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Agenda digitale: il Comité des Sages preme per la messa in rete del patrimonio culturale europeo

Unione Europea


La relazione elaborata dal Comité des Sages (Gruppo di riflessione di alto livello) sulla digitalizzazione del patrimonio culturale europeo è stata presentata oggi a Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’Agenda digitale e ad Androulla Vassiliou, commissario responsabile per Educazione e cultura. La relazione contiene un pressante invito agli Stati membri dell’UE affinché intensifichino il loro impegno per la messa in rete di tutte le collezioni da essi detenute in biblioteche, archivi e musei e sottolinea i benefici presentati da una maggiore accessibilità della cultura e delle conoscenze dell’Europa.

Essa elenca inoltre i potenziali benefici economici della digitalizzazione, anche tramite partenariati pubblico-privato, per lo sviluppo di servizi innovativi in alcuni settori come turismo, ricerca ed educazione.

 

La relazione sostiene l’obiettivo dell’Agenda digitale di rafforzare la libreria digitale Europeana e presenta soluzioni per rendere disponibili in rete le opere tutelate da diritti d’autore.

Il Comité des Sages per la digitalizzazione è formato da Maurice Lévy, Elisabeth Niggemann e Jacques de Decker (cfr. IP/10/456). Le raccomandazioni contenute nella relazione confluiranno nella più vasta strategia attuata dalla Commissione, nell’ambito dell’Agenda digitale europea, al fine di favorire la transizione delle istituzioni culturali verso l’era digitale.

 

Neelie Kroes, ha dichiarato: “Ringrazio di cuore i tre “saggi” per i validi suggerimenti offerti su come avviare un “rinascimento digitale” in Europa. La messa online delle collezioni dei nostri musei e librerie consente non solo di mostrare la ricchezza della cultura e della storia d’Europa ma anche di offrire nuovi benefici a livello di istruzione, innovazione e creazione di inedite attività economiche. Così facendo, si renderanno disponibili in rete contenuti di elevata qualità per diverse generazioni.”

 

Androulla Vassiliou ha aggiunto: “Il Gruppo ha saputo raggiungere un punto di equilibrio tra gli interessi dei creatori e le esigenze di un ambiente in evoluzione nell’era digitale. Occorre trovare modi e mezzi per applicare questa strategia in tutti i settori nei quali le industrie della cultura e della creatività sono confrontate alle sfide del passaggio all’era digitale, era in cui la coltura e il patrimonio rappresentano delle opportunità per le economie e le società dell’Europa.”

 

Queste le principali conclusioni e raccomandazioni della relazione, intitolata “Il nuovo rinascimento”.

 

• Il portale Europeana deve diventare il principale punto di riferimento del patrimonio culturale europeo in linea. Gli Stati membri devono garantire la messa a disposizione su tale sito di tutto il materiale digitalizzato grazie a finanziamenti pubblici e il caricamento entro il 2016 su Europeana di tutte le loro principali opere di dominio pubblico. Le istituzioni culturali, la Commissione europea e gli Stati membri devono assicurare un’attiva e diffusa promozione di Europeana.

 

• Le opere tutelate da diritti d’autore ma non più distribuite a livello commerciale, devono essere messe in linea. È compito in primo luogo dei titolari dei diritti procedere alla digitalizzazione di tali opere e al loro sfruttamento. Tuttavia, nel caso i titolari non vi provvedano, occorre dare alle istituzioni culturali la possibilità di digitalizzare tale materiale e di metterlo a disposizione del pubblico, remunerando gli aventi diritto.

 

• E’ necessario adottare quanto prima norme dell’UE in materia di opere orfane (ossia opere per le quali non è possibile identificare i titolari dei diritti). La relazione definisce otto condizioni fondamentali per qualsiasi soluzione.

 

• Gli Stati membri devono notevolmente aumentare i finanziamenti da essi previsti per la digitalizzazione, al fine di creare occupazione e crescita in futuro. I fondi occorrenti per costruire 100 km di strada bastano per remunerare la digitalizzazione del 16% di tutti i libri disponibili nelle librerie dell’Unione oppure di qualsiasi contenuto audio presente nelle istituzioni culturali degli Stati membri dell’UE.

 

• Vanno incoraggiati i partenariati pubblico-privato per la digitalizzazione, che devono essere trasparenti, non esclusivi ed equi per tutte le parti e devono garantire a tutti un accesso transfrontaliero al materiale digitale. La durata dell’utilizzazione preferenziale del materiale digitalizzato accordata al partner privato non deve superare sette anni.

 

• Per garantire la conservazione delle collezioni in formato digitale, occorre archiviare in Europeana una seconda copia di detto materiale culturale. Inoltre, è necessario stabilire un sistema che consenta di depositare una sola volta il materiale culturale che attualmente va depositato in diversi paesi.

 

Le raccomandazioni del Comité des Sages saranno utilizzate nella più vasta strategia della Commissione intesa a favorire, nell’ambito dell’Agenda digitale europea, la transizione delle istituzioni culturali verso l’era digitale e la ricerca di nuovi ed efficaci modelli imprenditoriali che accelerino la digitalizzazione e consentano se necessario un’equa remunerazione dei titolari dei diritti. Dette raccomandazioni saranno utili anche per il progetto della Commissione di sviluppare entro il 2012 un modello di finanziamento sostenibile per Europeana.

 

Oggi Europeana consente già di accedere a oltre 15 milioni di libri, carte geografiche, fotografie, filmati, dipinti e brani musicali digitalizzati, che tuttavia costituiscono soltanto una frazione delle opere detenute dalle istituzioni culturali europee. La maggior parte delle opere digitalizzate è costituita da vecchie opere di dominio pubblico, per evitare l’apertura di un eventuale contenzioso concernente opere tutelate da diritti d’autore.

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