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Tv connessa: Google chiede ai partner di rinviare il lancio dei televisori web-based per migliorare la propria piattaforma

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Google avrebbe chiesto ai produttori di tv di rinviare il lancio sul mercato dei televisori integrati del dispositivo che consente di vedere la Google Tv, in modo da consentire all’azienda di Mountain View di migliorare il sistema operativo Chrome. La notizia è stata data dal New York Times che cita fonti interne alla società.

Questi televisori, chiamati ‘Smart Tv’, sempre secondo questi insider, non avrebbero dato i risultati sperati.

La piattaforma sarà ufficialmente presentata in occasione del grande Consumer Electronics Show che si terrà dal 6 al 9 gennaio a Las Vegas, l’appuntamento più atteso dal mercato internazionale dell’hi-tech.

La Google Tv garantirà ai telespettatori di accedere a internet direttamente dal televisore, consentendo di scaricare film o altri contenuti audiovisivi.

 

Per il lancio di questa piattaforma, Google ha stretto accordi con la giapponese Sony e la svizzera Logitech, ma anche altre società  — Toshiba, LG Electronics e Sharp — hanno predisposto televisori in grado di funzionare col sistema operativo del gruppo.

I primi televisori a integrare la Google Tv sono stati prodotti da Sony e sono in  vendita a un prezzo compreso tra  600 ai 1.400 dollari. Tra le altre caratteristiche, i televisori consentono l’accesso diretto al motore di ricerca Google per scandagliare il web e i programmi live da una lista cui si può accedere semplicemente premendo un bottone del telecomando. Il tutto continuando a guardare i programmi Tv da un riquadro nell’angolo dello schermo. Il decoder, invece, è stato prodotto da Logitech e costa circa 300 dollari.

 

Secondo alcuni analisti i problemi di Google sono legati alle difficoltà dell’azienda di stabilire collaborazioni partner-friendly, come ha sottolineato James L. McQuivey di Forrester.

Google rifiuta di commentare le speculazioni a riguardo ma si sa già che i produttori non hanno preso bene la decisione dell’azienda.  A questo si aggiungano le difficoltà legate all’atteggiamento dei broadcaster che hanno bloccato l’accesso ai propri contenuti.

 

Ultimo in ordine di tempo a dire no alla trasmissione dei propri contenuti sulla piattaforma Google, il conglomerato media Viacom, cui fanno capo canali televisivi satellitari e via cavo (MTV Networks, Nickelodeon e BET), e società di produzione e distribuzione di pellicole (Paramount Pictures e DreamWorks Movie Studios), mentre in Francia, 18 tra le principali emittenti televisive (tra cui TF1, France télévisions, M6, BFM TV) hanno firmato un documento d’intenti che pone importanti paletti alla diffusione dei contenuti attraverso la web Tv del gruppo di Mountain View.

Se la defezione di Viacom ha origine nello storico conflitto che la contrappone a Google – legato alla pubblicazione su YouTube di contenuti del gruppo – diverse altre emittenti – da NBC a CBS, da ABC a Fox – hanno comunque deciso di bloccare l’accesso alla Google Tv, disattivando l’accesso ai loro video online e riducendo, quindi, la già ridotta lista di programmi accessibili attraverso il servizio Google.

 

L’opposizione, quasi unanime, è legata al fatto che i gruppi televisivi non intendono permettere a Google di trasmettere i loro contenuti alle sue condizioni, con l’aggiunta, cioè di pubblicità e link contestuali in sovraimpressione, servizi supplementari e così via. Servizi fondamentali per il business model della Google Tv, ma anche per i servizi di ricerca su internet o suoi cellulari, sui quali, però, anche le emittenti vorrebbero dire la loro.

E’ questa, di fatto, la richiesta alla base del documento redatto dalle Tv francesi, che vogliono poter gestire e controllare “le sovraimpressioni, i contenuti editoriali e pubblicitari o le sollecitazioni all’acquisto” che compaiono sui video diffusi attraverso la piattaforma Google.

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