con le poche eccezioni degli organismi della Toscana, Valle d’Aosta, Marche ed Emilia Romagna) risultavano troppo politicizzati, poco autonomi, spesso inefficienti e inadeguati a svolgere importanti e delicate funzioni nel settore dell’informazione e della tutela degli utenti.

 

La causa di tali inefficienze va individuata nella mancanza – nelle procedure di nomina di un organo tecnico/istituzionale quale è il Corecom – di una peculiare selezione aperta, trasparente e democratica che ricerchi competenze ed intelligenze anche al di là dell’angusto recinto dei fedeli ai vari partiti politici rappresentati.

Nulla ha insegnato ai politici di ogni schieramento e colore, nemmeno una recente ed esemplare sentenza del Tar Piemonte che ha destituito il Presidente ed un membro del locale Corecom perché non avevano le competenze minime previste dalla legge per ricoprire l’incarico; e, oltretutto, la loro era stata una nomina di estrazione politica, in un organismo che dalla politica dovrebbe essere indipendente.

 

Ultimo esempio di questo dannoso modo di fare – censurato dalla stampa indipendente ma non da alcuna Istituzione Pubblica – è la recentissima nomina dei componenti del Corecom Campania, conclusasi con un pesante punteggio di 7 a 2 a favore del centrodestra, con contestazione finale di un partito di maggioranza che avrebbe voluto una fetta di torta supplementare.

Non tornerò, per questo, a parlare della questione morale interna ai partiti, nessuno escluso, ma sono proprio tali comportamenti che inducono la società civile ad allontanarsi dai temi politici e da coloro che indegnamente sembrano occuparsene.

 

Mi unisco, pertanto, al “grido di dolore” dell’AIART mirato a sollecitare un’esemplare azione coordinatrice e di indirizzo da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, affinché in tutte le regioni italiane vengano adottate le modalità più trasparenti e democratiche, atte ad assicurare – nelle procedure di nomina dei membri dei Corecom – la selezione di candidati che rispondano ai requisiti di indipendenza e professionalità richiesti: “esperti del mercato delle comunicazioni elettroniche, nei suoi aspetti culturali, giuridici, economici e tecnologici“.

 

Consulta il profilo Who is Who di Remigio del Grosso

 

Exit mobile version