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La Società Italiana Telemedicina e sanità elettronica (SIT) ribadisce la propria posizione sul “valore legale” dei certificati medici online e, sul parere espresso nei giorni scorsi dal presidente della Associazione nazionale per Operatori e responsabili della Conservazione digitale dei documenti (ANORC) Andrea Lisi, sottolinea che: “La nuova procedura di trasmissione online dei certificati medici può senz’altro rappresentare una prima tessera per l’affermazione definitiva e capillare, su tutto il territorio nazionale, di una sanità elettronica armonica e sostenibile, a misura di medico e di cittadino. Alle semplici trasmissioni telematiche dovrà però affiancarsi, quanto prima, la gestione di referti e documenti sanitari digitali sottoscritti con firma elettronica del medico o di altro operatore sanitario addetto”.
“La SIT – si legge in un comunicato stampa – ritiene pertanto che l’introduzione del nuovo canale di comunicazione dei certificati online possa rappresentare un primo valido passo verso un futuro prossimo di reale certificazione sanitaria elettronica”.
Una burocrazia più snella, dunque, ma anche vantaggi non indifferenti per lavoratori e istituto previdenziale, in modo particolare, per quanto riguarda la trasmissione dei dati e documenti di malattia, al datore di lavoro ed all’Inps.
Ma quanti sono oggi i certificati di malattia trasmessi online? Secondo i dati ufficiali forniti dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, sono già arrivati a raggiungere la soglia dei 2 milioni circa.
Scendendo un pò più nel dettaglio, a livello regionale i certificati trasmessi sfruttando la rete, sono stati 738.869 in Lombardia, 263.288 nel Lazio, 152.534 in Veneto, 106.110 in Campania, 105.795 in Sicilia, 104.096 in Emilia Romagna, 73.502 nelle Marche, 50.769 in Piemonte, 48.642 in Puglia, 41.712 in Abruzzo, 38.997 in Toscana, 36.622 in Calabria, 36.427 nella Provincia di Bolzano, 20.682 in Liguria, 20.612 nella Provincia di Trento, 18.095 in Sardegna, 15.873 in Umbria, 14.628 in Basilicata, 9.603 in Friuli Venezia Giulia, 8.054 in Valle d’Aosta, 6.570 in Molise.
Il processo di digitalizzazione in corso appare evidente se si confrontano i certificati presentati in modalità cartacea all’INPS nel 2009 con quelli inviati via web nel 2010. A livello nazionale, infatti, la quota di certificati di malattia dei lavoratori privati Inps trasmessi online sul complesso dei certificati acquisiti in modalità cartacea nello stesso periodo del 2009 è passata dal 20% di agosto, al 45% di settembre, al 56% di ottobre, al 57% di novembre.
La media regionale di medici di famiglia dotati delle credenziali necessarie all’invio dei certificati con il nuovo sistema è pari al 90%, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sono abilitati tutti i medici di famiglia in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia (dove viene utilizzata la Carta Nazionale dei Servizi) e in Valle d’Aosta (dove il PIN è stato consegnato al 100% dei medici). Il processo di distribuzione dei PIN è praticamente completato in Veneto (98%), nella Provincia di Bolzano (98%), nelle Marche (94%), in Basilicata (94%, in Campania (94%), in Umbria (93%), in Calabria (92%), in Piemonte (92%), in Sardegna (91%) e in Puglia (91%). Seguono da vicino Abruzzo (con l’89% dei medici di famiglia dotati di PIN), il Lazio (87%), la Sicilia (84%), il Molise (72%) e la Provincia di Trento (71%). Rimane in ritardo la Liguria, con solo il 47% dei medici di famiglia dotato di PIN.