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Quando si iniziò a parlare di sostituzione fisso-mobile – ossia la prevalenza del cellulare sul telefono di casa per effettuare le classiche telefonate – molti avevano visto in quella tendenza l’inizio dei problemi degli operatori di rete fissa. Una tendenza che sembrava essere confermata dal crescente successo degli smartphone e dei contenuti web – come i video in streaming o i social network – che hanno spinto sempre più utenti ad accedere a internet attraverso il telefonino, tanto che nei mercati maturi il traffico dati consuma già più capacità di rete della voce. E il trend continuerà nel futuro offrendo nuove opportunità, però, non tanto agli operatori mobili, quanto ai gestori tradizionali.
Ad avvantaggiarsi della crescente passione per internet mobile – trainata dalle tariffe sempre più convenienti e dal grande successo di smartphone e tablet – saranno infatti, secondo Analysys Mason, quegli operatori di rete fissa che dispongono anche di attività nella rete mobile: per loro, competere con gli operatori mobili non rappresenta un problema. La situazione si fa, invece, più seria per gli operatori mobili ‘puri’ che non possono contare sulla rete fissa e hanno già previsto scenari foschi, in cui saranno relegati al ruolo di semplici trasportatori di bit.
Quali soluzioni, dunque, per questi ultimi? Secondo gli analisti di Analysys Mason, il traffico dati sulle reti mobili supererà quello generato dalla voce nel 2013.
In casa, gli utenti accedono a internet comunemente via Wi-Fi connesso al DSL sia dal Pc fisso che dal laptop, ma anche – sempre più – dal telefonino. Fuori casa, invece, gli utenti mobili accedono in genere utilizzando un modem Usb e un laptop. Dal momento che la maggior parte dei dispositivi mobili ‘small screen’ più nuovi è dotata di connettività Wi-Fi, la gran parte dei download avverrà comunque attraverso la rete fissa.
Da qui i vantaggi per gli operatori di rete fissa, che potranno analizzare le comunicazioni, identificare i dispositivi mobili – laptop, smartphone, tablets, ecc. – e, oltre a sfruttare il canale per le proprie offerte, potranno condividere parte dei profitti legati ai contenuti come compenso dell’intermediazione tra i clienti e i content provider, con un modello di business abbastanza semplice. Le tecnologie come la ‘deep packet inspection’ o quelle per l’offerta e la fatturazione dei contenuti sono già disponibili, senza contare le opportunità legate alle applicazioni di connettività che permettono di fidelizzare ulteriormente i clienti anche quando sono fuori casa.
Un vero rovesciamento di fronte, dunque, per gli operatori di rete fissa che allo stato dei fatti possono sostituirsi agli operatori mobili per i servizi dati.
“Naturalmente – hanno chiarito gli analisti – il dispositivo mobile, smartphone o tablet, è una componente importante di questo scenario ed è un crudele scherzo del destino che siano gli operatori mobili a sovvenzionare questi device”.
Se, per gli operatori mobili ‘puri’, una via d’uscita potrebbe essere quella di acquisire asset di rete fissa, un’opportunità da non sottovalutare è anche quella delle femtocelle. I dispositivi come gli smartphone consumano infatti meno batteria quando si connettono a una femtocella rispetto che a un router Wi-Fi, e questo potrebbe essere un fattore utile per orientare gli utenti verso questo tipo di connettività. Visto però l’alto prezzo delle femtocelle dovrebbero essere gli operatori mobili a sovvenzionarle. Il loro costo potrebbe essere recuperato, un po’ come avviene per gli smartphone, legando i clienti con un contratto da 12-24 mesi. Softbank, in Giappone, ha recentemente lanciato un’offerta simile.
Non tutto è perduto, dunque, per gli operatori mobili, se “agiranno prima che sia troppo tardi”, hanno avvertito infine gli analisti.