Pubblicità: per l’Antitrust francese Google in posizione dominante mentre su Tv pubblica soppressione totale degli spot dal 2016

di Raffaella Natale |

Dal primo gennaio partirà in Francia la cosiddetta ‘tassa Google’.

Francia


France Televisions

Per l’Antitrust francese Google occupa una posizione dominante nella pubblicità legata alle ricerche su internet.

L’Autorità, chiamata a esprimere un parere su richiesta del governo francese, ritiene che la società americana ha “attualmente un significativo potere” in questo comparto del mercato e ha elencato 14 preoccupazioni relative alla posizione dominante di Google, che, secondo l’organo di controllo, totalizza oltre il 90% delle ricerche su internet e ai piccoli annunci pubblicitari relativi alle ricerche su internet, i collegamenti sponsorizzati.

L’Autorità ha, tuttavia, ritenuto che non è necessario regolamentare il settore, dicendo che equivarrebbe a soffocare l’innovazione.

 

Pronta la replica dell’azienda secondo la quale la posizione dell’Autorità riflette un’interpretazione troppo “limitata”, sostenendo che si tratta solo della pubblicità legata alle ricerche su internet.

“Tutte le pubblicità, sia che siano online o offline, sono in concorrenza. L’analisi di mercato da parte dell’Autorità della concorrenza è troppo restrittiva”, ha detto il gruppo in un comunicato.

“Gli annunci collegati alle ricerche su internet sono una possibilità tra le tante, per gli inserzionisti”, ha detto, mentre l’Autorità ha emesso un advisory prendendo atto della posizione dominante del gigante americano di internet.

 

Partirà intanto, sempre in Francia, dal primo gennaio la “tassa Google“. La Commissione mista paritaria (composta sette deputati e sette senatori) ha, infatti, raggiunto un’intesa per definire l’imposta, che verrà richiesta alle compagnie francesi e sarà pari all’1% dell’ammontare speso per la pubblicità online.

Originariamente concepita come una tassa diretta imposta ai motori di ricerca, l’imposta voluta dal presidente Sarkozy ha poi subito sostanziali modifiche. Il provvedimento fa parte della legge di bilancio che è stata approvata dai due rami del parlamento. Ma le due versioni non coincidevano perfettamente e le camere dovranno approvare nuovamente il testo concordato dalla commissione mista. Dati i rapporti di forza in parlamento, il suo passaggio appare certo.

 

Si apprende anche che a partire dal 1° gennaio 2016 verrà eliminata la pubblicità diurna su France Télévisions. Così ha deciso, spiazzando tutte le aspettative, la CMP incaricata di trovare una soluzione di compromesso per il piano di bilancio 2011.

Precedentemente l’Assemblea nazionale aveva deciso, quasi all’unanimità, contro il parere del governo, il mantenimento definitivo della pubblicità diurna viste le difficoltà finanziarie della Tv pubblica.

 

Domani pomeriggio l’Assemblea dovrà pronunciarsi nuovamente per approvare le conclusioni della CMP, prima dell’ultimo voto del Senato previsto per mercoledì sera. Il bilancio 2011 si considererà, quindi, definitivamente adottato dal Parlamento.

 

Il governo può, però, ancora modificare, attraverso gli emendamenti, il testo predisposto dalla CMP.

La posizione del Senato, molto più vicina a quella del governo che aveva fissato al 2014 l’eliminazione della pubblicità diurna, intendeva rimarcare un impegno a favore “di una televisione pubblica indipendente, libera dai vincoli del finanziamento commerciale e dalle esigenze degli inserzionisti, che mostra chiaramente le proprie ambizioni culturali”, così come aveva dichiarato il senatore Jacques Legendre.

 

Dal 2009, la pubblicità è vietata sui canali della Tv pubblica dopo le ore 20, secondo quanto stabilito dalla riforma della televisione di Stato voluta dal presidente Nicolas Sarkozy. La legge prevedeva la soppressione totale degli spot per la fine del 2011 ma il governo, su pressione dei parlamentari dell’UMP, aveva proposto una moratoria di due anni.

 

Alla materia sta lavorando il gruppo parlamentare per la pubblicità e le attività commerciali della Tv pubblica, copresieduto dall’ex presidente dei deputati dell’UMP, Jean-François Copé, e dal presidente della commissione degli affari culturali dell’Assemblea, Michèle Tabarot (UMP).

 

Il gruppo, ha recentemente spiegato la Tabarot, non era d’accordo con la soppressione diurna della pubblicità viste le drammatiche condizioni finanziarie in un riversa la Tv di Stato. Posizione che fa seguito alla decisione di fissare allo 0,5% la tassa sul fatturato pubblicitario dei canali privati.

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