Australia
La rete nazionale ultrabroadband australiana (NBN) costerà meno del previsto, ma la sua realizzazione richiederà almeno tre anni in più. Slittamento che farà lievitare anche i costi al dettaglio delle connessioni, che potrebbero arrivare a costare almeno 50 dollari al mese.
E’ quanto emerge dal business plan di NBNCo, la società che avrà il compito di seguire la migrazione di tutte le utenze di Telstra – l’operatore ex monopolista – alla nuova rete e di accompagnare la sostituzione dei cavi in rame con quelli in fibra.
Il piano è stato rivisto per soddisfare le richieste dell’Antitrust e, secondo le ultime stime, costerà complessivamente 40,9 miliardi di dollari australiani in 8 anni, circa 2 miliardi in meno dei calcoli iniziali.
Di questa spesa totale, calcolando anche il finanziamento del debito, il governo finanzierà 21 miliardi di dollari in azioni e il resto sarà reperito sul mercato tra il 2015 e il 2021.
Il tasso di rendimento interno del piano è stato calcolato in circa il 7,04%, in previsione di un tasso di adozione dei servizi pari al 70% entro il 2025, con i primi profitti previsti per il 2021.
Sulla base delle raccomandazioni dell’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) NBNCo ha quindi accettato di apportare delle modifiche alla progettazione della rete per includere almeno 120 Punti di interconnessione (POI) in un’architettura semi-distribuita.
Nel suo progetto originale NBNCo aveva infatti previsto 14 POI e un’architettura centralizzata, sostenendo che questo modello avrebbe ridotto al minimo i costi di ingresso per i richiedenti accesso, avrebbe eliminato i singoli punti di errore lungo i centri di distribuzione della fibra e avrebbe fornito una rapida crescita del traffico in tutti i collegamenti di backhaul.
Secondo l’ACCC, il piano originale avrebbe potuto creare problemi sul versante della concorrenza ma la sua revisione comporterà un allungamento dei tempi di realizzazione e un aumento dei costi praticati agli utenti finali.
NBNCo prevede di coprire in fibra 1,7 milioni di abitazioni entro il 2013, contro le attuali 570 mila connessioni. La realizzazione della rete in fibra che dovrebbe coprire il 93% della popolazione (il resto sarà coperto con connessioni mobili o satellitari), durerà nove anni e mezzo, con il completamento previsto per il 2021 invece che per il 2018.
Il presidente di NBNCo Mike Quiqley ha infine sottolineato che c’è ancora da sciogliere il nodo dell’accordo con Telstra: l’accordo tra l’ex monopolista e il Governo è stato siglato lo scorso 20 giugno e a supporto dell’intesa l’esecutivo ha annunciato una serie di riforme legislativo-regolamentari relative, ad esempio, all’abolizione dell’obbligo di servizio universale in capo a Telstra, alla divisione del gruppo in due unità (una per l’ingrosso e una per il dettaglio, così da non godere di condizioni più vantaggiose rispetto ai concorrenti) e al sostegno della formazione e aggiornamento del personale del gruppo. Nelle casse dell’ex monopolista, che metterà a disposizione i suoi cavidotti, entreranno all’incirca 7,5 miliardi di euro. La finalizzazione dell’accordo con NBNCo dovrebbe arrivare a gennaio.