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La politica si fa in rete? Gli europarlamentari usano siti web e social network per comunicare con gli elettori

Unione Europea


Internet sta cambiando il panorama dell’informazione europea e il modo di fare politica? Ne hanno discusso a Bruxelles esperti di social media e social network, commentando i dati di un Rapporto – “Butterfly Europe: when social media and networks make the European Public Opinion” – sull’uso dei nuovi media da parte dei deputati europei.

 

Tre tavole rotonde hanno aperto il confronto su come le campagne elettorali e il modo di creare consenso siano cambiati negli ultimi anni; la portata della rivoluzione indotta da mezzi come blog e video-sharing sul giornalismo e l’opinione pubblica; la possibilità che i social media riusciranno, lì dove i media tradizionali hanno incontrato difficoltà, a creare una vera opinione pubblica europea.

Dai datti raccolti si evince che l’86,9% degli europarlamentari ha usato i siti web personali per comunicare con gli elettori; il 28,5% i blog; il 34,3% la piattaforma Twitter; il 65% la newsletter; il 68,6% i social network come Facebook o MySpace; il 44,5% sistemi di video-sharing come YouTube; il 4,4% Google Adwords.

 

Il 50% degli europarlamentari crede che i siti personali siano efficaci per comunicare con gli elettori e le altre parti interessate. Il 39% ritiene che lo siano i social network. Il 79% pensa che siano molto efficaci i contatti personali.
Gli eurodeputati che sono su Twitter ritengono che il vantaggio d’essere presenti sulla piattaforma sia di esprimere direttamente agli elettori il proprio punto di vista (57,4%) e dialogare direttamente con loro (27,9%).
Per il 56% degli europarlamentari è importante cercare su Google contenuti riguardanti le loro azioni. Per il 68% è importante usare il motore di ricerca per avere materiale su questioni complesse. Per la metà degli intervistati è importante l’uso di Google per verificare la copertura mediatica delle questioni.
Quando si tratta di comunicare il proprio punto di vista su questioni politiche, il 69% degli eurodeputati ritiene importante farlo attraverso i siti delle organizzazioni o siti specifici.

  

Per il 73% degli europarlamentari, il vantaggio di tenere un blog risiede soprattutto nella possibilità di “esprimere il proprio punto di vista direttamente agli elettori”, per il 6% nella possibilità di “far conoscere il proprio punto di vista ai colleghi di Bruxelles” e per il 14,9% nel fatto di poter dialogare direttamente con la gente.
Dall’indagine emerge quindi che il 93% degli europarlamentari, per ragioni inerenti all’attività legislativa, utilizza quotidianamente un motore di ricerca, il 69% si informa attraverso la versione online di un quotidiano tradizionale, il 18% usa quotidianamente Wikipedia e il 23% utilizza aggregatori RSS.
Riguardo invece i mezzi che gli europarlamentari ritengono più importanti per la divulgazione delle proprie idee politiche, la maggior parte (51%) guarda ai media nazionali, il 39% a quelli locali, il 44% ritiene che lo strumento migliore sia il contatto diretto con la gente (per lettera o per telefono) e il 13% ritiene molto importanti le campagne online organizzate dagli elettori.
Secondo il 25% degli europarlamentari, avere un blog o twittare aiuta gli elettori a far conoscere la loro posizione, mentre per il 14% si tratta di strumenti importanti per dimostrare ai politici la loro voglia di trasparenza e partecipazione. Ma per il 45% sono sufficienti un sito web tradizionale e gli incontri diretti.

  

A discutere di questi e altri temi erano presenti diversi eurodeputati, inviati e corrispondenti a Bruxelles delle maggiori testate internazionali, ed esperti di social media.

L’evento è stato organizzato dal social think-tank Lo Spazio della Politica in collaborazione con la rivista online Gli Euros.eu, è stato sponsorizzato da Telecom Italia e trasmesso mercoledì 12 gennaio in diretta “a rete unificata” sull’osservatorio interuniversitario dei micromedia territoriali Altratv.tv e sulle micro web tv italiane.

 
Sono intervenuti: Luigi Gambardella, Chairman dell’Executive Board di Etno; Alessandro Torello, Wall Street Journal; Steffen Thejll-Moller, Fleishman Hillard; Alexander Alvaro, Mep Alde-De; Stephen Clark, Web Communications Unit, European Parliament; Caroline De Cock, N-square Consulting; Angela Steen, Google; Alberto Zilio, Digital Europe; Francesco Guarascio, Reuters/Euractiv; Marietje Schaake, Mep Alde-Nl; Marie-Christine Vergiat, Mep Gue-Fr; Antonia Mochan, Head of Media, European Commission Representation Uk; Sotiris Diplaris, WeKnowIt project; Corrado Alfano, West Journal; Antoine Bargas, Les Euros du Village; Fabio Chiusi, autore del libro “I hate you on Facebook”; Jon Worth, political blogger; Ryan Heath, social media manager per il vicepresidente della commissione europea Neelie Kroes; Laura Dagg, Touteleurope.eu; Meabh Mc Mahon, EUobserver.com/France24; Gianni Pittella, Vicepresidente del Parlamento europep, S&D-It; Stanislas Magniant, Msl Group – Publicis Consultant.

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