Italia
Il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere l’emissione del parere sulla ‘reciprocità tra Stati‘ chiesto dal ministero dello Sviluppo economico in vista della gara per i multiplex del digitale terrestre.
Secondo quanto risulta all’agenzia Ansa, i giudici hanno ritenuto il quesito del ministero ‘formulato in termini generali e sintetici’ e ‘privo di un’argomentata illustrazione dei punti problematici’.
Per la terza sezione del Consiglio di Stato, in questa situazione si potrebbero fornire risposte in realtà “non pertinenti o comunque non utili a risolvere le questioni che il ministero si trova ad affrontare”.
Si invita, perciò, il dicastero a fornire ‘chiarimenti’ entro trenta giorni, anche alla luce delle osservazioni nel frattempo formulate da ministero degli Esteri e Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
“D’altra parte – continuano i giudici di Palazzo Spada – non si può escludere che le osservazioni trasmesse rispettivamente dal ministero degli Esteri e dall’Agcom – e che risultano inviate per conoscenza anche al ministero dello Sviluppo economico – siano considerate da quest’ultimo risolutive ovvero tali da prospettare la problematica in termini diversi da quelli originari’.
Di qui l’opportunità, secondo il Consiglio di Stato, di invitare il ministero dello Sviluppo ‘a chiarire, innanzi tutto, se consideri esaustive le risposte pervenute dal Mae e dall’Agcom, e in caso negativo a riformulare il quesito tenendo conto delle osservazioni pervenute e puntualizzando specificamente gli aspetti che si ritengono problematici. E’ opportuno inoltre che il ministero richiedente, oltre ad esporre le singole questioni, assuma un’argomentata posizione in merito alla loro possibile soluzione, in modo tale che il parere del Consiglio di Stato sia espresso con piena cognizione di causa”.
“Si sospende pertanto l’emissione del parere in attesa dei chiarimenti che il ministero vorrà fornire, e si avverte che, in mancanza di riscontro, decorsi trenta giorni si riterrà che il ministero non abbia più interesse al quesito”.
Nei giorni scorsi il ministero dello Sviluppo economico ha chiesto al Consiglio di Stato un parere “per sgombrare ogni possibile equivoco su come debba essere inteso il principio della reciprocità tra Stati con particolare riferimento, ovviamente, a quelli extra Ue”.
Un riferimento che ad alcuni ha fatto pensare a News Corp, media company Usa alla quale fa capo Sky Italia che ha avuto il via libera dalla Commissione europea a partecipare al beauty contest per il digitale terrestre: potrà concorrere per il lotto di tre multiplex riservati ai nuovi entranti, mentre Rai, Mediaset e TI Media, già presenti sul digitale, potranno gareggiare per le altre due reti.
Sulla questione il Consiglio di Stato aveva a sua volta sollecitato le osservazioni dell’Agcom, che si è pronunciata spiegando che a suo giudizio non c’è problema sulla reciprocità tra Stati.
Il Consiglio dell’Agcom, riunitosi il 13 dicembre, ha condiviso all’unanimità il parere messo a punto dagli uffici, peraltro in linea con precedenti pronunce dell’organismo di garanzia su questi temi.
Per il responsabile comunicazioni del Pd Paolo Gentiloni, si tratta del tentativo del governo “di impedire in extremis l’ingresso di Sky” nel nuovo mercato, “nonostante il via libera dell’Unione Europea” e parlato di “ennesimo episodio del conflitto di interessi“.
E ha aggiunto che “Qualora il parere evidenziasse una mancanza di reciprocità, c’è il rischio che venga utilizzato con l’obiettivo di impedire quell’ingresso di Sky nel digitale terrestre che l’Ue ha da poche settimane autorizzato (potrà trasmettere solo programmi gratuiti per cine anni, ndr)“.
“Se venisse confermato il tentativo da parte dell’esecutivo di utilizzare il fatto che Sky sia un’azienda Usa per mettere i bastoni tra le ruote alla crescita di un concorrente di Mediaset ci troveremmo davanti ad un comportamento sbalorditivo’, ha attaccato Gentiloni. “Tanto più perché, dopo anni che Sky opera in Italia, il governo all’improvviso avrebbe deciso di muoversi in questa direzione. Se così fosse – ha detto ancora l’esponente del Pd – sull’altare del conflitto di interessi, il governo non esiterebbe, unico in Europa, a contrastare gli investimenti di imprese Usa nel settore della comunicazione’.
Il Ministero ha, però, spiegato che “la richiesta di parere è obbligatoria in previsione di un beauty contest di rilevanza internazionale in un settore vitale come quello dei media, che consentirà l’ingresso di nuovi soggetti in Italia”.
“Si chiede quindi ad organi terzi e imparziali (il Consiglio di Stato ha interessato anche il Ministero degli esteri e l’Autorità) di interpretare la vigenza o meno di un principio generale stabilito nel comparto televisivo sin dalla Legge Maccanico, che per l’analogico prevedeva la reciprocità riferita al controllo societario, in aggiunta al principio di ‘stabilimento’ per ‘qualsiasi impresa stabilita nella spazio economico europeo’, come è indicato nella delibera 497/10/CONS dell’Agcom”.
“Scopo della richiesta – ha concluso il Mse – è fare chiarezza, con una risposta sollecita e tempestiva, prima dell’avvio della gara, in modo da garantire tutti i futuri partecipanti già nella fase di predisposizione del bando che sarà comunque preventivamente inviato alla Commissione europea prima della sua emanazione.