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NGN. Kroes: ‘No a modello Australia per la Ue, basta rispettare gli impegni della Digital Agenda’

Europa


L’Europa non ha bisogno di replicare il progetto australiano NBN per la realizzazione delle reti di nuova generazione. Lo ha affermato il Commissario Ue Neelie Kroes, secondo cui per rendere l’Europa digitale sarà sufficiente raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale, che prevede di dotare tutti i cittadini europei di connessioni a banda larga entro il 2013 e di linee ultra broadband entro il 2020, oltre che riallocare lo spettro lasciato libero dal passaggio alla Tv digitale agli operatori mobili, per rafforzare la capacità delle reti senza fili.

 

Il Governo, in Australia ha già avviato il processo che porterà la banda larga a velocità di 100 Mbps – 100 volte l’attuale velocità – al 90% della popolazione.
La rete in fibra, che coprirà nei prossimi anni l’intero Paese, sarà realizzata da una società ad hoc – inizialmente totalmente pubblica ma aperta agli investimenti dei privati – che gestirà i lavori di realizzazione della messa in posa della NGN. La NBNCo, questo il nome dell’ente, avrà il compito di seguire la migrazione di tutte le utenze di Telstra – l’operatore ex monopolista – alla nuova rete e di accompagnare la sostituzione dei cavi in rame con quelli in fibra.
Il piano, frutto di un confronto durato oltre un anno, avrà un costo complessivo di circa 30 miliardi di euro in 8 anni. Nelle casse dell’ex monopolista Telstra, che metterà a disposizione i suoi cavidotti, entreranno all’incirca 7,5 miliardi di euro, per un’opera che il primo ministro australiano, Kevin Rudd, ha definito: “Una nuova rivoluzione nel settore delle comunicazioni”.

“La differenza fondamentale tra l’ambiente delle telecomunicazioni europeo e quello australiano è che l’Europa favorisce un approccio guidato dal mercato”, ha affermato la Kroes. Gli obiettivi dell’Agenda Digitale e del piano NBN sono certamente simili – cioè raggiungere una penetrazione del 100% – ma la Ue preferisce “lavorare su iniziative regionali, nazionali e locali per stimolare gli investimenti privati” e intervenire soltanto nelle aree a fallimento di mercato.

E’ essenziale, tuttavia, ha ricordato la Kroes, “che gli Stati membri aggiornino i propri piani e lavorino sul contenimento dei costi di realizzazione delle infrastrtture attraverso l’adeguato coordinamento delle opere di ingegneria civile e lo sfruttamento delle infrastrutture esistenti che potrebbero evitare nuovi scavi per la posa dei cavi”.

Quel che è certo, infatti, è che le reti ad alta velocità sono essenziali per la ripresa economica dell’Europa: se non si investirà per tempo e nel modo giusto, l’Europa si lascerà sfuggire un’opportunità di crescita unica, “…ancora più rilevante in questa fase di austerità”.

 

La Commissione, ha concluso la Kroes, sta cercando di allargare gli interventi della Banca Europea degli Investimenti e di altri investitori istituzionali per “assicurare ulteriori fondi per lo sviluppo della banda larga nelle aree a rischio”, oltre ai 2 miliardi di euro l’anno già messi sul piatto con questo obiettivo dalla BEI.

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